di Anna Clementi
“L’Egitto è un dono del Nilo” scriveva lo storico greco Erodoto nel V secolo a. C.. Le acque di questo fiume che percorre più di 6700 chilometri di terra africana e le periodiche inondazioni che depositano sul terreno il limo – uno strato di fango molto fertile – rappresentavano e continuano a rappresentare la linfa vitale dell’Egitto. Tuttavia oggi la costruzione di grandi opere idriche, l’intensa irrigazione, l’evaporazione, le torride estati e la crescente popolazione stanno pian piano costringendo gli egiziani a ripensare a come utilizzare le risorse idriche del Nilo. Sebbene la quota annuale destinata all’Egitto sia di 55.5 miliardi di metri cubi di acqua, secondo quanto affermato da una ricerca di Fathi Farag, un esperto egiziano delle risorse idriche, l’Egitto perde circa cinque miliardi di metri cubi a causa dell’evaporazione. Inoltre circa il 40% di quello che rimane viene sprecato a cause di perdite nelle tubature, e altri 2,5 miliardi di metri cubi vengono utilizzati per produrre elettricità.