venerdì 19 settembre 2014

Kurdistan - Gravissima aggressione al cantone di Kobane in Siria da parte di ISIS.


Le bande criminali di ISIS hanno attaccato da tre parti la città di Kobane in Siria, con armi pesanti come i carri armati T-72 che stanno usando contro la popolazione. 
Da ieri il centro della città di Kobane è sotto una pioggia di missili, e decine di villaggi sono attaccati con i cannoni. Il loro obiettivo è fare un altro massacro di civili come recentemente hanno fatto a Şengal.

Le forze di difesa del popolo (YPG e YPJ) stanno resistendo a questi attacchi. Sono finora circa 250.000 fra cui yezidi, turkmeni, sciiti, i civili messi in salvo dalle YPG, che si dichiarano pronte a difendere tutta la popolazione della Siria senza distinzione di etnia o religione.

Il presidente del PYD Salih Muslim ha dichiarato che i kurdi non possono essere lasciati soli a fronteggiare questa minaccia per tutta l’umanità, mentre membri dell’organo esecutivo del cantone di Kobane hanno lanciato un appello affinché le Nazioni Unite e tutti i principali paesi si attivino per sostenere la popolazione di Kobane, cantone che ha sperimentato fin qui una relativa pace all'interno del caos siriano, diventando la meta di migliaia di profughi siriani di tutte le etnie e religioni.

La Turchia continua a sostenere gli attacchi di queste bande: fonti locali riferiscono che un treno carico di materiale bellico è giunto dal territorio turco al confine per rifornire i gruppi di ISIS il 17 settembre; il confine turco-siriano è facile da oltrepassare per i miliziani di ISIS, mentre rimane chiuso ai profughi.

Se si vuole fermare l’ISIS occorre intervenire sulla Turchia perché smetta di sostenerlo: l’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia (UIKI), inoltre, chiede al Governo italiano, all'Unione Europea e alle organizzazioni umanitarie di intervenire per fermare gli odiosi attacchi di ISIS e per interrompere il sostegno che Turchia e altri paesi offrono ai miliziani islamisti.

Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia
UIKI-Onlus

mercoledì 17 settembre 2014

Messico - Proteste contro mega progetti.

“Esprimiamo la nostra protesta e preoccupazione di fronte al saccheggio delle nostre terre con i mega progetti imperialisti”, 
dichiarano le comunità che formano la Red Contra las Altas Tarifas de Energía Eléctrica “La Voz de Nuestro Corazón”, tra cui figurano La Grandeza, El Madronal, Rancheria Santa Anita, Teopisca, Nuevo Tepeyac, La Gloria, Santa Lucia, San Vicente, Oxchuc, Candelaria e Alto, San Juan de las Tunas, Guadalupe Xuncalab e Marcos E. Becerra.

All'interno dei mega progetti che denunciano gli indigeni degli Altos del Chiapas, ci sono miniere, parchi eolici, strade, strutture tecnologiche, centrali idroelettriche. 

Inoltre aggiungono che “inoltre c’è l’inganno della cosiddetta Crociata Nazionale Contro la Fame che attraverso la distribuzione di cibo e case sono una trappola per le donne e gli uomini dei nostri villaggi e la sola cosa che generano è creare sempre più dipendenza e farci dividere all’interno delle nostre comunità”.

In un comunicato le/gli ejidatari organizzati spiegano che tali programmi governativi “sono una modo dei grandi impresari per approfittarsi della povertà della gente e vendere le nostre terre alla Banca Mondiale ed alle multinazionali di Canada, Europa e Stati Uniti, cambiando le leggi a loro favore, come è stato per la riforma Agraria ed Energetica”.

Ci dichiariamo contrari a tutte queste riforme per che portano inquinamento dell’acqua e dell’aria, la morte degli animali ed anche degli esseri umani”, affermano gli agricoltori indigeni e rivolgono un appello "a tutt@ i compagni dei villaggi e dei quartieri ad organizzarsi nei modi che ritengono opportuni per difendere i nostri diritti di popoli e difendere la nostra terra e territorio”.

Impariamo a lavorare la nostra terra. Difendiamo i nostri diritti. Non lasciamoci ingannare dai partiti politici”, esortano le contadine e i contadini. Nello stesso tempo esprimono la loro solidarietà con le comunità che stanno lottando contro la costruzione dell’Autostrada San Cristobal-Palenque, “vi diciamo che non siete soli, noi vigileremo su quanto potrebbe accadere”, sottolineano.

Testo originale


Pubblicato da: COLECTIVO POZOL 

Tradotto da: "Maribel" Bergamo

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!