di Astrit Dakli
L’Ucraina ha da oggi un nuovo presidente, anche se non tutte le incertezze legate a queste elezioni si sono ancora risolte. Cinque anni dopo la «Rivoluzione arancione» che annullò la sua fraudolenta vittoria nelle presidenziali del 2004, per darla poi nel «replay» a Viktor Yushenko, Viktor Yanukovich si è preso la sua rivincita, sia materiale che morale, imponendosi sulla premier ex «arancione» Yulija Timoshenko in un voto che gli osservatori internazionali hanno definito «una dimostrazione impressionante di democrazia».
Con il 99,3 per cento delle schede scrutinate, Yanukovich ha ottenuto il 48,77 per cento dei voti, contro il 45,65 della Timoshenko e il 4,37 di voti andati alla scelta «contro tutti», presente sulla scheda elettorale. Molto alta (appena sotto il 70 per cento) la partecipazione al voto: un risultato importante, visto il clima di scetticismo e disillusione riguardo alla politica che ormai domina nel paese.
Siamo partiti il 7 gennaio, destinazione Argentina: dieci carovanieri accomunati dall’idea di approfittare del viaggio per vedere cosa accade, come si organizza la gente, come resiste in questo immenso paese del Sud America. Per la prima volta la carovana Ya Basta parte dal Nord, dalla provincia de La Rioja, nei paesi di Chilecito e Guandacol, per conoscere le realtà delle assemblee cittadine autoconvocate: una nuova espressione dei movimenti che nasce dai bisogni concreti dei cittadini.