Una fiammata di proteste, come non si vedeva da anni per l’anniversario della Nakba (la “catastrofe” nazionale palestinese), ha avvolto ieri i confini tra Israele, Libano e Siria, oltre ai valichi tra lo Stato ebraico e la Striscia di Gaza. Incidenti sono avvenuti anche in Giordania e ieri sera al Cairo Il bilancio di morti oscilla tra 10 e 12. I feriti sono centinaia.
Il fatto più eclatante è avvenuto sulle Alture del Golan (territorio siriano occupato da Israele) dove centinaia di profughi palestinesi e cittadini sriiani hanno superato di slancio le barriere sulle linee d’armistizio e sono arrivati fino al villaggio druso di Majdal Shams nel territorio controllato da Israele. I militari delo Stato ebraico sono stati colti di sorpresa ma pochi minuti dopo sono intervenuti con forza aprendo il fuoco e uccidendo almeno cinque manifestanti. Decine di feriti. Fonti ufficiali israeliane hanno riferito di feriti anche tra i soldati. Sono stati, di fatto, gli scontri più gravi dalla guerra del 1973-74 tra Israele e Siria, lungo linee armistiziali dove per oltre 30 anni la situazione è rimasta sostanzialmente calma.
Altri sei manifestanti, tra palestinesi e libanesi, sono stati uccisi nelle stesse ore dai soldati israeliani a Maroun al Ras alla frontiera con il Libano, dove centinaia di profughi si sono radunati per commemorare la Naqba. I feriti sono stati un centinaio. Un giovane palestinese invece è stato ucciso anche a Gaza, nei pressi di Shujayeh, dal fuoco dell’esercito israeliano. Poco prima al valico di Eretz con Israele centinaia di ragazzi, con in mano le bandiere della Palestina, hanno aggirato i posti di controllo del governo di Hamas e dell’Autorità nazionale palestinese e si sono lanciati in una corsa di alcune centinaia di metri verso le postazioni (di cemento armato) dell’esercito israeliano accanto al terminal. Il fuoco dei militari ha fatto una ottantina di feriti. E’ stata smentita la morte di un fotoreporter palestinese riferita in precedenza.
Manifestanti pro-palestinesi sono rimasti feriti in scontri con la polizia anche nella città giordana di Karameh, provenienti da diverse città e campi profughi (la Giordania ospita il maggior numero di palestinesi, molti dei quali vivono disseminati in 13 campi). Almeno 24 persone inoltre sono rimaste ferite ieri al Cairo vicino all’ambasciata d’Israele. La polizia ha lanciato candelotti lacrimogeni e sparato in aria per disperdere centinaia di persone che chiedevano l’espulsione dell’ambasciatore di Israele e la rottura della relazioni diplomatiche tra l’Egitto e lo Stato ebraico. Poco prima nella capitale egiziana si erano svolta la visita di Amos Gilad (capo del dipartimento politico e di sicurezza del ministero della difesa israeliano), la prima conosciuta di un alto funzionario israeliano in Egitto dopo la caduta dell’ex presidente Hosni Mubarak l’11 febbraio scorso.
tratto da Nena News