di Roberto Musacchio
Mentre a Piazza della Bastiglia si festeggiava la liberazione da Sarkozy, e l’ascesa di Hollande, lo spoglio dei voti in Grecia continuava rendendo sempre più incerta l’esistenza di una maggioranza, anche minima, a favore delle misure draconiane imposte ad un popolo stremato dalla troika.
Ora che il Merkozy non c’è più, sarà bene che tutti, a partire da Hollande, guardino bene al voto ellenico. Dalle urne di Atene esce un vero e proprio terremoto. I due partiti dell’attuale “ grande coalizione “ a sostegno del governo tecnico crollano dal 78% a meno del 33%! In particolare il conservatore Nuova Democrazia arriva sì primo ma con il 19,04%, perdendo oltre 15 punti, mentre i socialisti del Pasok fanno anche peggio precipitando al 13,3% con meno 30 e arrivando terzi. La sorpresa più grande è Syriza, la coalizione di sinistra intorno al Synapsismos, aderente al Partito della sinistra europea, lo stesso del Prc italiano, che arriva al secondo posto con il 16,67% e un incremento di quasi 10 punti. Bene anche le altre forze di sinistra, con il Partito comunista che arriva all’8,44%, guadagnando un punto, e la Sinistra Democratica, una sorta di SEL italiana, che esordisce con il 6,09%. Il che dà un voto di sinistra contrario ai diktat che supera il 30%. Questo a bilanciare l’affermazione di forze di estrema destra, una delle quali, Alba Dorata, entra in Parlamento con l’8,45%. Se poi si guarda al voto sul territorio, ad Atene Syriza è il primo partito arrivando intorno al 20%, mentre il Pasok non raggiunge il 10%. Ed anche in uno dei due collegi di Salonicco Syriza ottiene la leadership, così come anche al Pireo e in Attica.