A 26 anni dalla fine della dittatura, e a 43 dal golpe, in
Cile si cominciano a vedere segnali di un vero cambiamento della
direzione di marcia nella società. Non parliamo delle prossime elezioni
amministrative, dove l’astensione raggiungerà cifre sempre più alte. C’è
un cambiamento molto visibile, mostrato dalle manifestazioni di agosto
contro il sistema privatistico delle pensioni introdotto da Pinochet nel
1980, le più importanti dal ritorno della democrazia. Un attacco
preciso alle banche e all’accumulazione di capitale delle élite. E c’è
un possibile cambiamento più in profondità, nell’educazione, un
cambiamento impercettibile agli analisti che non vedono quel che succede
nella parte bassa della società: in appena tre anni sono state create
30 scuole, licei e università popolari e comunitarie. Sono insediate nei
territori delle periferie urbane, gestite in forma autonoma con il
sostegno dei genitori e del quartiere. Intanto, su una popolazione di 17
milioni di persone, 11 milioni sono indebitate e 4 sono insolventi. La
gente però si è svegliata
di Raúl Zibechi