Mustafa Barghouti, fondadore del Palestinian Medical Relief e del partito al-Mubadara, scrive a colui che si ostina a non ritenere nemico
Ho aspettato tre giorni per scrivere, perché è questo che Israele cerca da me: l'istinto e il rancore. Mi hanno confiscato la casa, e la storia la terra, metro a metro, la libertà, intrappolato in labirinti di arbitrarietà e divieti, mi hanno confiscato la sicurezza, questa notte che come ogni notte, forse travolgeranno improvvisi questa porta per arrestarci senza ragione, e fino all'ultimo dei nostri diritti - perché possono confiscarci tutto, e lasciarci consumare di cancro a un checkpoint: ma non possono confiscarci la nostra umanità. La nostra immunità.
Ho aspettato tre giorni perché è questo, e solo questo che Israele cerca da noi: la violenza e la reazione. Cerca la guerra, perché in guerra vince chi è più forte, e non chi ha ragione. So che diciamo resistenza, qui, e voi sentite terrorismo. Ma abbiamo imparato a opporre a Israele non la nostra disperazione, ma la nostra bellezza e tutta Hannah Arendt, quando la politica diceva, è spirito di iniziativa e insieme una dote quasi poetica, l'immaginazione - e contro il loro nucleare allora, non razzi di latta ma dignità, e la fermezza e l'ostinazione: e contro i loro insediamenti, i nostri studenti che nonostante tutto studiano, contro i loro bombardamenti la nostra vita che nonostante tutto vive.