Profonda indignazione internazionale per l’omicidio della leader indigena Berta Cáceres in Honduras
Berta Cáceres, leader indigena, rappresentante da oltre vent'anni del Consiglio Civico delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras (COPINH), è stata assassinata all'alba di giovedì 3 marzo mentre dormiva nella sua casa di La Esperanza, Intibucá, a circa 188 km da Tegucigalpa, per mano di uomini armati “sconosciuti”.
Oltre ad essere stata una ferrea patrocinatrice dei diritti del movimento campesino e indigeno honduregno, Berta Cáceres, è stato un’attivista sociale rilevante e fonte di ispirazione, a livello regionale e continentale, a difesa della giustizia sociale ed ambientale, in particolare nell'opposizione ai mega progetti minerari e idroelettrici.
Oltre a denunciare con lucidità i Trattati di Libero Commercio come parte di uno stesso ingranaggio che assicura l’impunità delle imprese transnazionali, Berta lottava per la salute, per la terra e contro il patriarcato e la violenza.
Si era opposta al colpo di Stato del 28 giugno 2009, poiché per il COPINH il Golpe forniva lo strumento di violenza al servizio delle imprese transnazionali per il saccheggio dei beni comuni e la repressione delle organizzazioni sociali all'opposizione.
Inoltre, è stata ferma nel rifiuto dell’installazione delle basi militari statunitensi nel territorio Lenca.
Nell’aprile del 2015 Berta Cáceres ha ricevuto il premio Goldman, uno dei più prestigiosi al mondo sui temi ambientali, conferitole per la sua collaborazione nella difesa del territorio Lenca minacciato dalle conseguenze nefaste e la violenza dovute alla costruzione della diga del Proyecto Hidroeléctrico Agua Zarca, della multinazionale cinese SINOHYDRO e dell’impresa honduregna Desarrollo Energético Sociedad Anónima (DESA).
Da anni il popolo Lenca denunciava la violazione del diritto all'acqua come fonte di vita e di cultura e le vessazioni e le minacce di imprese, paramilitari e governo.
Per Berta Cáceres, madre di quattro figlie, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) aveva stabilito l’adozione di misure cautelari, per questo doveva godere di protezione speciale da parte del governo honduregno. Ciononostante, Berta è stata assassinata da uno Stato che protegge gli interessi del capitale locale, delle imprese multinazionali che si sono impadronite dei territori e dei beni comuni; a causa della sua lotta a favore della vita e dei più bisognosi, in diverse occasioni è stata portata a giudizio, perseguita, minacciata.
La leader honduregna in ripetute occasioni aveva denunciato di ricevere minacce di morte nel contesto della violenza che ha generato: 111 attivisti ambientalisti assassinati in Honduras tra il 2002 e il 2014, secondo il rapporto la relazione”¿Cuántos más?” pubblicata nel 2014 dalla ONG inglese Globale Witness. Questo fa dell’Honduras il paese con il più elevato indice di violenza dei 17 paesi analizzati e dimostra l’architettura di violenza e impunità del settore minerario, del business idroelettrico, tra altri, a beneficio del capitale privato e del governo complice. Secondo la ONG honduregna ACI-PARTICIPA (Associazione per la partecipazione dei cittadini in Honduras), più del 90% degli omicidi e degli abusi dei diritti umani contro gli attivisti in Honduras, rimangono irrisolti.
Esigiamo dal governo dell’Honduras:
- Che metta fine all'impunità e che si indaghi sull'assassinio di Berta Cáceres e di tutte le compagne e compagni che hanno lottato per la giustizia sociale e l’ambiente.
- Che lo Stato honduregno assicuri l’integrità, la libertà e i Diritti Umani di Gustavo Castro de Soto e di Aureliano Molina, compagno di Berta Cáceres.
- Che si sospendano tutti i progetti denunciati dai difensori dei diritti umani; tra questi i progetti Hidroeléctricos Agua Zarca sul fiume Blanco e Blue Energy sul fiume Cangel.
- Che vengano espulse le imprese e gli enti costruttori o finanziatori di progetti in cui si denunciano violazioni dei DDHH e dove non ci sia stata una consultazione previa delle popolazioni, secondo la Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
- Che cessi la persecuzione e criminalizzazione di coloro che difendono i diritti umani e che si applichino le necessarie misure cautelative e di protezione.
Invitiamo alla mobilitazione civica ed alla denuncia immediata davanti alle ambasciate e consolati dell’Honduras nel mondo, per dimostrare il nostro ripudio di fronte a questo crimine e la nostra richiesta di giustizia.
Per ulteriori informazioni sulle mobilitazioni: Enlace a las convocatorias de movilizaciones de protesta
Alla pagina facebook evento en el Facebook de la Campaña Global invitiamo a postare le mobilitazioni che si terranno nei prossimi giorni.