domenica 3 novembre 2019

Italia - Con Zerocalcare si apre la raccolta fondi per le comunità zapatiste

A sostegno dei nuovi Centri di Resistenza Autonoma e Rebeldia Zapatista (CRAREZ)

“Qui siamo, siamo zapatisti. Perché ci vedessero ci siamo coperti il volto, perché ci nominassero abbiamo negato il nostro nome. Scommettiamo il presente per avere futuro e per vivere moriamo. Siamo zapatisti, in maggioranza indigeni di stirpe maya. Non ci vendiamo, non ci arrendiamo e non zoppichiamo.
Siamo ribellione e resistenza. Siamo una delle tante mazze che romperanno i muri, uno dei tanti venti che spazzeranno la terra, e uno dei tanti semi dai quali nasceranno altri mondi.
Siamo l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.”



Comunicato EZLN - Abbiamo rotto l’accerchiamento - Agosto 2019


Nell’agosto 2019 gli zapatisti annunciano la nascita di nuovi Centri di Resistenza Autonoma e Rebeldia Zapatista (CRAREZ), creando sette nuovi Caracoles, sedi delle Giunte di Buongoverno, e quattro nuovi Municipi Autonomi, come risposta all’accerchiamento militare portato avanti dalla Guardia Nazionale dispiegata in Chiapas dal nuovo governo, pseudo progressista, di Andres Manuel Lopez Obrador,
Per sostenere i nuovi Centri e l’autonomia zapatista abbiamo chiesto la collaborazione di artisti italiani nella raccolta fondi.

Primo artista ad accogliere questo appello è stato Zerocalcare che ha donato un disegno dedicato agli zapatisti.

I soldi ricavati con questa iniziativa andranno alle comunità indigene dell’EZLN in Chiapas, Messico.

SOSTENIAMO L’AUTONOMIA ZAPATISTA

Trovi:
Taccuino tascabile – formato A6 – 96 fogli righe - 8 euro
Quaderno – formato A5 – 240 fogli bianchi - 15 euro
Tazza Mug – 330 ml – ceramica - 12 euro


Presso:
Associazione Ya Basta - Caminantes – Via Barbarigo 49 Padova tel. 049830969 mail padova@yabasta.it
Cooperazione Rebelde Napoli – tel. 3357888115 - Napoli mail cooperazionerebeldenapoli@gmail.com
Associazione Ya Basta Bologna - Centro sociale Tpo Via Casarini 17/4 Bologna mail yabasta.bologna@gmail.com

Associazione Ya Basta Roma Moltitudia - per Roma Centro tel. 3464104107
                                                                 - per Latina tel. 3394784890



SE NON PUOI RAGGIUNGERCI TI SPEDIAMO NOI QUELLO CHE VUOI

Invia una mail con i recapiti per la spedizione a padova@yabasta.it
Costo 10 euro. (8 + 2 spese postali) per taccuino tascabile
Costo 17 euro (15 + 2 spese postali) per quaderno
Per la spedizione delle tazze i costi dipendono dalla formula scelta per l’invio


Pagabili :
- presso il conto corrente Banca Popolare Etica intestato Associazione Ya Basta - Onlus IT76D0501812101000011007374 con la causale: Donazione zapatisti

- tramite il nostro conto Paypal - Donazione zapatisti
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Quaderni e taccuini Zerocalcare

Dal 1994, quando apparvero sulla scena mondiale con un’insurrezione armata, gli zapatisti hanno costruito un inedito percorso di autogoverno ed autonomia.
Attraverso i Municipi Autonomi, le Giunte del Buongoverno le comunità zapatiste amministrano in forma indipendente la vita sociale: salute, educazione, produzione, giustizia, e comunicazione e tanto altro.

Un cammino non facile, costruito giorno dopo giorno, confrontandosi con mille contraddizioni e scontrandosi con i costanti attacchi dei vari Governi messicani che si sono susseguiti: dall’uso criminale dei gruppi paramilitari alla militarizzazione dell’intera regione, accompagnata dalle false promesse racchiuse nei “programmi di sviluppo” per gli indigeni.
E’ un percorso che parte dal basso, coinvolgente, che oggi giovani ragazze e ragazzi, cresciuti negli anni dopo il 1994, nel pieno del processo di costruzione autonoma, continuano da protagonisti sulla strada aperta in quel ormai lontano 1 gennaio del 1994.
Le donne sono sempre state in prima fila, cambiando radicalmente le relazioni in un contesto in cui se è difficile essere donna, lo è ancor di più se sei povera ed indigena.
Raccontare quel che è cambiato in quelle lontane montagne del Sud Est messicano non è semplice, perché a vivere il cambiamento, come un processo continuo, sono migliaia di uomini e donne di ogni età.

Appoggiamo e sosteniamo gli zapatisti, che non hanno mai voluto essere un modello da imitare ma invece un’esperienza da condividere con chi crede che un altro mondo sia possibile.
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Tazze Zerocalcare per gli zapatisti

Iniziativa in collaborazione con Oblò APS, associazione impegnata a divulgare il linguaggio del fumetto.
La prima parte dei fondi raccolti verranno consegnati a dicembre 2019 dalla delegazione che partirà dall’Italia per partecipare al secondo Incontro Internazionale delle donne che lottano e per visitare le comunità zapatiste.

sabato 2 novembre 2019

Cile - Anatomia di una protesta

di Gabriella Saba


C'è un episodio che racconta più di altri le proteste in Cile e le sue cause. È la telefonata intercettata e apparsa sui media in cui la primera dama Cecilia Morel si sfoga con un'amica per quelle marce e le violenze, l'ostilità di tante gente che non si spiega, non capisce. “È come se ci fosse una invasione di alieni”, dice con voce rotta, e la frase pur nella tragedia degli eventi diventa meme, la signora irrisa, eletta a simbolo dello scollamento tra chi governa il Cile e la realtà. Alieni? Gente che scende in strada a protestare contro il miserabile stipendio minimo di 301milapesos (425 dollari) e una pensione media che si aggira intorno ai 260 dollari grazie alla legge sulle Afp, le  assicurazioni obbligatorie varate da Pinochet e appena ritoccate dai governi democratici, che spremono il lavoratore e arricchiscono le assicurazioni in cambio di pensioni risibili? Quelle che in tutto il mondo avevamo salutato come un successo, salvo capire dopo un po' che non funzionavano, che non si vive con quelle cifre?

Eppure, con quel discorso pieno di terrore Cecilia Morel esprime i sentimenti della sua classe, quella distanza siderale che separa in Cile un pugno di ricchissimi che fanno parte del governo o lo controllano e il resto del paese. Lontani nei quartieri raffinati alle pendici delle Ande, sospesi in atmosfere rarefatte e vagamente irreali che fanno somigliare il mondo sotto a un formicaio di miserie umane e di fatica e delinquenza, le élite cilene anziché seguire il passo del Paese lo hanno fermato, mummificati in quell'idea obsoleta di sistema (ricchi e poveri, bianchi e indigeni) contro cui la gente è scesa in piazza. “Non sono mai stato nel Centro”, ammettono con tranquillità molti di loro. “È troppo pericoloso, capitano certe cose”. Il Centro è il cuore della città, quello in cui c'è la Moneda e alcune delle principali università, uffici e palazzi delle istituzioni, non è pericoloso affatto ma è off limits per le famiglie dai cognomi europei e bianche come latte, perché ci sono troppi indigeni e meticci e insomma il popolo e una certa qual piccola borghesia e negozi ordinari e ristoranti a poco prezzo che si contendono i clienti a colpi di offerte su completos e coca-cola. È dalla plaza Italia a cui le proteste di questi giorni hanno dato fama internazionale e che divide in due la città che comincia il Centro: andando verso l'alto si allunga Providencia e la città bene, sempre più chic a mano a mano che si sale; dall'altra parte c'è il Centro, che è più scaciato e popolare mentre avanzi verso la Moneda e dopo che la superi.

Alameda, @Javier Godoy Fajardo
Nel Cile privatizzato da Pinochet e appena modificato dei governi democratici, le differenze di classe sono drammatiche e l'ascensore sociale ha perso credibilità. Tutto è privato, tutto costa e tanto, istruzione e salute. Le scuole private sono carissime, quelle pubbliche offrono una preparazione scarsa che non garantisce il punteggio minimo necessario per accedere alle università, tutte a pagamento e che si dividono in due gruppi: quelle sovvenzionate e statali in cui occorre oltre alla retta anche il punteggio alto e quelle private a scopo di lucro in cui basta pagare e che assicurano in genere una preparazione scadente e un titolo che vale poco in cambio di rette per cui le famiglie si indebitano. Per inciso: il costo di una università parte da 3.500 dollari all'anno, ma per quelle più prestigiose come la Universidad Católica si arriva a mille dollari al mese. 

Anche la salute è privata, curarsi costa molto e le due assicurazioni di Isapre e Fonasa salassano i cileni. La divisione è fisica e architettonica. Nei cosiddetti quartieri alti gli spazi sono dilatati, i giardini immensi, i mall lussuosi e la Univerdidad de los Andes, la più cara e la più esclusiva, appare all'improvviso alla fine della salita di San Carlos de Apoquindo come una cittadina in mezzo al verde in cui si aggirano studenti che sembrano svedesi per quanto sono chiari, un segno di opulenza e classe. I quartieri bene si chiamano Lo Curro, La Dehesa, Lo Barnechea, sono i quartieri alti, il Barrio Alto mentre i cileni bene sono chiamati cuicos: i discendenti ricchi degli europei che arrivarono qui a ondate nel corso dei secoli, i baschi spagnoli ma anche i tedeschi e i francesi, gli inglesi. Cuicos è la parola che ho sentito pronunciare più volte nei miei tre anni cileni. A volte con disprezzo, spesso con invidia. Cuico non si diventa, è un marchio di razza, ma è il sogno di molti meticci avere un giorno il nipotino biondo perché quella tua figlia che massacrandoti con tre lavori sei riuscito a mandare alla Catolica chissà che non sposi un cuico e ti regali quel salto di classe e il nipotino quasi bianco a furia di incroci, con gli occhi azzurri come alla Dehesa. Per inciso, non tutti i bianchi sono cuicos ma un meticcio non può naturalmente essere cuico, e ci sono cuicos di sinistra che però non vivono in quei quartieri così in alto.

Alameda, @Javier Godoy Fajardo
Per molto tempo il sogno americano del salto di censo e classe è stato un drive formidabile che ha motivato i cileni a qualunque sacrificio, poi a mano a mano si è sgonfiato, e insomma molta gente ha smesso di crederci. Quelle decine di carte di credito che assicurano l'accesso alla spesa anche ai più poveri attraverso pagamenti dilazionati all'infinito si è capito che sono una fregatura, insomma il sistema ha deluso e mostrato la corda: a furia di comprare la gente si indebita fino alla morte. “Quante rate?”, mi aveva chiesto la cassiera di un centro commerciale di Santiago mentre le consegnavo la maglietta da venti euro, il mio primo acquisto in Cile. Avevo pensato fosse una battuta, e invece era normale pagare a quel modo, ero io strana con i miei pesos in mano. Nel suo saggio di culto Cile actual. Anatomia de un mito, il sociologo comunista Tomás Moulian spiega con arguzia come l'accesso al credito abbia dato ai cileni un senso di identità, l'essere “comprante” ha preso il posto dell'essere sociale, con un senso politico. 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!