lunedì 2 novembre 2009

Afghanistan - Abdullah Abdullah lascia il ballottaggio

Lo sfidante getta la spugna


"Un'elezione trasparente non è possibile": è quanto ha affermato lo sfidante del presidente afghano Hamid Karzai, Abdullah Abdullah, anunciando il suo ritiro delle elezioni presidenziali, dopo i pesanti brogli al primo turno del 20 agosto. A questo punto Karzai pare restare solo. In teoria è il presidente senza aspettare il ballottaggio in programma per domenica prossima.

I commentatori politici vedono una situazione non certo facile nel paese.

"E' stata una decisione difficile", ha detto ai giornalisti, dopo un incontro con i suoi sostenitori in una enorme tenda ad ovest di Kabul, dove otto anni fa nacque il primo governo afghano del dopo-talebani.

Ha aggiunto che questa sua scelta è anche per "protestare contro il cattivo comportamento del governo, e della Commissione elettorale indipendente", e di aver "tentato in ogni modo di persuadere Karzai" ad accettare le sue condizioni. "Ma - ha concluso - non siamo giunti ad alcuna conclusione".

Ricordiamo che le condizioni che aveva posto prevedevano la chiusura di seggi 'fantasma', la cacciata del responsabile della Commissione elettorale indipendente, ovvero un ex collaboratore di Karzai, e di tre ministri, tra cui quello degli interni, da lui considerati responsabili delle frodi.

Senza queste premesse, ha detto Abdullah, "il secondo turno sarebbe ancora peggiore del primo", in cui circa un milione di voti sono stati annullati e l'iniziale consenso del 56,6% attribuito a Karzai è stato poi ridotto al 49,7%, contro il 30,59% di Abdullah.

Dopo queste dichiarazioni l'ex ministro degli esteri di Karzai ha evitato di scaldare gli animi esortando i suoi sostenitori alla calma.

Ha affermato che per lui gli elettori sono "liberi di scegliere".

Dalle fonti ufficiali di Karzai viene la notizia che il ballottaggio si farà comunque.

Ma questo è ora il punto. Secondo quanto hanno sostenuto fonti dello staff elettorale di Karzai, il ballottaggio deve tenersi comunque. Il capo della Commissione elettorale Daud Ali Najafi ha dal canto suo affermato che "in base alle leggi elettorali e alla Costituzione, si deve tenere un secondo turno", mentre l'Onu ha fatto sapere di auspicare una soluzione "legale e senza rinvii".

RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

El Pais

Le Monde

New York Times

Al Jazeera


Honduras - Accordo sul percorso per il reintegro di Zelaya

La resistenza del popolo dell'Honduras
ha raggiunto un primo obiettivo


L'OSA, Organizzazione degli Stati Americani, ha annunciato la firma di un accordo tra i delegati del presidente Manuel Zelaya e quelli di Roberto Micheletti che sblocca lo stallo politico in cui si trovavano i negoziati.

L'intesa prevede che il Congresso Nazionale (il parlamento monocamerale del Paese) decida sul reinsediamento di Zelaya nell'incarico di capo dello stato - in attesa delle presidenziali di novembre - dopo aver ascoltato i pareri della Corte Suprema di Giustizia, della Procura Generale e del Supremo Tribunale Elettorale.

A dare l'annuncio è stato Victor Rico segretario dell'Osa.

Zelaya ha espresso soddisfazione.

Comunicato del Frente Nacional contro el golpe

El Frente Nacional de Resistencia contra el Golpe de Estado, ante la inminente firma del acuerdo negociado entre la comisión representante del presidente legítimo Manuel Zelaya Rosales y los representantes del régimen de facto, comunica a la población hondureña y la comunidad internacional:
1. Celebramos como una victoria popular sobre los intereses mezquinos de la oligarquía golpista, la próxima restitución del presidente Manuel Zelaya Rosales. Esta victoria se ha obtenido con más de 4 meses de lucha y sacrificio del pueblo, que a pesar de la salvaje represión desatada por los cuerpos represivos del estado en manos de la clase dominante, ha sabido resistir y crecer en conciencia y organización hasta convertirse en una fuerza social incontenible.

2. La firma por parte de la Dictadura del documento donde se establece “retrotraer la titularidad del Poder Ejecutivo a su estado previo al 28 de junio”, representa la aceptación explícita de que en Honduras hubo un golpe de estado que debe ser desmontado para volver al orden institucional y garantizar un marco democrático en el que el pueblo pueda hacer valer su derecho de transformar la sociedad.

3. Exigimos que a los acuerdos que se firmen en la mesa de negociación se les de trámite expedito en el Congreso Nacional. En ese sentido, alertamos a todos nuestros compañeros y compañeras a nivel nacional para que se sumen a las acciones de presión para que se cumpla inmediatamente lo consignado en el documento final que se elabore en la mesa de negociación.

4. Reiteramos que la Asamblea Nacional Constituyente es una aspiración irrenunciable del pueblo hondureño y un derecho innegociable por el cual seguiremos luchando en las calles, hasta lograr la refundación de la sociedad para convertirla en justa, igualitaria y verdaderamente democrática.

“A 125 DÍAS DE LUCHA AQUÍ NADIE SE RINDE”
Tegucigalpa, M.D.C. 30 de octubre de 2009

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!