martedì 28 luglio 2009

Cina: operai contro fusione aziende, ucciso manager

Circa 30.000 lavoratori di un'acciaieria cinese, che protestavano contro l'acquisizione della loro fabbrica da parte di un'altra società, hanno picchiato a morte un manager e si sono scontrati con la polizia con un bilancio di un centinaio di feriti. Lo ha reso noto oggi un gruppo per la difesa dei diritti umani. Secondo il Centro di informazione per i diritti umani e la democrazia di Hong Kong, la notizia che la Jianlong Steel Holding Company, una azienda di Pechino, stava rilevando la quota di maggioranza della Tonghua Iron e Steel Group, statale, ha scatenato le proteste nella provincia nordorientale di Jilin. Chen Guojun, il direttore generale della Jianlong, è stato picchiato a morte dagli operai, infuriati dopo aver saputo che il manager lo scorso anno aveva guadagnato circa tre milioni di yuan (poco più di 300 mila euro), mentre gli operai della Tonghua che andranno a casa ne prenderanno 200 al mese. Un agente di polizia, scrive oggi il South China Morning Post, ha confermato gli incidenti e la morte di Chen, che aveva una quarantina d'anni. Gli operai, che hanno bloccato anche alcune strade e distrutto tre auto della polizia, non hanno lasciato passare l'ambulanza inviata per soccorrere il dirigente. La Cina, il maggior produttore e consumatore di acciaio del mondo, sta cercando di razionalizzare il settore, ma questi progetti incontrano la forte resistenza dei lavoratori e dei governi locali, preoccupati dei contraccolpi economici in un periodo di crisi globale.

da www.ansa.it

Ancora repressione selvaggia in Iran

Spenti i riflettori internazionali, la polizia iraniana continua ad operare selvaggi abusi

I blogger denunciano la morte in carcere di uno studente arrestato il 9 luglio


Amir Javadifar (1984-2009) era uno studente di Gestione Industriale, una facoltà impegnativa, che avrebbe potuto garantirgli un buon futuro.
Amir fu arrestato il 9 luglio scorso dopo essere stato violentemente fermato in località Amirabad; la notizia della sua morte, data dal quotidiano Etemad -e Melli, è stata confermata dal blogger iraniano Revolutionary Road, secondo il quale Amir, detenuto nel carcere di Evin non è sopravissuto a botte e torture.
Sul blog si da anche notizia di nuove proteste notturne per le strade di Teheran.
I riflettori della stampa e dell'attenzione internazionale sulla situazione interna iraniana si stanno spegnendo. Nelle stesse ore la polizia politica ed i corpi paramilitari fedeli ad Ahmadinejad riprendono la repressione contro chi si è opposto ed oppone al regime.

Filmati Ancora repressione

Links Utili:
Revolutionary Road
iran.whyweprotest.net

lunedì 27 luglio 2009

Ssangyong: la protesta s’intensifica con sciopero generale

La fabbrica occupata è circondata dalla polizia

L'occupazione da tre mesi della fabbrica è diventata una vicenda nazionale
di Piergiorgio Moro

L’occupazione della fabbrica della compagnia automobilistica Ssangyong da parte dei suoi 800 dipendenti e’ entrata nel terzo mese.
La lotta si sta inasprendo con scontri giornalieri tra i lavoratori da una parte, dentro le aree occupate, e polizia anti sommossa e milizie di destra dall’altra che tentano di sgombrare l’occupazione.
Una nuova tattica dalla polizia è l’uso di elicotteri che mentre sorvolano gli stabilimenti, bombardano i lavoratori con gas lacrimogeni ed altri prodotti chimici che bruciano la pelle al contatto.
La confederazione sindacale KCTU ha chiamato per uno sciopero generale a tempo indeterminato, chiedendo azioni di solidarietà in tutto il mondo. I cortei e le marcie di simpatizzanti che tentano di rompere l’assedio della polizia sono oramai iniziative giornaliere. Per fermare questi tentativi, la presenza della polizia è stata aumentata e si stima che adesso intorno alla fabbrica ci siano fino a 6.000 poliziotti anti sommossa.
Anche se la situazione dentro gli stabilimenti occupati è diventata durissima a causa della scarsità di cibo, acqua, e il continuo aumento nel numero di feriti, i lavoratori non danno segno di voler cedere.
Questo sciopero/occupazione è diventato una prova di forza cruciale tra il governo e il padronato contro i lavoratori.
Chi la vince, determinerà chi pagherà per questa crisi economica.

Per altre informazioni ed immagini:
http://libcom.org/news/ssangyong-occupation-update-day-five-july-25-2009-26072009
http://kctu.org/
http://www.worldlabour.org/eng/node/225

Per video:
http://www.youtube.com/watch?v=J1YYyrrKxWkhttp://www.youtube.com/watch?v=CYhlTLAU-Xwhttp://www.youtube.com/watch?v=C3Wd5zZ0h5E&feature=related

Ssangyong union:http://sym.nodong.org/

Continua il coprifuoco. Manifestanti senza acqua e alimenti, ma determinati.

Militari e paramilitari fermano e picchiano le persone che si trovano nella zona di frontiera.

Denunciate violenze alle donne accampate.
La situazione si fa sempre più tesa, con le principali strade del paese presidiate dalla Resistenza mentre cresce l’indignazione da parte della popolazione che chiede la pacifica rinuncia al potere da parte del golpista di Micheletti. Anche da parte di settori dell’esercito cresce il disappunto verso il comportamento della cupola militare.
Elementi paramilitari, trasportati nei camion dell’esercito continuano ad arrivare nella zona di frontiera e a mescolarsi con la popolazione in marcia pacifica, mentre altri cercano di intercettare migliaia di honduregni che si dirigono verso la frontiera attraverso le montagne per evitare i posti di blocco organizzati dalla polizia lungo le strade che cercano di disperdere anche con lancio di lacrimogeni la gente in resistenza accorsa per accogliere il presidente Zelaya.
Nella capitale si è rischiato il linciaggio di appartenenti alle forze di sicurezza (DNIC) che si erano infiltrati nel corteo funebre del compagno Pedro Muñoz di 23 anni, ucciso a El Paraiso dopo essere stato torturato con 42 ferite di arma da taglio.
La situazione nella zona di frontiera e nelle adiacenze è gravissima.
Si moltiplicano le denunce di violenze su donne da parte di uomini incappucciati e armati. Colpiscono le donne, le sottraggono gli indumenti intimi e le prendono per violentarle. Attraverso Radio Globo è stato diffuso un appello urgente alle organizzazioni di donne in difesa dei diritti umani perchè si presentino subito nel luogo.
La località di El Paraiso è stata trasformata in un carcere a cielo aperto, gestito dall’esercito, con stato di coprifuoco dichiarato anche nella vicina Choroteca, dalle sei della mattina alle sei di sera, ma che in realtà ormai continua ininterrottamente da più di due giorni.
Si aggravano anche le condizioni igienico sanitarie e di alimentazione delle persone in resistenza che si trovano da tre giorni nella zona, per la mancanza di cibo, acqua, stuoie e ripari, a causa del blocco da parte dell’esercito del passaggio ai camion che trasportano gli approvvigionamenti raccolti in vari punti del paese. Dalla capitale una carovana dei medici della resistenza sta raccogliendo alcool, acqua ossigenata, disinfettanti, garze, per cercare di arrivare alla zona di frontiera e assistere la gente che ha bisogno di aiuto.
Radio Globo, l’unica emittente che appoggia il Presidente deposto e che trasmette da Tegucigalpa, si trova da due giorni difesa dalla Resistencia Hondureña che ha occupato le installazioni e il Boulevard Morazán, dove ha sede l’emittente radio. Da li sono state organizzate campagne di donazioni per raccogliere alimenti, protezioni e acqua per rifornire le persone ferme nella zona di frontiera.
Per ascoltare Radio Globo in diretta

venerdì 24 luglio 2009

Comunicato n° 13 del Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato



Il Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato in Honduras, al paese honduregno e alla comunità internazionale comunica le seguenti cose:


1. Che le moltitudinarie marce, meetings, eventi culturali, presidi, poccupazioni di strade ed altre azioni effettuate simultaneamente a livello nazionale in questi 26 giorni di resistenza popolare, hanno fortificato lo spirito di lotta del paese honduregno e colpito la struttura economica e politica dell'oligarchia.


2.Che a partire da oggi inizia allo sciopero generale nazionale di 48 ore decretato dalle centrali sindacali di lavoratori e lavoratrici riuniti nel Fronte Nazionale contro il Colpo di Stato come parte delle misure progressive che si sono programmate per il ritorno dell'ordine istituzionale e il ritorno del legittimo presidente della Repubblica Manuel Zelaya Rosales.


3.Riaffermiamo la nostra posizione di lotta di fronte alle proposte presentate nella dichiarazione di San José Costa Rica dal presidente Óscar Arias e dichiariamo solennemente che non rinunciamo ai processi democratici participati ed includenti che hanno come proposito la formazione di un'assemblea Nazionale costituente.


4.Come parte delle azioni di resistenza contro il colpo di Stato invitiamo il popolo honduregno ad unirsi alla carovana che riceverà il nostro legittimo presidente della Repubblica Manuel Zelaya Rosales.


5. Denunciamo che i corpi repressivi dello Stato continuano con l'intimidazione e la militarizzazione delle strade in violazione dei diritti umani.


Sollecitiamo la popolazione a mantenersi mobilitata ed unirsi ad ogni azione che delegittimi l'oligarchia golpista.

Tegucigalpa M.D.C. 23 di Julio di 2003

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!