sabato 4 luglio 2015

Kurdistan - Appello per la pace delle donne di Turchia

Appello per la pace delle donne di Turchia

Le organizzazioni delle donne in Turchia hanno rilasciato un comunicato congiunto dal titolo ”Noi insistiamo per la pace” dichiarando che le donne manterranno la loro determinazione nel lottare per la pace e hanno avvertito i politici e i media di non presentare la guerra come un’alternativa alla risoluzione pacifica.

Le donne hanno ricordato il selvaggio attacco a Kobanê del 25 giugno costato la vita a 230 civili, e hanno affermato che il massacro ha creato un profondo dolore e rabbia; tuttavia hanno rafforzato la volontà di lottare per la pace invece che scomporsi.

Il comunicato delle donne ha attirato l’attenzione sul fatto che l’attacco a Kobanê dimostra la preparazione di un nuovo periodo di guerra e hanno dichiarato: ”Mentre vi è una guerra al di fuori dei confini, diventa tutto più difficile sviluppare la pace all’interno dei confini. Negli ultimi tre mesi il processo di pace è giunto a una battuta d’arresto. Quando abbiamo pensato che è stato raggiunto un consenso per la democratizzazione della Turchia e della pace sociale, l’odio, ostilità e la rabbia sono diventati di nuovo parte della vita quotidiana “.

Le donne hanno aggiunto che queste politiche di guerra sono state sviluppate nonostante la maggioranza della società nelle ultime elezioni politiche aveva chiesto la pace.

Chiamando in causa  i politici le donne hanno detto:”Mentre vi è un nuovo parlamento dove le differenze del paese sono bene rappresentate,non portate la guerra e i bollettini di guerra come soluzione di ogni problema” e hanno ricordato che un nuovo governo non si è ancora costituito e dunque un governo temporaneo non può assumere la decisione di guerra nel nome di milioni di persone.

Le donne hanno sottolineato che la maggioranza della società alle elezioni ha votato per la pace,e perciò il nuovo parlamento deve agire per sostenere la pace e hanno aggiunto che prima che inizino i lavori ufficiali del nuovo parlamento,un vecchio disegno di legge non può essere fatto sul terreno della guerra.

Le donne hanno anche chiesto agli organi dei media di essere la voce della pace e per far prevalere il giornalismo di pace e il linguaggio della pace.Le donne hanno anche invitato tutte le donne ad insistere sulla pace e hanno dichiarato: “Sappiamo tutti molto bene che cosa significa la guerra. Questo è il motivo per cui dobbiamo insistere sulla pace. Diffondiamo la pace a tutto il paese e gridiamo tutte ‘Siamo determinate per la pace”.

Il comunicato congiunto è stato rilasciato su richiesta dell’Iniziativa delle donne per la pace e sottoscritta dalle organizzazioni femministe, dai comitati delle organizzazioni sindacali, gruppi di studentesse e altre organizzazioni indipendenti delle donne.

domenica 28 giugno 2015

Messico - Nuovo attacco paramilitare.

Caracol Resistencia Hacia un Nuevo Amanecer. La Garrucha.

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
25 Giugno 2015
Alla Sexta nazionale e internazionale:
Come già sappiamo, i malgoverni continuano con le frodi e la violenza. Non importa se sono di un partito o di un altro, il Prepotente vuole sempre stare sopra a costo di quelli che stanno sotto. Per lui a nulla valgono le denunce, è sordo, perché paga profumatamente i media che si vendono affinché parlino bene di lui.

Prima è stato Juan Sabines Guerrero, quello che dicevano di sinistra ed i progressisti di partito venivano perfino ad omaggiarlo, ed il legittimo veniva a gridare “Viva Juan Sabines! “. Juan Sabines Guerrero ha sistemato per bene tutto per far eleggere il “rubio de categoría“, Manuel Velasco Coello, siccome i due appartengono alle famiglie che si spartiscono, insieme ad altre, le poltrone in Chiapas. Juan Sabines Guerrero ha rubato, frodato e compiuto violenze.

Ora Velasco fa lo stesso. Se solo pochi giorni fa ha compiuto una frode con le elezioni violando le stesse leggi di quelli di sopra, ora sta preparando tutto affinché le elezioni locali successive si macchino del sangue di quelli di sotto.

Poiché i governi di sopra non si accontentano solo di mentire, vogliono anche reprimere, imprigionare ed assassinare.

Ora reprimono gli insegnanti democratici che stanno solo dicendo che la cosiddetta riforma della scuola è una menzogna. Perché è una riforma dei padroni contro i lavoratori. Non è per migliorare l’educazione, ma per peggiorarla. E chi la proposta, nemmeno conosce come sono le scuole, né sa come si insegna. Al governo non piace che si dica la verità, quindi mente. Ma siccome nessuno crede più al governo, allora reprime.

Sono talmente senza pudore che il ministro dell’Educazione del governo è un assassino alcolizzato che un giorno dice una cosa ed il giorno dopo dice il contrario. Come fa a proporre una riforma della scuola qualcuno che non sa nemmeno parlare? Si chiama Emilio Chuayffet ed è uno degli assassini di Acteal, è quello che beveva e poi ubriaco diceva un mucchio di sciocchezze. E’ rimasto quello di allora.

Non solo in Chiapas, ma anche a Oaxaca, Guerrero ed in altri stati, i malgoverni vogliono nascondere la verità con le botte, i gas, gli spari e le minacce.

Ormai è evidente che se le loro elezioni “democratiche” non hanno assassinati, picchiati ed imprigionati, a loro non piace. E tutti i partiti litigano per il loro osso e nemmeno si ricordano di chi è stato assassinato, si chiamava Antonio Vivar Díaz ed era maestro, né dei feriti, né degli imprigionati.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!