Più di 10000 persone al presidio notturno di 24 ore per accerchiare la sede di Televisa.
Andrés Manuel López Obrador, dopo aver presentato ulteriori prove sul caso Monex (come ad esempio una lista di quasi 5000 persone che hanno dichiarato di aver ricevuto dal PRI una carta di credito Monex e intercettazioni telefoniche in cui si spiega come sostenitori del PRI abbiano ricevuto denaro prima delle elezioni), sostiene di avere argomenti sufficienti per decidere che le elezioni presidenziali non siano considerate valide e per prepararsi ad un presidente temporaneo che convochi delle nuove elezioni. “Se il processo elettorale non viene annullato, il Messico verrebbe governato da una banda di delinquenti, i più corrotti e terribili del paese”, ha dichiarato.
La battaglia di AMLO sembra aver fatto un passo avanti, dal momento che il Tribunale Elettorale del Potere Giuridico della Federazione ha richiesto all'IFE (l'istituto preposto al controllo elettorale) di fornire entro 48 ore la documentazione relativa alle irregolarità registrate durante la campagna elettorale di Peña Nieto.
Intanto nella giornata di ieri è iniziata un’altra azione di protesta, decisa in assemblea dopo il corteo del 22 luglio, di occupazione della sede della catena televisiva Televisa, complice del malgoverno Priista: migliaia di persone, tra studenti di #YoSoy132, cittadini e membri del fronte Popolare in Difesa della Terra di Atenco hanno raggiunto le installazioni di Televisa e lì hanno lanciato un presidio per tutta la notte.
Poche ore fa durante il presidio è stato letto il documento sulla presa pacifica di Televisa, in cui, tra le altre dichiarazioni, si denuncia la muraglia della disinformazione, dove una minoranza controlla l’opinione pubblica e la verità è ridotta ad una società del consumo attenta solo a spot pubblicitari e personaggi vuoti di telenovelas.