21 aprile 2015
Ai compagn@ della Sexta:
Ai presunt@ partecipanti al Seminario “Il Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista”:
Vi informiamo che:
Al 21 aprile 2015 si sono registrati per assistere al seminario “Il
Pensiero Critico di fronte all’Idra Capitalista” circa 1.074 uomini,
donne, otroas, bambine, bambini, anziani, anziane del Messico e del mondo. Di questi:
558 persone sono aderenti alla Sexta.
430 persone non sono aderenti alla Sexta.
82 persone dicono di essere di media liberi, autonomi, indipendenti, alternativi o come si dica.
4 persone sono di mezzi di comunicazione prezzolati (solo una persona
dei media prezzolati, una delle tre patrocinate dal governo statale del
Chiapas per infangare il nome del compa maestro zapatista Galeano e
presentare i suoi assassini come vittime, è stata respinta).
Orbene, non sappiamo se tra queste 1.074 persone che si sono
registrate fino ad ora ci sia qualcuno che si sia confuso e pensi di
essersi registrato al matrimonio della señorita Anahí (sembra che sposi
qualcuno del Chiapas, non so, da queste parti la politica e la commedia
si confondono… Ah!, anche lì? Non mi dite!). Bene, vi dò questo dato
perché sono molte più di quelle che avevamo previsto che assistessero al
semenzaio. Naturalmente, ora il problema è per la banda del CIDECI,
quindi, coraggio!
Cosa? Se potete ancora registrarvi? Credo di sì, non so. Interrogato
al riguardo da Los Tercios Compas, il dottor Raymundo ha dichiarato:
“non c’è problema, comunque, chi poi sta attento sono molti meno”. Ok,
ok, ok, non è quello che ha detto, ma nel contesto avrebbe potuto dirlo.
Inoltre, il doc nemmeno sa quante persone arriveranno al CIDECI.
In ogni caso, se siete assort@ dall’elevata qualità campagne
elettorali e state riflettendo profondamente sulle evanescenti proposte
de@ candidat@, non dovreste perdere il vostro tempo su questa cosa del
pensiero critico.
Bene, non dimenticate lo spazzolino da denti, sapone e qualcosa per pettinarvi.
Dalla portineria del semenzaio, alla ricerca del gatto-cane.
SupGaleano
Messico, Aprile 2015
Il Gatto-Cane nella chat di “Assistenza zapatista al cliente antizapatista”:
(Siete in linea, un nostr@ consulente vi assisterà tra un attimo. Se tarda, è perché è l’ora del pozol. Grazie per la pazienza)
– Pronto?
– Senta, voglio registrarmi.
giovedì 23 aprile 2015
Yemen - Le responsabilità dell’Occidente nella crisi yemenita
Noon Arabia è una cyber-attivista yemenita. È co-fondatrice del blog collettivo Support Yemen e collaboratrice di Global Voices (qui il suo profilo personale). È molto attiva sul suo account di Twitter e cura il blog Notes by Noon.
Osservatorio Iraq ci ha parlato per cercare di capire cosa sta
accadendo in queste ore in Yemen, scosso ancora una volta da disordini e
caos.
Cosa sta accadendo in Yemen?
Lo scorso 26 marzo è iniziato l’intervento di una coalizione militare araba contro gli Houthi (gruppo di ribelli prevalentemente di religione zaydita, il cui nome omaggia il leader dell’insurrezione del 2004 Husayn Badreddin al-Houthi, ndr).
Bersaglio dei bombardamenti della coalizione (formata dai 6 paesi del Golfo, Giordania, Egitto e Marocco e guidata dall’Arabia Saudita, ndr) sono le basi militari e i depositi di armi dei ribelli, nello Yemen del Nord. In meno di dieci giorni, gli attacchi hanno causato centinaia di vittime civili poichè la maggior parte degli obiettivi dei bombardamenti si trova all’interno di aree residenziali.
Al momento, le milizie di Houthi e di Ali Abdallah Saleh (ex presidente yemenita ora alleato dei ribelli, ndr) stanno marciando però verso sud e sono protagoniste di scontri a fuoco con le forze popolari leali ad Hadi (presidente yemenita ufficialmente riconosciuto dalla comunità internazionale ma di fatto non più al potere da gennaio 2012, ndr).
È opinione comune che quella in corso in Yemen sia una “guerra per procura” tra Arabia Saudita e Iran. Sei d’accordo con questa lettura del conflitto?
La guerra è stata voluta dai sauditi per far arrivare all’Iran il messaggio che sono loro i titolari del potere della zona. L’Iran non è direttamente coinvolto, ma molti ritengono che gli Houthi siano supportati economicamente e politicamente da Teheran. Se non è possibile al momento provare una cosa simile, quello che si può affermare senza dubbio è che non sia in atto una guerra civile o settaria, ma uno scontro regionale per il controllo politico dello Yemen.
Obiettivo principale dei nostri vicini sauditi è proteggere lo stretto di Bab el-Mandeb dal controllo degli Houthi e di Saleh. La posizione dello stretto è strategica, poichè ogni giorno circa 4 milioni di barili di petrolio sono traghettati verso l’Occidente ed una sua chiusura provocherebbe la deviazione delle navi da petrolio intorno al Sudafrica, l’allungamento del relativo viaggio a 40 giorni ed un notevole aumento del prezzo dei barili. La posizione dello stretto spiega anche l’interessamento dell’Egitto: la chiusura di Bab el-Mandeb renderebbe di fatto inutilizzabile il Canale di Suez.
Credi che la comunità internazionale abbia delle responsabilità per la (nuova) crisi yemenita?
Cosa sta accadendo in Yemen?
Lo scorso 26 marzo è iniziato l’intervento di una coalizione militare araba contro gli Houthi (gruppo di ribelli prevalentemente di religione zaydita, il cui nome omaggia il leader dell’insurrezione del 2004 Husayn Badreddin al-Houthi, ndr).
Bersaglio dei bombardamenti della coalizione (formata dai 6 paesi del Golfo, Giordania, Egitto e Marocco e guidata dall’Arabia Saudita, ndr) sono le basi militari e i depositi di armi dei ribelli, nello Yemen del Nord. In meno di dieci giorni, gli attacchi hanno causato centinaia di vittime civili poichè la maggior parte degli obiettivi dei bombardamenti si trova all’interno di aree residenziali.
Al momento, le milizie di Houthi e di Ali Abdallah Saleh (ex presidente yemenita ora alleato dei ribelli, ndr) stanno marciando però verso sud e sono protagoniste di scontri a fuoco con le forze popolari leali ad Hadi (presidente yemenita ufficialmente riconosciuto dalla comunità internazionale ma di fatto non più al potere da gennaio 2012, ndr).
È opinione comune che quella in corso in Yemen sia una “guerra per procura” tra Arabia Saudita e Iran. Sei d’accordo con questa lettura del conflitto?
La guerra è stata voluta dai sauditi per far arrivare all’Iran il messaggio che sono loro i titolari del potere della zona. L’Iran non è direttamente coinvolto, ma molti ritengono che gli Houthi siano supportati economicamente e politicamente da Teheran. Se non è possibile al momento provare una cosa simile, quello che si può affermare senza dubbio è che non sia in atto una guerra civile o settaria, ma uno scontro regionale per il controllo politico dello Yemen.
Obiettivo principale dei nostri vicini sauditi è proteggere lo stretto di Bab el-Mandeb dal controllo degli Houthi e di Saleh. La posizione dello stretto è strategica, poichè ogni giorno circa 4 milioni di barili di petrolio sono traghettati verso l’Occidente ed una sua chiusura provocherebbe la deviazione delle navi da petrolio intorno al Sudafrica, l’allungamento del relativo viaggio a 40 giorni ed un notevole aumento del prezzo dei barili. La posizione dello stretto spiega anche l’interessamento dell’Egitto: la chiusura di Bab el-Mandeb renderebbe di fatto inutilizzabile il Canale di Suez.
Credi che la comunità internazionale abbia delle responsabilità per la (nuova) crisi yemenita?
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ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!