venerdì 29 giugno 2012

Messico - Nello scenario delle elezioni presidenziali il Movimento Yo soy 132 - Videointervista con Gloria Munoz

Nel fine settimana il Messico voterà per il Presidente. Due i candidati che si contendono le urne: Andres Manuel Lopèz Obrador del Prd e Enrique Pena Nieto.
Pena Nieto è il candidato appoggiato dal Pri e rappresenta il potere che ha governato in Messico per anni e che oggi parte dei poteri forti vorrebbero  imporre anche attraverso la complicità della manipolazione dell'informazione.
Un nuovo attore ha però invaso la scena nazionale: sono i giovani del movimento "Yo soy 132". Nato nell'Università Iberoamericana, ha posto al centro il tema della necessità che si vada ad elezioni libera da pressioni esercitate dal sistema di comunicazione  e dalle frodi che hanno caratterizzato le ultime tornate elettorali e l'intera storia del paese.
Con Gloria Munoz, coordinatrice del portale di informazione Desinformemonos.org abbiamo riattraversato gli ultimi mesi, la nascita del movimento "Yo soy 132", la sua composizione e l'importanza di aver posto all'intero paese il tema della libertà di scelta per i cittadini. All'interno del movimento ci sono ovviamente diverse posizioni: chi mette al centro il tema della vigilanza sulle elezioni di domenica, chi spinge per connettere questo tema ai generali problemi del paese. Ma la novità rappresentata dal protagonismo giovanile è già una ventata che difficilmente si fermerà al dato elettorale.
Tutto questo avviene in un paese che resta in testa alle classifiche ufficiali per l'uccisione di giornalisti, di donne e di migranti nel quadro sociale devastato dalla "guerra al narcotraffico".
L'intervista si conclude con il raconto della lotta della comunità purepecha di Cheran, nello stato di Michoacan per la propria autodifesa dall'arrogante presenza dei narcos e dei loro traffici illeciti in materia di mercato della deforestazione.
A seguire la sintesi dell'intervista e l'intervista integrale

Grecia - Tra politiche di Austerity, crisi umanitaria ed esperienze di organizzazione dal basso


Intervista a Katerina Tsapopoulou, avvocato e membro della rete per i diritti politici e sociali (Atene)

Un focus dalla Grecia sullo smantellamento del welfare e dei diritti dei lavoratori, sulla grave situazione in cui versa la sanità pubblica, su come i greci si organizzano dal basso per rispondere alla crisi.
Il 16 e il 17 Giugno la popolazione Greca ha eletto Nea Dimokratia, partito che proseguirà e porterà a termine le misure di austerità imposte da Ue, Bce e Fmi. Intervistiamo Katerina,  avvocato e membro della rete per i diritti politici e sociali di Atene, per capire l’entità e l’impatto che le riforme, attuate fino ad oggi e che hanno dato vita a forti proteste di piazza nell’ultimo anno e mezzo, hanno avuto sulla società greca. Innanzitutto, come valuti i recenti risultati elettorali in Grecia?
Con la vittoria di Nea Dimokratia alle recenti elezioni, quello che ci aspetta sono misure di austerità ancora più gravi per noi. In questo momento la grande scommessa per la Grecia non è, al contrario di quello che si pensa in Europa, se restare nell’euro o ritornare alla dracma, ma una scommessa che ha a che fare con la democrazia, cioè riuscire a mantenere e a garantire i minimi diritti politici e civili.
Se non costruiamo la possibilità di recuperare terreno sul piano dei diritti, passeremo presto ad uno stato di assoluta oppressione e repressione. La percezione è che la vittoria di Nea Dimokratia favorirà l’accelerazione di questo processo. Ci aspettiamo di tutto ma si pensa che anche questo governo non durerà a lungo. 
In Grecia lo stato sociale è praticamente crollato e a mio avviso non si può fare più un discorso puramente politico in Grecia. La crisi è molto profonda e percepiamo che, giorno dopo giorno, ci stiamo dirigendo verso una vera e propria crisi umanitaria. Le riforme attuate dai governi precedenti hanno avuto un effetto devastante sulla popolazione.
Puoi dirci quali sono i provvedimenti legislativi e le riforme che hanno inciso più fortemente sulla vita della popolazione greca in questi ultimi mesi?

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!