giovedì 6 novembre 2014

Messico - Attacco contro la Comunità Indigena Ñatho

DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO E L’EZLN 

3 novembre 2014

Alla Comunità indigena Ñathö San Francisco Xochicuautla


Alla Sexta Nazionale e Internazionale


Ai Popoli del Mondo

Oggi, di nuovo i nostri fratelli e le nostre sorelle della Comunità Indigena Ñatho di San Francisco Xochicuautla, hanno difeso il loro territorio dalla distruzione e dalla voracità con cui si vuole imporre ad ogni costo un’autostrada di quelli che stanno sopra per quelli di sopra, violando le leggi messicane ed internazionali.

martedì 4 novembre 2014

Messico - Dichiarazione congiunta del Congresso Nazionale Indigeno e dell'EZLN

Sull'intromissione nelle terre comunali della Comunità indigena Ñatho di San Francisco Xochicuautla e l'attentato contro Lauro Baumea della Tribu Yaqui.

Alla Comunità indígena Ñathö di San Francisco Xochicuautla
Alla Tribu Yaqui
Alla Sexta Nacional e Internacional
Ai Popoli del Mondo
Una volta ancora il dolore e l’indignazione dei popoli in ribellione e resistenza, che formiamo il Congresso Nazionale Indigeno fa unire le nostre voci, rabbia e dolore, ora per i nostri specchi della Comunità indigena Ñathö di San Francisco Xochicuautla e per i difensori dell’Acqua della Tribu Yaqui.
I nostri fratelli e sorelle di Xochicuautla hanno difeso i loro boschi, opponendosi alla costruzione dell’autostrada privata Toluca-Naucalpan, perché sanno che dai loro alberi, le loro montagne, le loro vene d’acqua sorge la vita. 
Hanno vinto un processo che proibisce i lavori nelle loro terre comunali e dal 8 ottobre di quest’anno, lavoratori dell’impresa protetti da gruppi tattici della “secretaria de seguridad ciudadana del Estado de México” stanno invadendo queste terre, tagliando centinaia di alberi. Tutto questo perché al malgoverno non interessa se noi che stiamo in basso usiamo le loro leggi per difenderci, rompono le loro stesse leggi per distruggerci, perché per questo le hanno costruite.
Ci sono atti di vera e propria provocazione, persecuzione, ostilità ed ingresso illegale nel territorio comunale: l’impresa di costruzione Autovan, guidata da un tale chiamato Fernando Ambriz, ha fatto irruzione, facendo correre la voce tra la popolazione che chiunque avesse cercato di fermare i lavori sarebbe stato arrestato. 
L’impresa non ha nessun documento che avvalli la sua presenza, dato che c’è una sentenza che definisce nulle le assemblee fatte per “permettere” il passaggio del progetto e invalida il “convenio de ocupación previa” e tutto quello che c’è annesso. Una sentenza che compie quanto stabilito dal magistrato Jorge J. de Silva Cano del tribunale unitario agrario con sede a Toluca.
Nuovamente lo Stato messicano per mezzo del governatore Eruviel Ávila Villegas viola in maniera flagrante i nostri diritti e non obbedisce ai pareri giudiziari emessi dai tribunali, utilizzando ancora una volta in maniera distorta il proprio potere. Agisce così perché è contro di noi, popoli originari.
Ci fa male anche quello che sta succedendo ai nostri fratelli della millenaria ed eroica Tribù Yaqui, che stanno difendendo la vita e l’acqua: l’attentato contro la vita del compagno Lauro Baumea, a cui hanno incendiato due macchine dentro casa e a cui hanno detto che la prossima volta non saranno solo le macchine a bruciare..
Questi attentati contro la vita sono in tutto il paese, perché la mafia pericolosa che è lo stato messicano è contro tutti quelli che difendono, come noi, la terra, le sue risorse; Utilizzano la paura e il terrore perché pensano che così noi che stiamo in basso non ci muoveremo, non ci organizzeremo ma invece questa guerra che sentiamo contro di noi e che ci addolora non ci farà annichilire, perché il dolore e la rabbia che proviamo ci unisce e costruiamo ribellione e resistenza. E’ la dignità che nutre la nostra lotta.
Esigiamo che si rispetti il bosco di Otomí-Mexica e Comunità indígena Ñathö di San Francisco Xochicuautla!
Esigiamo la cancellazione della Autostrada privata Toluca-Naucalpan e che il territorio Ñatho sia protetto completamente!
Esigiamo che non si minacci la vita di Lauro Baumea e il rilascio di Mario Luna e Fernando Jimenez fratelli della tribu Yaqui!

Il loro dolore è il nostro, la sua rabbia è la nostra!

Mai più un Messico senza di noi

28 di Ottobre del 2014
Congresso Nazionale Indígeno

Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale



venerdì 31 ottobre 2014

Kurdistan - Guardando Kobane

Guardando Kobane….di Silvia Todeschini
C’è sempre qualcuno che guarda verso Kobane, di giorno, di notte. Qui sono tutti specialisti: riconoscono se a sparare è la resistenza delle Ypg e Ypj o i fascisti dell’ISIS dal suono delle armi. Quasi tutti noi che dormiamo nel villaggio di Masl abbiamo qualche conoscente o amica/o dall'altra parte, ci sono molte madri in attesa dei figli e delle figlie.
Ieri sera, vicino al fuoco, una profuga di Kobane, dopo aver scherzato sugli strani giochi della sorte che hanno fatto si che il minareto del suo quartiere crollasse sulla casa dell’unica famiglia cristiana, mi ha detto: “da quando sono uscita, sono stata a Suruc e a Urfa, e poi però sono tornata qui, che sono più vicina a Kobane, mi sembra di respirarne l’aria, qui quasi mi sento a casa. Quando Kobane sarà libera vieni che ci entriamo assieme? Ti ospito a casa mia! Però prima devi imparare il curdo, così quando entri parli con tutti.”
Una volta qui è arrivata una cattiva notizia. Una madre piangeva ed era vicina allo svenimento dal dolore. Una volta sola però: qui, quello che vedo, è una ferma volontà: noi vogliamo vincere. Noi vogliamo liberare Kobane. Per poter liberare Kobane, dobbiamo essere sicuri che ce la faremo. Dobbiamo portare ottimismo. Quindi solo buone notizie, per favore: per le cattive notizie ci sarà sempre tempo. Il morale è alto, il sorriso è sempre pronto. Però gli occhi girano ancora verso la città di Kobane, ad ogni bomba, ad ogni sparo. Ad osservare il fumo che sale, a non sapere chi possa essere rimasto sotto le macerie, a sperare per il ritorno alle proprie case, o a quello che ne rimane.

martedì 28 ottobre 2014

Messico - Contro il dolore, la rabbia e la speranza

di  Giovanna Gasparello (Antropologa presso Università Autonoma Metropolitana di Città del Messico)
L’ondata di proteste contro l’eccidio di 50 giovani studenti universitari perpetrata un mese fa nella città di Iguala, Guerrero, non accenna a fermarsi ma, con il passare dei giorni, cresce sia nelle dimensioni che nella radicalità delle rivendicazioni avanzate. L’esigenza principale è la presentazione con vita dei 43 studenti dell’Universitá per maestri rurali di Ayotzinapa, nello stato del Guerrero, sequestrati e desaparecidos dalla polizia della cittá di Iguala in collusione con il cartello del narcotraffico locale lo scorso 26 settembre, quando sono anche state uccise sei persone (di cui tre studenti) dalla stessa polizia.
Dopo la rinuncia del governatore dello stato, Angel Aguirre, e la nomina di Rogelio Ortega al suo posto, i genitori ed i compagni degli studenti sequestrati denunciano che il cambio di facciata a livello politico non cambia minimamente la situazione di stallo delle indagini. Nonostante le proteste popolari e gli appelli diplomatici delle Nazioni Unite, della Commissione Interamericana per i Diritti Umani, del Parlamento Europeo e degli Stati Uniti, le istituzioni giudiziare hanno dimostrato un’estrema inefficenza ed un cinico disinteresse durante le indagini, lasciando fuggire i mandanti della strage, ostruendo il lavoro dei periti indipendenti, e limitandosi a cercare i corpi nei cimiteri clandestini, mentre sono gli stessi familiari che strenuamente continuano le ricerche capillari e coordinano le attività di centinaia di persone civili, giunte in carovane da molte regioni del Guerrero ed anche da altri stati che percorrono la zona da cima a fondo alla ricerca dei giovani. 
Durante le ricerche sono state scoperte più di cento fosse clandestine, ricolme di cadaveri smembrati o carbonizzati, nella zona circostante Iguala. Cinicamente, le autorità si sono limitate a dire che i corpi non sarebbero quelli diegli studenti, la qual cosa solleva una domanda ancora più inquietante: e allora, di chi sono? Chi sono tutti quei morti? E comunque, dove sono gli studenti?
Sembrerebbe che l’ennesimo, barbaro crimine abbia fatto esplodere la grande pentola a pressione che è diventato il Messico negli ultimi dieci anni. Le recenti dichiarazioni del Procuratore Generale cercano di vincolare gli studenti ai gruppi di narcotrafficanti, con l’intenzione di applicare ancora una volta il perverso meccanismo che trasforma la vittima in criminale rendendola complice del crimine che ha subito, e sollevando così le autorità dall’obbligo morale della ricerca di verità (“alla fin fine, è stato un regolamento di conti, erano tutti criminali, non vale la pena cercare la giustizia”, sarebbe il messaggio). Tali dichiarazioni hanno esasperato l’enormità del dolore dei familiari, dei giovani studenti, e di milioni di persone vissute per anni nella morsa della paura e dell’indifferenza.

Brasile - Sem Terra e senza Tetto programmano sempre maggiori mobilitazioni nel 2015

I principali gruppi di Senza Terra e di Senza Tetto nel paese si stanno già organizzando per intensificare le mobilitazioni nel 2015. Sia il Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST) che il Movimento Senza Tetto (MTST) non hanno dichiarato sostegno a nessun candidato al primo turno, ma hanno dichiarato che avrebbero votato per Dilma Rousseff (PT) al ballottaggio, contro Aecio Neves (PSDB), considerato una minaccia per le conquiste del periodo precedente.
di Camilla Veras Mota do Valor   (traduzione Antonio Lupo)

Per Gilmar Mauro, coordinatore nazionale del MST, l'esaurimento del modello di crescita in cui " guadagnano sia i lavoratori che i padroni" - inaugurato dal PT e difeso in parte anche nel discorso elettorale del candidato tucano - e la composizione più conservatrice del Congresso neoeletto, dove il gruppo legato all'agribusiness da gennaio 2015 avrà 273 deputati e senatori (il 33% in più rispetto alla legislatura precedente), deve stimolare l'attività dei movimenti sociali. "Il prossimo governo dovrà scegliere chi perderà , e abbiamo bisogno di lottare perché non siano i lavoratori."

Il programma d'azione comincerà ad essere discusso entro la fine dell'anno.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!