giovedì 23 aprile 2015

Yemen - Le responsabilità dell’Occidente nella crisi yemenita

Noon Arabia è una cyber-attivista yemenita. È co-fondatrice del blog collettivo Support Yemen e collaboratrice di Global Voices (qui il suo profilo personale). È molto attiva sul suo account di Twitter e cura il blog Notes by Noon. Osservatorio Iraq ci ha parlato per cercare di capire cosa sta accadendo in queste ore in Yemen, scosso ancora una volta da disordini e caos.

Cosa sta accadendo in Yemen?
Lo scorso 26 marzo è iniziato l’intervento di una coalizione militare araba contro gli Houthi (gruppo di ribelli prevalentemente di religione zaydita, il cui nome omaggia il leader dell’insurrezione del 2004 Husayn Badreddin al-Houthi, ndr).
Bersaglio dei bombardamenti della coalizione (formata dai 6 paesi del Golfo, Giordania, Egitto e Marocco e guidata dall’Arabia Saudita, ndr) sono le basi militari e i depositi di armi dei ribelli, nello Yemen del Nord. In meno di dieci giorni, gli attacchi hanno causato centinaia di vittime civili poichè la maggior parte degli obiettivi dei bombardamenti si trova all’interno di aree residenziali.
Al momento, le milizie di Houthi e di Ali Abdallah Saleh (ex presidente yemenita ora alleato dei ribelli, ndr) stanno marciando però verso sud e sono protagoniste di scontri a fuoco con le forze popolari leali ad Hadi (presidente yemenita ufficialmente riconosciuto dalla comunità internazionale ma di fatto non più al potere da gennaio 2012, ndr).

È opinione comune che quella in corso in Yemen sia una “guerra per procura” tra Arabia Saudita e Iran. Sei d’accordo con questa lettura del conflitto?

La guerra è stata voluta dai sauditi per far arrivare all’Iran il messaggio che sono loro i titolari del potere della zona. L’Iran non è direttamente coinvolto, ma molti ritengono che gli Houthi siano supportati economicamente e politicamente da Teheran. Se non è possibile al momento provare una cosa simile, quello che si può affermare senza dubbio è che non sia in atto una guerra civile o settaria, ma uno scontro regionale per il controllo politico dello Yemen.
Obiettivo principale dei nostri vicini sauditi è proteggere lo stretto di Bab el-Mandeb dal controllo degli Houthi e di Saleh. La posizione dello stretto è strategica, poichè ogni giorno circa 4 milioni di barili di petrolio sono traghettati verso l’Occidente ed una sua chiusura provocherebbe la deviazione delle navi da petrolio intorno al Sudafrica, l’allungamento del relativo viaggio a 40 giorni ed un notevole aumento del prezzo dei barili. La posizione dello stretto spiega anche l’interessamento dell’Egitto: la chiusura di Bab el-Mandeb renderebbe di fatto inutilizzabile il Canale di Suez.

Credi che la comunità internazionale abbia delle responsabilità per la (nuova) crisi yemenita?

venerdì 10 aprile 2015

Messico - Perchè così seri? Subcomandante Galeano

datauri-file(01001101 01110101 01100011 01101000 01100001 01110011 00100000 01000111 01110010 01100001 01100011 01101001 01100001 01110011 00100000 01000011 01101111 01101101 01110000 01100001 01110011 (nota: tradurre codice binario)

Aprile 2015

Non sapevamo niente di queste cose. Abbiamo imparato. Più o meno ce l’hanno spiegato. Ma ci abbiamo capito ancora meno. Ma poi, come si suol dire, “abbiamo afferrato il concetto”. Cioè, non abbiamo capito niente di niente. Ma solo che siamo stati vittime di un attacco cibernetico di “alto livello”. Naturalmente abbiamo fatto la faccia di quelli che “nessun problema”, “adotteremo le misure adeguate”, “arriveremo fino in fondo a questa faccenda”. Ma, in verità, ci siamo chiesti se questo non fosse dovuto a tutti i nostri “click” sulla pagina web per far aumentare il numero di visitatori. “Qualche entusiasta del mouse”, abbiamo pensato. Ma questo è confidenziale, quindi vi saremmo grati se non lo rendeste di dominio pubblico.

Ci hanno poi detto che solo negli Stati Uniti si calcola che il costo medio annuale in cyber-attacchi è stato di 12,7 milioni di dollari nel 2014. Non abbiamo capito, mi riferisco alla quantità. Ce l’hanno spiegato. Allora siamo andati nel panico e di corsa siamo andati a controllare se le nostre riserve di pozol fossero diminuite. Niente. “Livello stabile”, ha detto la guardia (vuol dire che ce n’è a sufficienza per gli omaggi ed il seminario). Fino a qui, tutto bene. Il problema è stato che per festeggiare il fatto che il cyber-attacco non era riuscito a penetrare le solide volte dove conserviamo “l’oro del secolo LXIX”, abbiamo fatto festa con balli e musica elettronica dei dj della comunità. Risultato? Le riserve strategiche si sono significativamente abbassate ed ora bisogna rimpinguarle.

Ma, come si dice, ora è ufficiale: il neozapatismo è entrato nel XXI° secolo. Ok, ok, ok, c’abbiamo messo un po’, ma considerate che siamo solo nel 2015.

Pensavate che l’immagine del Messico moderno fosse lo shopping a Beverly Hills, i viaggi in elicottero o uno spot elettorale? Wrong! 404 Error! Erreur! Fehler! O?????!

La pagina dell’ezetaelene ha ricevuto un attacco c-i-b-e-r-n-e-t-i-c-o!

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!