sabato 10 luglio 2010

Kurdistan - Parla Karayilan: "Proteggerci come nazione e costruire la nostra vita libera"

“Stiamo ancora in una posizione pienamente difensiva e non abbiamo esercitato tutto il nostro potere. Siamo in una posizione di allerta ora. Se lo Stato turco proverà ad invadere la Zona di Difesa Media o qualsiasi altra parte del Kurdistan allora romperemo gli indugi e la situazione sarà del tutto differente”: queste le prime dichiarazioni di Murat Karayilan, il capo del Consiglio esecutivo della Confederazione democratica del Kurdistan (KCK).

Karayilan ha poi continuato: “Continueremo a resistere, non importa se dovremmo farlo per un altro secolo. Non possiamo accettare questo disonore. Non possiamo accettare le politiche assimilazionistiche contro il popolo kurdo. Non riusciranno mai a farci diventare turchi”.

Dal 1 giugno 2010 la questione kurda è entrata in una nuova fase: questo è quello che ha dichiarato il KCK in un comunicato stampa recente. A seguito di quella dichiarazione sono aumentati gli scontri nel Kurdistan del nord e si sono diffusi anche alla zona Mediterranea, al Mar Nero e alla regione di Marmara. Le forze armate turche hanno lanciato diversi attacchi contro la Zona di Difesa Media ed è aumentato il numero degli scontri e quello delle vittime.

Questi sviluppi hanno portato la questione kurda in cima all’agenda politica regionale. Mentre alcuni continuano ad affermare la necessità di affrontare il problema esclusivamente dal punto di vista militare, altri tendono a rilevare la necessità di affrontarlo in tutti i suoi aspetti. Adesso ascoltiamo la posizione del KCK dalle parole del suo Presidente Karayilan: “

giovedì 8 luglio 2010

Ecuador - La criminalizzazione del movimento indigeno

Durante la scorsa riunione dell'Alba a Otavalo in Ecuador diverse organizzazioni indigene hanno organizzato una protesta sotto la sede dell'incontro per sottolineare come il Governo Correa non porti avanti una politica plurinazionale includente e di diritti collettivi e di difesa della Terra.
La protesta è stata bloccata dalla polizia e ci sono stati degli scontri.
Ora il governo ha intrapreso un azione giudiziaria con l'accusa di terrorismo nei confronti di Delfin Teneseca, e di altri dirigenti che hanno preso parte alle manifestazioni.
Le mobilitazioni indigene poche settimane fa avevano contestato la Legge dell'acqua, proposta dal governo, ottenendo il blocco della Legge.
I dirigenti indigeni hanno sottolineato la gravità delle accuse nei loro confronti denunciando la scelta persecutoria del Governo Correa.
Sono più di 42 i dirigenti indigeni che hanno accusate pesanti.
La situazione generale dell'Ecuador viene ben spiegata dalla CONAIE, quando racconta come la criminalizzazione degli indigeni sia un tentativo di impedire la partecipazione sociale nelle decisioni generali.




Il marchio giallo

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

In questo ultimo mese, i commenti all'unisono sui recenti scioperi e le proteste dei lavoratori della Honda e Foxonn da parte di giornali come il Financial Times, il New York Times, Il Sole 24 Ore, hanno annunciato la fine della Cina come fabbrica del mondo caratterizzata da una manodopera pressoché infinita e a basso costo. Niente di più falso. La Cina rimarrà a essere non tanto la fabbrica del mondo, ma quella che può disporre ancora di una forza lavoro abbondante e soprattutto economica.
Il Dragone ha infatti scoperto gli stagisti, un esercito di riserva “interno”, di giovani non più contadini ma con la disciplina appresa nel college, che ora entra in fabbrica. È l’esplosione della formazione, formazione da manodopera, formazione estensiva, qualificata, formazione di linea, di montaggio, che guida e sta costruendo il nuovo bacino della forza lavoro a basso costo. Si stima che oggi la Cina abbia circa 15,000 scuole professionali per un totale di quasi 20 milioni di studenti l'anno. La popolazione complessiva degli studenti tra i 15 ed i 24 si aggirerà tra i 200 e i 225 milioni nei prossimi 20 anni.

Australia - Vittoria dei capitalisti minerari

Il 24 giugno 2010 sarà ricordato come un giorno storico nella vita politica Australiana per l’ascensione, per la prima volta, di una donna alla carica di Primo Ministro d’Australia.

Julia Gillard, che era già il vice primo ministro, ha sostituito Kevin Rudd come leader del partito laborista Australiano (ALP) in una manovra interna del partito dovuta alle tensioni politiche che s’erano manifestate nei mesi precedenti.

Kevin Rudd è rimasto vittima di una feroce campagna anti governativa dal gruppo più forte della classe capitalista Australiana - le multinazionali minerarie.

Kevin Rudd, come leader del ALP, era riuscito, alla fine del 2007, a sconfiggere il partito Liberale, capeggiato da John Howard, il quale governava dal lontano 1996. Rudd vinse le elezioni in un modo   travolgente, con un indice di popolarità tra i più alti mai registrati.

Il ALP vinse adottando una campagna elettorale a stile Americano, concentrata sulla personalità più che su il programma politico. Per molti, Kevin Rudd rappresentava un’alternatica "sicura", proiettando una politica di stabilità e continuità.

martedì 6 luglio 2010

Panama - I lavoratori paralizzano i lavori di ampliamento del Canale di Panama contro la Impregilo


Anche oltreoceano la ditta italiana cerca di imporre condizioni lavorative inaccettabili

Circa 1200 lavoratori hanno iniziato oggi uno sciopero nelle attività di ampliamento del Canale di Panama per domandare migliori condizioni di lavoro.
Il dirigente del Sindicato Unico de Trabajadores de la Construccion y Similares (Suntracs), Saúl Méndez, ha anche denunciato che due suoi compagni che lavorano nelle opere di espansione del canale ono stati detenuti dalla polizia per la loro militanza sindacale.
Méndez ha segnalato che lo sciopero è per protestare  per le azioni contro i lavoratori del Grupo Unidos por el Canal (GUC), consorzio iformato dalla spagnola Sacyr Vallehermoso e dall'italiana Impregilo.
Secondo Méndez, limpresa che dirige i lavori pretende di obbligare gli assunti a rinunciare al sindacato. Inoltre i lavoratori domandano delle migliorie nelle condizioni lavorative nell'area dell'espansione del canale.
Per quanto riguarda gli arresti, il capo della Polizia Arquimedes Vargas ha spiegato che ci sono stati tre fermati, di cui un sindacalista, accusati di aver tentato di introdurre 25 bandiere con il simbolo dell'organizzazione operaia.
Ha poi aggiunto che si è proceduto all'arresto in forma precauzionale e che nelle prossime ore dovrebbero essere rilasciati.
Comunicati e rassegna stampa tratte da  KaosenlaRed

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!