venerdì 29 gennaio 2010

Primo Marzo 2010 - Un giorno senza di noi...un giorno con tutti noi

Un giorno CON NOI, con i precari ed i disoccupati, con i lavoratori dipendenti e autonomi, un giorno degli autoctoni e dei migranti, uno giorno con noi TUTTI, per far vedere quanto siamo importanti.

Era il primo maggio 2006 quando milioni di indocumentados riempirono le piazze degli USA per dar vita a quello che poi è rimbalzato in ogni angolo del mondo con il nome di un dia sin nosotros, un giorno senza di noi.
Allora, solo pochi anni fa, milioni di migranti senza documenti rivendicavano la centralità del loro lavoro, della loro presenza, nel funzionamento della più grande economia del mondo. E l’eco di quella marcia non ha smesso di rimbombare ancora tra i diversi continenti, fino a prendere forma nei giorni nostri nelle 24 ore senza immigrati, la giornata senza di noi del primo marzo 2010.
Quel mondo però sembra non essere più lo stesso.

Il popolo honduregno ha scelto la piazza

Multitudinaria mobilitazione della Resistenza oscura la cerimonia d’insediamento e saluta Zelaya

Centinaia di migliaia di honduregni hanno marciato nuovamente per le strade di Tegucigalpa e San Pedro Sula, inviando un messaggio molto chiaro al presidente Porfirio Lobo Sosa: non ci potrà essere riconciliazione senza una giusta punizione per i golpisti e l’inizio di un percorso che conduca alla rifondazione del paese attraverso un Costituente. Il presidente Manuel Zelaya è volato verso la Repubblica Dominicana insieme alla sua famiglia, promettendo di far ritorno nel paese molto presto e di continuare a lavorare per la rivendicazione del suo popolo.

Video sulla manifestazione a Tegucigalpa:

Lotta contro la morte nelle carceri israeliane.

Un’organizzazione per i diritti umani palestinese riferisce che 22 prigionieri palestinesi lottano contro la morte nell’ospedale del carcere israeliano di al-Ramla.

L’associazione at-Tadàmun Internazionale, in un comunicato stampa diramato lunedì 25 gennaio ha diffuso un elenco contenente i nomi dei prigionieri palestinesi detenuti nell’ospedale del carcere al-Ramla "Mrash" (vicino a Gerusalemme) che versano in condizioni di salute estremamente difficili.
L'associazione ha precisato che si tratta di ventidue prigionieri che si trovano permanentemente nell’ospedale del carcere, e che decine di altri prigionieri arrivano in ospedale per cure o esami e poi tornano in cella.
L’associazione ha riferito della negligenza medica verso i prigionieri nell'ospedale della prigione; prigionieri che non ricevono le cure necessarie e che non si fidano dei medici israeliani e chiedono perciò un intervento, in nome dei diritti umani, affinché le loro vite siano salve.

Appello per il Newroz 2010


Newroz 2010: viaggio di conoscenza e di solidarietà per promuovere, in ambito europeo, un’attenzione sulle violazioni dei diritti umani in Turchia affinché ciò sia di monito e di stimolo al cambiamento di questo Stato. Non lasciamoli soli!  Costruiamo reti di solidarietà senza confini, per la pace, la giustizia e la libertà!

È il Newroz, il 21 Marzo, la festa del nuovo giorno, la festa che per tutti i popoli mesopotamici e per il popolo kurdo in particolare, segna la fine dell’oscurità e la rinascita della luce e della vita.
È la festa del fuoco, la festa della purificazione, il giorno dell’identità nazionale kurda negata dall’autoritarismo della Turchia e degli altri Stati tra i quali il Kurdistan è suddiviso.
Il Kurdistan, il paese che non c’è, una delle più grandi nazioni  al mondo alla quale viene negato il diritto ad esistere. Quaranta milioni di cuori che lottano, che soffrono e che trovano in questa festa la sintesi e  l’apoteosi della loro lotta.

Londra fumo negli occhi

 Alla conferenza di Londra sull’Afghanistan si discute di pace e di negoziati con i talebani, ma intanto si continua a fare la guerra e a preparare nuove offensive
di Enrico Piovesana

Mentre a Londra si aprivano i lavori della conferenza internazionale sull'Afghanistan - in cui per la prima volta si discuterà di trattative con i talebani - a Kabul un giovane imam, Mohammad Yunus, 36 anni, moriva al volante della sua auto, crivellata dai colpi di mitra sparati da un soldato statunitense dalla torretta del suo blindato, che evidentemente temeva fosse un kamikaze.
L'ennesimo "incidente", che ha immediatamente scatenato una rabbiosa protesta popolare davanti alla base militare Usa di Camp Phoenix. "Ci dispiace molto, ma sono cose che capitano. La famiglia sarà risarcita", è stato il commento ufficiale del comando Nato - che intanto prepara una nuova grande offensiva militare nella provincia meridionale di Helmand per "liberare" dai talebani il distretto di Garmsir: lo stesso dove pochi giorni fa l'esercito afgano aveva sparato sulla folla che protestava contro i violenti rastrellamenti dei marines nei villaggi della zona.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!