Gli «indignados» di Tel Aviv resistono. L’accampamento di viale Rothschild non smobilita, nonostante le cariche della polizia a cavallo di sabato sera e le decine di fermi effettuati tra le oltre 20mila persone che hanno sfilato nelle vie del centro per protestare contro le «case d’oro», gli affitti stratosferici, il costo della vita insopportabile e a favore dell’aumento dei salari e di ciò che rimane dello stato sociale. Al contrario la mobilitazione si intensifica. Oggi centinaia di manifestanti hanno bloccato alcuni degli incroci stradali più trafficati a Tel Aviv e in altre città, come Haifa e Rosh Hain. Un campo di tende improvvisato è spuntato all’improvviso accanto alle Torri Azrieli mandando in tilt il traffico. Ma nessun taxista e automobilista ha protestato, il consenso alle iniziative degli indignati è ampio in tutto il paese. Tutti si sentono nella stessa barca.
La mobilitazione sembra espandersi di giorno in giorno e il premier Netanyahu, un convinto liberista in economia che ha contribuito in questi ultimi anni a smantellare lo stato sociale in Israele e ad accrescere la povertà, ora comincia a temere gli «indignados» che assicurano di voler restare a tempo indeterminato in strada, fino a quando le autorità non prenderanno provvedimenti concreti.
«La casa e il pane non sono un lusso» scandivano i manifestanti sabato scorso mentre sfilavano lungo il centro della città. La risposta della polizia è stata violenta: cariche, arresti, manganellate. Ma l’accampamento non si muove e centinaia di persone, in molti casi intere famiglie, rimangono accampate a due passi da Piazza Habima.
Tratto da:
Il Manifesto
La polizia ieri sera ha caricato la manifestazione di oltre 20mila persone. Decine i contusi e gli arrestati. «Anarchici contro il muro» nell’accampamento degli «indignati» in via Rothschild sollevano anche la questione dei diritti dei palestinesi e dell’occupazione militare.
Pestaggi, cariche della polizia a cavallo, una cinquantina di arresti e decine di contusi. Si è conclusa così la scorsa notte la marcia degli «indignados» di Tel Aviv che da diversi giorni occupano il boulevard Rotschild di fronte alla centrale Piazza Habima. E’ una lotta contro l’aumento degli affitti nella principale delle città israeliane, le disuguaglianze sociali e il carovita ormai insopportabile e che si è subito estesa ad altre altre località del paese. Alla manifestazione, alla quale hanno preso parte non meno di 20mila persone, si erano uniti ieri sera anche i medici della sanità pubblica ed ha rappresentato un salto di qualità della protesta che vede insieme israeliani di ogni tendenza politica, inclusa la sinistra radicale che nell’accampamento di boulevard Rotschild prova anche ad allagare i temi in discussione all’occupazione militare dei Territori e ai diritti negati ai palestinesi. «Facciamo fatica a coinvolgere gli accampati sul tema dell’occupazione militare e dell’apartheid ma ci stiamo provando e qualche risultato lo abbiamo raggiunto», ha spiegato a Nena News Neomi Lyth di “Anarchici contro il muro”.
La mobilitazione sembra espandersi di giorno in giorno e il premier Netanyahu, un convinto liberista in economia che ha contribuito in questi ultimi anni a smantellare lo stato sociale in Israele e ad accrescere la povertà, ora comincia a temere gli «indignados» che assicurano di voler restare a tempo indeterminato in strada, fino a quando le autorità non prenderanno provvedimenti concreti. Il governo oggi ha dato la colpa delle “case d’oro” allo Stato che possiede gran parte delle terre (incluse quelle confiscate ai palestinesi dopo il 1948).
«La casa e il pane non sono un lusso» scandivano ieri i manifestanti mentre sfilavano lungo il centro della città. La risposta della polizia è stata violenta: cariche, arresti, manganellate. Ma l’accampamento non si muove e centinaia di persone, in molti casi intere famiglie, rimangono accampante a due passi da Piazza Habima.
Tratto da:
Nena News