domenica 10 giugno 2012

Palestina - Jenin - Zakaria Zubeidi e Nabil Al-Raee liberi subito!


Il cofondatore e il direttore artistico del Freedom Theatre sono trattenuti illegalmente, il primo dall'Autorità Nazionale Palestinese, il secondo dall'esercito israeliano


Comunicato stampa del Freedom Theatre e appello per la liberazione immediata.

Ambasciata palestinese in Italia via Guido Baccelli, 10 00100 Roma - Tel 06/7005041
Ambasciata d'Israele via Michele Mercati, 14 00197 Roma - Tel 06/36198500 Fax 06/36198555 Email  cons5@roma.mfa.gov.il - amb-sec@roma.mfa.gov.il

Action Alert: Free Al-Raee e Zubeidi

Zakaria Zubeidi trattenuto illegalmente dall'Autorità Palestinese
Zakaria Zubeidi, cofondatore e appassionato sostenitore del Freedom Theatre è stato arrestato dalle Forze di Sicurezza Palestinesi il 13 maggio e trasferito alla prigione di Jericho. Da allora Zakaria non ha potuto incontrare il suo legale Farid Hawash o avere qualsiasi contatto con la sua famiglia.
"Non sono in condizione di determinare se Zakaria abbia subito un corretto trattamento dal momento che non sono stato messo in condizione di parlare con lui" dichiara l'avv. Hawash. "Si deve applicare la corretta procedura della legge palestinese; come suo difensore mi deve essere concesso incontrare il mio assistito".
Stando a quanto affermato dal suo avvocato, l'arresto di Zakaria non si è attenuto alle forme del giusto processo, considerando che avrebbe dovuto essere portato davanti alla corte di Jenin e non trasferito direttamente a Jericho.
E' stato anche violato il suo diritto a comunicare con la famiglia dopo un massimo di dieci giorni, come il suo diritto a consultarsi con un avvocato.
Dopo aver viaggiato fino a Jericho, l'avvocato Hawash ha solamente potuto vedere Zakaria giusto il tempo di un minuto per salutarlo.
Vi chiediamo di contattare i seguenti rappresentanti dell'Autorità Palestinese per chiedere che rispettino la legge palestinese nel caso di Zakaria Zubeidi e di altri detenuti. Chiediamo anche di verificare la presenza di una rappresentanza Olp nel vostro paese.
00-970-(0)59-777-88-87 Majd Faraj, Head of Palestinian Intelligence
00-970-(0)59-900-00-11 Abo Mohammad Shadeh, Head of the security of the President’s Office
00-970-(0)59-944-75-47 Dr Said Abo Ali, Minister of Interior
00-970-(0)59-930-38-50 Saeb Erekat, Head of negotiations
00-970-(0)59-955-88-22 Ataeb Abdurahem, National Security

Nabil Al-Raee trattenuto illegalmente dall'esercito israeliano

Canada - #OccupyMontreal..e ci si mette anche Anonymous


di Ivan Grozny
Quando venerdì è stato interdetto l'afflusso del pubblico al circuito, andando contro la tradizionale giornata di apertura con accesso gratuito della tre giorni del GP di Formula 1, si era capito che tirava un'aria strana. Il campionato più incerto degli ultimi anni deve fare i conti con la crisi mondiale. Crisi economica e non solo. E quindi oltre all'attenzione a quello che accade in pista, doveroso osservare ciò che accade attorno al circus.
Del Bahrain ci siamo occupati , e come anticipato, ma non ci voleva un genio per capirlo, finito il GP la questione sarebbe scomparsa dall'attenzione dei media. Per lo meno da noi. Le immagini che vi segnalo le ha raccolte un giornalista inglese, che è riuscito, non senza problemi, a farle uscire dal Paese e a diffonderle. Vale la pena vederle, e riguardano proprio i giorni del GP, quello che non ci hanno mostrato, chiaramente.
A Montreal è la volta degli studenti, invece, che rivendicano il diritto a manifestare, prima di tutto, visto che anche nel Canada moderno e progressista (ha ancora un senso questo termine? Ne ha mai avuto uno?) la libertà di manifestare è regolata da norme molto severe. Anzi, proprio in Quèbec le limitazioni in questo senso sono cresciute. Le manifestazioni si susseguono da febbraio e hanno portato a centinaia di arresti. A metà maggio il governo del Quebec ha introdotto la legge speciale 78 che impone di comunicare alla polizia con otto ore di anticipo l'organizzazione e il percorso di cortei e manifestazioni. Sono previste severe pene pecuniarie o addirittura l'arresto per chi contravviene.

venerdì 8 giugno 2012

Europa - La Grecia ci salverà.


di Slavoj Zizek

Al termine della sua vita Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, fece la famosa domanda «che cosa vuole una donna?», ammettendo la perplessità di fronte all'enigma della sessualità femminile. Una simile perplessità sorge oggi: «Che cosa vuole l'Europa?» Questa è la domanda che voi, il popolo greco, state rivolgendo all'Europa. Ma l'Europa non sa quello che vuole. Il modo in cui gli stati europei e i media riportano ciò che sta accadendo oggi in Grecia è, credo, il miglior indicatore di che tipo di Europa vogliono. È l'Europa neoliberale, è l'Europa degli stati isolazionisti. I critici accusano Syriza di essere una minaccia per l'euro, ma Syriza è, al contrario, l'unica possibilità che ha l'Europa. Ma quale minaccia. Voi state dando all'Europa la possibilità di uscire dalla sua inerzia e di trovare una nuova via.
Nelle sue note sulla definizione di cultura, il grande poeta conservatore Thomas Eliot ha sottolineato quei momenti in cui l'unica scelta è tra eresia e il non credere. Vale a dire momenti in cui l'unico modo per mantenere il credo, per mantenere viva la religione, è necessario eseguire una diversione drastica dalla via principale. Questo è ciò che accade oggi con l'Europa. Solo una nuova eresia - rappresentata in questo momento da Syriza - può salvare ciò che vale la pena salvare dell'eredità europea, cioè la democrazia, la fiducia nelle persone, la solidarietà egualitaria. L'Europa che vincerà, se Syriza verrà messa fuori gioco, sarà un'Europa con valori asiatici: e, naturalmente, questi valori asiatici non hanno nulla a che fare con l'Asia, ma con la volontà attuale ed evidente del capitalismo contemporaneo di sospendere la democrazia.

martedì 5 giugno 2012

Messico - L'addio a Don Juan Chávez Alonso


Si sono svolte a Nurío, nello stato di Michoacán, i funerali di Don Juan Chávez.
Migliaia di indigeni hanno dato il loro ultimo saluto ad uno dei più combattivi rappresentanti del Congresso Nazionale Indigeno, considerato un "fratello maggiore" dai tanti indigeni che lo hanno conosciuto e apprezzato come uno dei maggiori difensori dei diritti indigeni.
Tratto d Desinformémonos
Con el himno zapatista tocado por la banda del pueblo, seguido por más de mil purépechas de la región con el puño izquierdo en alto, además de representantes de diversos pueblos indígenas del país, hoy se dio el último adiós a Juan Chávez Alonso, luchador social, defensor de la tierra y del territorio, hermano mayor del Congreso Nacional Indígena (CNI). Su madre, Francisca Alonso, de 93 años; su esposa, Celia Rodríguez, y sus hijos y nietos encabezaron la ceremonia luctuosa.
Hermano Juan Chávez, hoy te decimos que las semillas que has sembrado a lo largo de todo el país están creciendo y nos ayudan a hacer frente a las inmensas dificultades que viven todos los territorios de nuestros pueblos, señaló José Cruz, comunero de Milpa Alta, en el mensaje leído en nombre del CNI. Después vinieron los saludos del pueblo yaqui de Sonora y kumiai de Baja California. Además, los mensajes hechos llegar de España, Francia y Estados Unidos.
La trascendencia de Juan Chávez, su espíritu combativo y su firmeza, al no ceder un ápice a los ofrecimientos de los gobiernos en turno, hicieron de su despedida un acto de resistencia y solidaridad. Tres gigantescas mantas, una de los purépechas, otra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN) y una más del CNI fueron colocadas en la plaza central, frente a la jefatura de la tenencia de la tierra, donde se le rindió homenaje después del servicio religioso.
No le llegamos a la estatura al tata Juan. No tuvimos los calzones para seguirle el paso, por eso ahora nos deja ese compromiso. Tata Juan vivió siempre en la lucha, jamás lo compraron. Creía en la libertad y en la autonomía, no en los programas gubernamentales como Oportunidades. No se dejó comprar como muchos de sus compañeros desgraciados que se vendieron el gobierno, expresó el religioso Pancho durante la combativa misa de cuerpo presente.
Los comuneros de Cherán, actualmente en lucha por la defensa de sus bosques, se hicieron presentes, al igual que los de Nahuatzén y de otras comunidades de la meseta purépecha, quienes caminaron con el ataúd en hombros por las calles principales de Nurio, hasta llegar al panteón comunitario, donde fue colocada encima, antes de que lo cubriera la tierra, una bandera del EZLN recién confeccionada por jóvenes de Morelia.
La noche anterior decenas de purépechas velaron el cuerpo, colocado en un pequeño cuarto lleno de flores, velas y diversas imágenes. Una foto de él con el subcomandante Marcos fue colocada al centro. Las paredes se llenaron de carteles y recortes de periódicos de toda una vida de lucha. Una imagen de la comandante Ramona, con quien compartió la fundación del CNI en octubre de 1996; una cartulina con los Acuerdos de San Andrés, que él ayudó a construir y después luchó por su cumplimiento; fotografías de Juan Chávez en los años 70 labrando la tierra, y muchas más de los zapatistas. Además, con su inseparable gabán y sombrero.
Mi padre fue una persona de ideales y lucha. Siempre de defender. Fue un hombre con buenas causas por el bien de los pueblos. Hoy tenemos un dolor muy fuerte, porque este árbol se nos acaba de partir, expresó su hija Margarita Chávez, quien lo acompañó en muchas batallas.
Su pensamiento político es escuchado en toda la región. Del sistema político actual, decía, no se puede esperar nada. Destruyeron la Constitución. Ahora las leyes favorecen al poderoso, al rico, al que tiene el poder político. Las leyes no favorecen a los trabajadores, el pueblo de México, las comunidades, a nuestros pueblos indígenas. A nadie. Todo está orientado a fortalecer ganancias a los empresarios, a los capitalistas. Para el trabajador, pura pobreza, dolor, desesperación y sufrimiento. No hay futuro para los jóvenes o para los niños en esas condiciones.

lunedì 4 giugno 2012

Messico - E' mancato Don Juan Chavez, esponente del movimento indigeno


A Morelia nello Stato del Michoacan è morto Don Juan Chavez uno dei rappresentanti più conosciuto del movimeno indigeno del Messico. Tra i fondatori del Congresso Nazionale Indigeno, sempre al fianco del movimento zapatista. 
Da Desinformemonos
Morelia. Michocán. Don Juan Chávez Alonso, uno de los referentes más importantes del movimiento indígena nacional, falleció este 2 de junio en un accidente mientras construía la troje de su casa, ocurrido el martes 29 de mayo en el poblado de Nurío, en la entrada de la meseta purhépecha. Le sobreviven su esposa Celia Romero, su madre Doña Francisca Alonso, sus siete hijos y nietos.
Don Juan, impulsor da la autonomía indígena, hombre reconocido como un sabio, firme y leal a los principios zapatistas desde 1994 y hasta el último de sus días, fue trasladado el miércoles a un hospital público de Morelia, lugar al que acudieron su familia, autoridades de la comunidad y compañeros de lucha.
Hombre respetado por los pueblos, tribus, naciones y barrios indígenas del país, además de intelectuales y académicos con los que compartió el proceso de diálogo de San Andrés Sacamchén de los Pobres entre 1995 y 1996, don Juan fue clave en el seguimiento de las iniciativas del Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN), tanto para la construcción de los Acuerdos de San Andrés como para la lucha por su cumplimiento, la fundación y seguimiento del Congreso Nacional Indígena (CNI) y el recorrido de La Otra Campaña.
Hoy se espera su traslado a la emblemática comunidad de Nurío, donde será velado en el pueblo que lo vio nacer hace 71 años.
Una de las últimas apariciones públicas de don Juan fue en diciembre y enero pasados, en las jornadas del seminario “Planeta Tierra: movimientos antisistémicos”, en San Cristóbal de las Casas, en el marco del 18 aniversario del levantamiento del EZLN.
Aquí don Juan Chávez se disculpó por no contestar a la interrogante planteada por Desinformémonos sobre la influencia del EZLN en los movimientos antisistémicos emergentes.  “Me van a disculpar porque no soy yo la persona mejor capacitada para hablar sobre esos temas. Para eso se organizó este evento, para que quienes están organizando las nuevas resistencias compartan con todos nosotros su experiencia. Nosotros por nuestra parte hemos estado bastante ocupados, trabajando en el campo, pues seguimos creyendo que la lucha sigue estando en sembrar la tierra”.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!