lunedì 12 settembre 2016

Kurdistan - Öcalan: L’isolamento continua, non ho problemi dal punto di vista fisico

Öcalan: L’Isolamento continua, non ho problemi dal punto di vista fisico
Conclusa la conferenza stampa del fratello di Apo. 

Mehmet Öcalan ha riferito le parole che Abdullah Öcalan ha detto: “Se lo Stato è pronto, manderà qui due dei suoi uomini, questo è un problema serio, i nostri progetti sono pronti, possiamo risolvere la questione in sei mesi.”

Il fratello del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, Mehmet Öcalan, che lo ha visitato nel carcere di Imralı ieri ha tenuto una conferenza stampa oggi con gli attivisti in sciopero della fame ad Amed.

Ha detto: “La sua salute era buona. Ha detto che domani è l’Id, la Festa del Sacrificio, ma quando in un Paese ogni giorno muoiono 30-40 persone, non ci può essere alcuna festa. Questo non è etico. La soluzione è nelle nostre mani, possiamo risolverla.”

Mehmet Öcalan ha fatto una dichiarazione in turco e in curdo e ha detto che il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan manda a tutti i suoi saluti e il suo rispetto.


Mehmet Öcalan ha riportato alcuni dettagli della vista effettuata raccontando che insieme a Apo c’erano 2-3 persone con lui e che lavorano insieme. 

Di seguito le dichiarazioni di Abdullah Öcalan riportate dal fratello.

"L’isolamento continua, ma non ho problemi dal punto di vista fisico. La situazione continua come prima. Siamo in contatto con quegli amici come prima, abbiamo i nostri progetti, possiamo completarli in sei mesi. Prima di tutto non siamo stati noi a distruggere il processo. Il comitato che è venuto da me ha detto che sarebbero tornati tra due settimane e che il processo sarà risolto presto. Si, la questione curda è una questione pesante. Non si tratta di 20 anni, va dura da 150, 200 anni. 30 persone muoiono ogni giorno. Se lo Stato fosse sincero, non ci sarebbero così tante morti. Questo Paese non merita questo. Tutti coloro che hanno una coscienza deve considerare questo. Se lo Stato è pronto, manderà qui due dei suoi uomini. Questa è una questione seria, i nostri progetti sono pronti. Possiamo risolvere la questione in sei mesi. Questa è una guerra cieca. È una guerra nella quale nessuno può vincere. Questa guerra è continuata per 40 anni. Forse continuerà per altri 80 anni. È una vergogna per via delle persone che muoiono. Questo sangue e queste lacrime devono finire.
La soluzione non può essere unilaterale, la parte più grande è lo Stato. Se lo Stato punta a questo, questo problema non continuerà troppo a lungo, sarà risolto."


Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha chiesto alle istituzioni democratiche, agli intellettuali, ai democratici a i pensatori umanitari di unirsi per una soluzione alla questione curda.

venerdì 9 settembre 2016

Messico - "Orgogliosamente zapatista" da CompArte al Festival di dicembre 2016


Svolto in maniera itinerante nei 5 Caracol zapatisti CompArte è stata uno straordinario laboratorio espressivo in cui le basi d’appoggio zapatiste hanno mostrato la complessità dell’esperienza che si sviluppa nelle comunità indigene del Chiapas.

La proposta dell’EZLN nasce dalle riflessioni proposte nel Seminario "Il pensiero critico di fronte all’Idra Capitalista" del maggio 2015. 


La necessità di comprendere le trasformazioni del capitalismo per individuare le strade di un’alternativa radicale, ampliando la riflessione attraverso l’arte e la scienza.

Prossima tappa a dicembre per l’incontro “Gli Zapatist@ e le CoScienze per l’Umanità”.

Noi vi parteciperemo e saremo in Chiapas a dicembre 2016, se siete interessati contatteci presso cooperazionerebeldenapoli@gmail.com




E’ veramente difficile racchiudere in poche parole la grossissima ricchezza espressa dalle basi d’appoggio zapatiste in quello che è stato mostrato nei 5 Caracol.

Lo stesso Subcomandante Moises nell'ultimo incontro a Roberto Barrios non ha trovato le parole per racchiudere le molteplici riflessioni sulla realtà contenute nei pezzi di musica, teatro, danza e arti visive che hanno visto protagonisti centinaia di zapatisti.


Uomini e donne, ragazzine e ragazzini, anziane ed anziani, che in mezzo alla loro dura vita quotidiana si sono ritagliati il tempo per immaginare e "mettere in scena" realtà, sogni, speranze e denuncia di quel che era ed è lo sfruttamento sulle popolazioni indigene e non solo.


All'inizio il Festival doveva svolgersi tra il Caracol di Oventic e la sede del Cideci a San Cristobal, ma l’Ezln ha trasformato parte della sua partecipazione nella solidarietà ai maestri in lotta, devolvendo le provviste raccolte per la partecipazione delle basi d’appoggio di tutte le regioni.

Comparte si è svolto perciò in maniera itinerante. 


La prima parte presso l’Università della Terra a San Cristobal con la partecipazione di artisti dal Messico e dal mondo, poi nel Caracol di Oventic, dove all'inizio è stato letto un comunicato dell’Ezln, dedicato a come si utilizzino gli indigeni per scopi di potere e alla fine il Subcomandante Moises ha spiegato il senso profondo della ricerca zapatista.


La prima parte di Comparte si è conclusa al Cideci con la serata di chiusura a cui hanno partecipato centinaia di zapatisti, per poi spostarsi nei quattro Caracol, a Morelia, La Realidad, La Garrucha e concludersi a Roberto Barrios.

Quella che vi proponiamo di seguito sono solo alcune opere realizzate dagli zapatisti. 

L’articolo che vi apprestate a scorrere non va solo letto ma guardato, ascoltato e ... danzato. 

Buona visione e appuntamento a dicembre.
Per informazioni cooperazionerebeldenapoli@gmail.com

giovedì 8 settembre 2016

Honduras - Lettera a mia madre

demo-berta-caceres-2A sei mesi dall’assassinio di Berta Cáceres, i responsabili materiali di un crimine che ha ferito milioni di persone nel mondo intero e i loro mandanti restano impuniti. Il governo dell’Honduras continua a ignorare senza alcun pudore la richiesta di un’indagine indipendente, la sola che potrebbe rivelare una verità fin troppo facile da intuire. 
L’impresa Desa, che ha ideato un progetto sul fiume Gualcarque contro il quale l’attivista indigena si è battuta fino alla fine dei suoi giorni, tenta intanto di ripulire la sua immagine. Le banche continuano a finanziare come se nulla fosse avvenuto il business che investe su quella devastazione del territorio. 
Bertha Zúniga Cáceres, 25 anni, scrive alla mamma per dirle che la sua voce e il suo sorriso vivono in lei e che non perderà la speranza

martedì 6 settembre 2016

Messico - Gli Zapatisti, l'etica e la dignità

mujeres-zapatistas-8-Un gruppo di militanti del partito verde ecologista del Chiapas ha pensato bene di indossare i passamontagna degli zapatisti per compiere provocazioni armate e sabotare la protesta dei maestr@s   (in Messico i “verdi” sono nella coalizione che ha fatto eleggere il presidente federale Enrique Pena Nieto e hanno ottenuto un governatore molto corrotto, proprio in Chiapas). I provocatori sono stati scoperti e pubblicamente smascherati. La squallida vicenda ha però fornito all’Ezln l’occasione per chiarire la relazione di assoluto rispetto dell’autonomia di una lotta dura e difficile che gli zapatisti sostengono guardandosi bene dalla tentazione di poterla condizionare o “dirigere” indicando, magari, il giusto cammino rivoluzionario. Raúl Zibechi ricorda quanto un comportamento del genere, ispirato da una rigorosa critica dell’avanguardismo e all'affermazione dell’etica e della dignità dei popoli, sia stato raro nella cultura anticapitalista del nostro tempo.
.di Raúl Zibechi
Una delle prime tecniche che abbiamo imparato nella militanza è stata come “dirigere” le assemblee. Come manipolarle, in realtà. In piena adolescenza, noi studenti eravamo già in grado di imporre quello che consideravamo adatto per “la causa” senza che ci importasse troppo se gli altri lo condividevano. Eravamo l’avanguardia, punto.
Una delle principali correnti politiche di quel periodo aveva un modo di agire nelle assemblee che consisteva nel far parlare i propri quadri per ore e ore, fino a quando i presenti si stancavano e iniziavano ad andarsene. Ponevano i propri militanti alle porte delle sale per convincere i loro a non andarsene ancora e quando erano sicuri di essere in maggioranza, chiedevano il voto. E vincevano quasi sempre. Quelli che cercavano di tagliare discorsi tanto lunghi, erano accusati di violare la libertà di espressione.

lunedì 5 settembre 2016

Messico - Convocazione del Quinto Congresso Nazionale Indigeno

CONVOCAZIONE DEL QUINTO CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO

Considerando che:

1. Nel mese di ottobre del presente anno il Congresso Nazionale Indigeno, spazio di unità, riflessione ed organizzazione dei popoli indigeni del Messico, compie 20 anni di lavoro ininterrotto a promuovere la ricostituzione integrale dei nostri popoli e la costruzione di una società nella quale ci stiano tutte le culture, tutti i colori, tutti i popoli che formano il Messico.

2. Durante tutti questi anni e con più forza a partire dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona emessa dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, abbiamo forgiato una parola ed un agire che ha contribuito alle lotte di resistenza e ribellione in tutta la geografia nazionale e che non solo manteniamo la nostra decisione di continuare ad esistere, ma la onoriamo con la forza del nostro pugno alzato, la onoriamo tessendo accordi profondi e collettivi che si riflettono nell’attenzione alla terra, alle nostre lingue, alle tradizioni, ai nostri governi collettivi di molteplici nomi e forme; tutti questi che conservano al loro interno la fiamma dell’autonomia che non cessa di illuminare il cuore collettivo delle comunità, quartieri, nazioni e tribù che siamo; accordi profondi che si realizzano giorno per giorno facendo sì che da ognuno di essi emergano territori complessi che insieme costituiscono la nostra autonomia e libera determinazione.

3. Mentre noi tessiamo la vita, il capitalismo disegna e configura i “suoi” propri territori di morte sopra i nostri, in tutti gli angoli del nostro dolente Messico. Sulle nostre terre ci sono presunti territori minerari, attività dei cartelli della criminalità organizzata, dell’agroindustria, territori di partiti politici, di urbanizzazione, e programmi di conservazione tutti imposti sulle nostre terre e in nessuno di loro, non importa quale nome sia dato dal sistema o dai suoi malgoverni ubbidienti, ci stanno i popoli indigeni.

4. I capitalisti in maniera sanguinaria hanno iniziato ed ingrandito giorno dopo giorno una guerra di conquista per impadronirsi di quello che è stato sempre nostro ed in questa costante guerra di sterminio si presentano con tutte le loro maschere: quella dell’impresario, del politico, del poliziotto, del militare o del sicario, a seconda del caso. E come sempre, dalla nostra parte ci sono i morti, i desaparecidos, gli imprigionati, i territori saccheggiati o distrutti e la persecuzione contro qualunque speranza collettiva, autonoma e ribelle.

5. Di fronte all’offensiva capitalista contro i nostri popoli abbiamo resistito, dalla devastazione abbiamo sognato e costruito nuovi mondi, dal lutto per i nostri compagni assassinati i popoli hanno ricreato nuove forme di resistenze e ribellione che ci permettano di fermare in maniera urgente questa devastazione, percorrendo l’unica strada possibile per quelli che stanno in basso e a sinistra, costruendo ed esercitando la giustizia negata dai potenti che dicono di governarci.

6. È urgente ritrovarci in queste nostre fiamme di resistenza, autonomia e ribellione che brillano in ognuno dei popoli originari che tessono nuovi mondi dal basso, da dove nasce l’amore e l’impegno ancestrale con la nostra madre terra.

Abbiamo deciso di CONVOCARE le autorità ed i rappresentanti diretti dei popoli, nazioni, tribù, quartieri, comunità ed organizzazioni indigene alla celebrazione del:

QUINTO CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO
Che si svolgerà nel contesto della celebrazione del 20° anniversario del CNI e che avrà luogo dal 9 al 14 ottobre nelle installazioni del Centro Indigeno di Formazione Integrale (CIDECI – UNITIERRA) nella città di San Cristóbal de las Casas, Chiapas, in territorio zapatista, secondo il seguente:

P R O G R A M M A

9 ottobre
Arrivo al CIDECI e registrazione di autorità, rappresentanti, delegati indigeni, stampa e invitati dalla Commissione di Coordinamento del CNI.

10 e 11 ottobre
Inaugurazione del Quinto Congresso Nazionale Indigeno.
Tavoli di lavoro sui seguenti temi di discussione:
1. Sottrazione e repressione
2. Le nostre resistenze e ribellioni
3. Un bilancio del CNI
4. Proposte per rafforzare il CNI

12 ottobre
Festa per il 20° anniversario del Congresso Nazionale Indigeno

13 ottobre
Riunione plenaria, accordi e conclusioni.
Chiusura del Quinto CNI.

14 ottobre
Ritorno ai luoghi di origine.

La registrazione de@ delegat@ indigeni potrà avvenire anticipatamente per posta elettronica all’indirizzo del CNI: catedratatajuan@gmail.com

Le/I membri della Sexta Nazionale e Internazionale che desiderino unirsi come osservatori alle sessioni del V° CNI dovranno registrarsi previamente all’indirizzo:
cni20aniversario@ezln.org.mx

Il Quinto Congresso Nazionale Indigeno avrà sessioni pubbliche (inaugurazione e chiusura) e chiuse. La stampa che si registrerà presso la Commissione di Coordinamento del CNI e la cui partecipazione sia convalidata dalla commissione stessa, potrà coprire solo le sessioni pubbliche del CNI. La registrazione per la stampa si terrà i giorni 9 e 10 ottobre nella sede del Congresso.
Distintamente.

Luglio 2016

Per la ricostituzione Integrale dei Nostri Popoli
Mai Più un Messico senza di Noi

Congresso Nazionale Indigeno
Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Traduzione “Maribel” – Bergamo

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!