di Filippo Fiorini
Tredici ore di discussione e tredici voti contrari non sono bastati a fermare il progetto di legge per la regolamentazione del mercato della cannabis in Uruguay: la marijuana è ufficialmente legale e tra meno di sei mesi sarà possibile coltivare, comprare e fumare erba senza troppe noie per tutti i cittadini e i residenti che abbiano raggiunto la maggiore età. La norma, che per il ruolo centrale dello Stato e per il permesso di produzione riconosciuto ai singoli dà alla piccola repubblica charrua un primato mondiale in fatto di diritti, permetterà il consumo per tre ragioni centrali: le terapie mediche, la ricerca scientifica e gli scopi ricreativi. Contro un’unica grande minaccia: il narcotraffico.
«Si tratta di un esperimento e se dovesse andar male, siamo pronti a tornare indietro», ha detto il presidente José “Pepe” Mujica, l’uomo che con il suo appoggio personale ha garantito il voto unitario di tutta la coalizione di governo, Frente Amplio, e quindi il successo parlamentare di un progetto molto criticato dentro e fuori dalle stanze del potere. In senato, infatti, la proposta è passata per 16 voti su 30 e alla Camera ha dovuto affrontare le obiezioni di tutto l’arco oppositore. A questo, si aggiunge lo scetticismo di una comunità medica ancora spaccata e l’opinione contraria di più del 61% della popolazione, registrata in settembre dall’agenzia privata Cifra.