Pubblicato su Correio Braziliense, 13.04.2012
(traduzione di Antonio Lupo)
Papa Benedetto XVI ha ragione: il marxismo non è più utile. Sì, il marxismo, che molti nella Chiesa cattolica considerano come una ideologia atea che giustificava i crimini di Stalin e le atrocità della rivoluzione culturale cinese.
Accettare che il marxismo come lo intende Ratzinger sia lo stesso marxismo che intendeva Marx sarebbe come identificare il cattolicesimo con l'Inquisizione.
Si potrebbe allora dire: il cattolicesimo non è più utile. Perché non si può giustificare il mandare al rogo donne considerate streghe o torturare i sospetti di eresia.
Ora, fortunatamente il cattolicesimo non può essere identificato con l'Inquisizione, né con la pedofilia di preti e vescovi.
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Allo stesso modo, il marxismo non si può confondere con i marxisti che lo hanno usato per diffondere paura, terrore, e soffocare la libertà religiosa. Dobbiamo tornare a Marx per sapere cosa è il marxismo, così come dobbiamo ritornare al Vangelo e a Gesù per sapere che cos'è il cristianesimo, e a Francesco d'Assisi per sapere cosa è il cattolicesimo.
Nel corso della storia, in nome delle parole più belle, sono stati commessi i crimini più efferati. In nome della democrazia, gli Stati Uniti si sono impadroniti di Porto Rico e della base cubana di Guantanamo. In nome del progresso, i paesi dell'Europa occidentale hanno colonizzato i popoli africani e hanno lasciato lì una scia di miseria. In nome della libertà, la regina Vittoria, del Regno Unito, ha promosso in Cina la devastante guerra dell'oppio . In nome della pace, la Casa Bianca ha commesso il più illegittimo e genocida atto terroristico della storia: le bombe atomiche sopra le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki. In nome della libertà, gli Stati Uniti hanno instaurato in quasi tutti l'America Latina, dittature sanguinose nel corso di tre decenni (1960-1980).