lunedì 2 settembre 2019

Messico - La sconfitta della contrainsurgencia sociale

La sconfitta della contrainsurgencia sociale

di Raúl Zibechi

Nella misura in cui le politiche o i programmi sociali suonano come il volto buono degli stati della nostra regione, indipendentemente da chi li amministrino, è necessario ricordare le loro origini ed obiettivi dichiarati. Non basta dire che si propongono di ridurre la povertà o che vogliono indebolire i movimenti antisistemici. La storia risale alla guerra del Vietnam e ad un personaggio chiamato Robert McNamara, uno dei quadri più astuti che abbia mai avuto il capitalismo.

Nel 1960 McNamara fu il primo presidente della Ford a non appartenere alla famiglia, carica che abbandonò quando fu nominato segretario alla Difesa tra il 1961 e 1968, durante la guerra del Vietnam. Passò quindi alla presidenza della Banca Mondiale fino al 1981. Durante la Seconda Guerra Mondiale era entrato nell’Aeronautica Militare dove applicò l’arte della gestione aziendale appresa ad Harvard all’efficienza dei bombardieri statunitensi, cosa che gli valse la Legione al Merito come tenente colonnello.

Durante il conflitto in Vietnam comprese che le armi, per quanto siano sofisticate, non vincono le guerre. Diresse la Banca Mondiale con l’obiettivo di ribaltare la sconfitta militare e preparare il terreno affinché questa situazione non si ripresentasse. Comprese che l’ingiustizia sociale e la povertà potevano mettere in pericolo la stabilità del sistema capitalista e, per rimediare, concepì la politica della lotta alla povertà.

Si capisce che per McNamara la povertà è un problema del momento, e solo momentaneamente può destabilizzare il dominio. È una questione strumentale, non etica. Sotto la sua gestione la Banca Mondiale si è trasformata nel centro di pensiero (think tank) più citato dalle accademie andando a definire le politiche dei paesi in via di sviluppo. Come ha sottolineato uno dei suoi collaboratori, Hollis Chenery, si tratta di distribuire un pezzo della crescita della ricchezza e non la ricchezza(*).

La lotta alla povertà ebbe altri due effetti. Riuscì a rimuovere la ricchezza dalla centralità dello scenario politico, come era stato fino al decennio degli anni ’70. Benché oggi sembri incredibile per chi non ha vissuto la rivoluzione mondiale del 1968, la sinistra credeva che il vero problema sociale fosse la ricchezza, per questo tutti i programmi di governo andavano rivolti alla riappropriazione dei mezzi di produzione e di cambiamento, come la riforma agraria, tra molti altri.

La seconda è che si propose, riuscendovi, di influenzare i movimenti antisistemici in una forma molto sottile; attraverso una politica che definirono rafforzamento organizzativo (si ricordi il Pronasol), si scelsero movimenti di lotta per trasformarli – con l’appoggio della Banca Mondiale – in organizzazioni burocratizzate che, d’ora in poi, si specializzeranno nel fare da tramite con le agenzie di sviluppo. La banca smise di gestire i prestiti e si limitò ad accompagnare, formare, fornire consulenza e controllo finanziario.

Per tutto quanto sopra, è importante che le basi di appoggio dell’EZLN siano riuscite a sconfiggere questa contrainsurgencia sociale. Non è usuale. Nel mio paese, l’Uruguay, il progressismo è riuscito ad ammortizzare il conflitto sociale con una serie di politiche sociali che vanno dalla promozione di cooperative dirette dall’alto, fino alla creazione di organizzazioni sociali che hanno l’apparenza di movimenti legittimi. Altri progressismi sono stati più sottili, clonando interi movimenti.

Il comunicato dal titolo Ed abbiamo rotto l’accerchiamento, firmato dal subcomandante Moisés, ci mostra tre aspetti della sconfitta dei programmi sociali.

Il primo è che le basi di appoggio sono uscite dalle proprie comunità per incontrarsi con altri abajos, con chi ci si intende come solo ci si capisce tra chi condivide non solo il dolore, ma anche la storia, l’indignazione, la rabbia.

La seconda è il ruolo importante giocato dai giovani e dalle donne nel compito di rompere l’accerchiamento. La terza è che le donne zapatiste non solo hanno marcato la guida, ma sono state anche ai bordi affinché non deviassimo, e dietro affinché non ritardassimo.

È stato un incontro tra abajos, tra uguali, ben oltre le opzioni politiche congiunturali di ognuno. È stato un incontro di dignità: quella zapatista e quella delle comunità filo-partitiche che si sono ribellate contro il disprezzo, il razzismo e la voracità dell’attuale governo che dà loro elemosine per dividerle.

Mi interessa sottolineare non solo il fatto che hanno rotto l’accerchiamento, ma soprattutto come l’hanno fatto. È una lezione politica ed etica di cui abbiamo bisogno in questa parte del mondo, dove i programmi sociali ispirati dalla Banca Mondiale e realizzati dai progressismi, hanno distrutto l’indipendenza del settore popolare ed incuneato la dominazione, con il beneplacito delle grandi multinazionali.

Potere popolare e programmi sociali sono due forze che si respingono. Quando una vince, l’altra perde.

(*)Citato da Eric Toussaint, Banco Mundial. El golpe de Estado permanente, Abya Yala, Quito, 2007, p. 155.

Traduzione “Maribel” – Bergamo


Testo originale: https://www.jornada.com.mx/2019/08/30/opinion/019a2pol

mercoledì 28 agosto 2019

Messico - SupGaleano: Sonata per violino in sol minore: DENARO.

“… l’astuzia più perfetta del diavolo è persuaderci che egli non esiste!”
Charles Baudelaire in "Le joueur généreux".



I.- L’OTTAVO PASSEGGERO.

Da nessuna parte, e dappertutto. Un treno assonnato è cullato dal suo stesso rumore come le fuse di un gatto. Non viene né va da nessuna parte. O non importa. A bordo, una popolazione di grigi, viva di tante morti, si addormenta. Nell'ultimo vagone, 7 passeggeri solitari, dalle vite e dai vestiti miserabili, si annoiano e si disperano seduti ai loro posti.

Uno dice: "Darei qualsiasi cosa per cambiare la mia sorte". La frase è una specie di linguaggio universale e gli altri 6 annuiscono in silenzio. Il lungo treno malandato entra quindi in un tunnel, che uccide i grigi ed espande le ombre. La porta si apre ed entra un ottavo passeggero, con i vestiti che gridano "non sono di qui", e si siede senza dire una parola. Il tunnel estende l’oscurità.

Qualcosa simile a un tuono, un ramo secco rotto senza che una tempesta lo abbatta. Degli occhi fiammeggianti appaiono nel buio. Lo sguardo del fuoco parla: “Non penso di aver bisogno di presentarmi. Ognuno di voi mi ha invocato con o senza parole e alla vostra chiamata rispondo. La vostra anima in cambio di un desiderio. Fate voi il prezzo.
"

Uno sceglie la salute, sceglie di non ammalarsi mai. Satana risponde: "concesso
", raccoglie l’anima del sano e la mette in tasca.

Un altro opta per la saggezza, per sapere tutto. Il diavolo sussurra: "concesso", prende l’anima del saggio e la mette in tasca.

Il terzo sceglie la bellezza, sceglie di essere ammirato. Il re dell’inferno dice: "garantito". E l’anima del bello è ospitata nella bisaccia.

Il quarto preferisce il Potere, sceglie di comandare e di essere obbedito. 

Lucifero sospira: "concesso". E l’anima del capo si unisce alle altre nella sua giacca.

Il quinto segnala: "i piaceri", suscitare passione con la sola volontà. Il demonio sorride compiaciuto: "concesso". E l’anima dell’edonista si unisce alle altre nel cappotto scuro.

Il sesto si erge e sceglie la fama, essere riconosciuto e acclamato da tutti. Satana non fa alcun gesto quando dichiara: "concesso". E l’anima del famoso è un’altra tra le altre prigioniere.

Il settimo canta quasi quando dice «l’amore». Il Malevolo fa una risata mentre scrive "c-o-n-c-e-s-s-o" e l’anima dell’amante finisce in fondo al sacco.

L’angelo caduto guarda impazientemente l’ottavo passeggero che non dice nulla e scarabocchia su un quaderno.

Lucifero addolcisce la voce quando chiede: “E qual è il tuo desiderio? Qualunque esso sia ti sarà concesso solo in cambio della tua anima passeggera."

L’ottavo passeggero si alza ed emette un mormorio: "Io sono il Denaro, compro le 7 anime degli infelici che ti hanno creduto e compro anche te per servirmi ed obbedirmi
".

"il grande drago, l’antico serpente chiamato diavolo e Satana, che inganna il mondo intero" (Ap 12, 9), sorride furtivo e sancisce, prima di mettersi lui stesso nella borsa delle anime vendute:

“Così sia, signor Denaro. Ma la tua rovina è nella tua stessa essenza e la tua fortuna oggi, sarà la tua disgrazia domani”.

Il denaro prese la borsa, uscì dall'ultimo vagone e il treno dal tunnel.

Dietro di loro l’oscurità si espandeva per conquistare il giorno…



-*-

II.- LA CRISI E LE RESPONSABILITÀ.

"Quando c’è una crisi, compra a buon mercato e aspetta che passi per rivendere a caro prezzo. Se non c’è crisi, provocala con una guerra. Per uscire dalla crisi, fai un’altra guerra. La guerra, come non ha detto Clausewitz, è l’autostrada per entrare e uscire dalle crisi con altri mezzi, compresi quelli nucleari."
Don Durito de La Lacandona. Scarafaggio e Dottore in Economia Selvatica.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!