giovedì 8 aprile 2010

Osservatori di Pace a Van

Report della delegazione italiana che è stata nel Kurdistan turco dal 17 al 23 marzo 2010

Le basi di Lula

Anche il Brasile decide di contribuire alla "lotta contro il narcotraffico"

Il 31 marzo il quotidiano brasiliano O Estado ha annunciato che il Brasile inizierà una negoziazione con il governo statunitense per l'apertura di una base militare a Rio de Janeiro. Il tema è stato toccato martedì scorso, durante un incontro tra il presidente brasiliano Lula da Silva e Douglas Fraser, capo del Comando Sur statunitense.

L'obiettivo ufficiale della base - come delle altre che gli Stati Uniti stanno inaugurando in America Latina - sarà quello vigilare il narcotraffico, il contrabbando di armi e monitorare possibili attività terroristiche nell'Atlantico meridionale. Secondo i promotori dell'iniziativa, la base funzionerà sotto il comando del Brasile.

Se si considera la reazione di Lula di fronte all'annuncio dell'apertura delle basi statunitensi in Colombia – la cui presenza aveva fortemente allarmato il presidente brasiliano, preoccupato per la sovranità nazionale dei paesi latinoamericani – risulta singolare vederlo ora tanto compiacente nell'assecondare le ansie legate alla sicurezza che da sempre tolgono il sonno agli amministratori statunitensi.

Kirghizistan, ri-rivoluzione colorata

Le opposizioni prendono il potere instaurando un governo provvisorio guidato da Roza Otunbayeva, molto vicina agli Usa, che infatti sono stati subito rassicurati sulla permanenza della loro grande base militare nel paese
Chi di rivoluzione colorata ferisce, di rivoluzione colorata perisce.
Cinque anni dopo essere salito al potere con la 'rivoluzione dei tulipani', il presidente kirghiso Kurman Bakyiev è stato rovesciato nello stesso modo e dalle stesse forze che lo avevano portato in carica: quelle sostenute dagli Stati Uniti, delusi dai risultati del cambio di regime del 2005.

Desencapucharnos


Articolo di Gustavo Esteva
  su La Jornada – 5 Aprile 2010
L’incidente sarebbe banale e ridicolo se non fosse così minaccioso e pericoloso. Non possiamo passarci sopra.
Il 27 marzo il titolo “Desencapuchan al subcomandante Marcos” è apparso sulla prima pagina di Reforma. Firmata dallo staff editoriale, la notizia mostrava fotografie di volti scoperti, uno dei quali sarebbe stato quello del subcomandante Marcos, accompagnate da “informazioni strategiche” sullo zapatismo che un presunto disertore avrebbe consegnato al giornale.
La persona “desencapuchada” è Leuccio Rizzo, un cittadino italiano conosciuto da diverse organizzazioni chiapaneche che ha già denunciato l’irresponsabilità del giornale nell’utilizzo calunnioso della sua faccia.

Vittorio Zucconi, gli zapatisti e la cattiva informazione

"Todos somos Marcos": volete le foto di tutti noi in basso a sinistra?

Come passare da una notizia non verificata alla  "normalizzazione di un sogno"


Avvertenza: questa non vuole essere una lezione di giornalismo a opera di uno scribacchino, bensì una pubblica protesta di un attivista, contro un palese caso di disinformazione.
Una notizia quantomeno sospetta, lanciata dal quotidiano messicano Reforma, ha fatto il giro del mondo: ecco il dossier sugli zapatisti, ecco il volto scoperto del Subcomandante Marcos, ecco chi finanzia l’EZLN! Molti organi di stampa si sono affrettati a fare eco. Prendiamo il caso italiano: Corriere, Sole24Ore, Repubblica, e molti altri quotidiani hanno riportato la notizia acriticamente. Proprio su Repubblica del 28 marzo spiccava il caso limite, rappresentato dal blasonatissimo Vittorio Zucconi.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!