Il Sup risponde alle critiche di alcuni intellettuali della sinistra messicana
Sul sito Enlace Zapatista, della Comision Sexta dell'EZLN, sono apparsi in questi giorni due messaggi del Sub Comandante Marcos, accompagnati da due video musicali. Il primo, del 9 gennaio, è una vignetta dove compare una caricatura dello stesso Marcos. Il secondo, del 11 gennaio, è presentato come post scriptum della vignetta precedente.
Entrambi i messaggi ci sembrano non di facile comprensione per un pubblico italiano, e per chi non conosce la realtà messicana. Per questo proviamo ad esporre alcune nostre interpretazioni, con l'intento di sintetizzare e facilitare la loro comprensione.
Marcos risponde ad alcuni voci della sinistra messicana che nei giorni scorsi hanno preso parola sulla stampa per criticare la dirigenza dell'EZLN, o addirittura per cercare di strumentalizzare la marcia dei 40 mila zapatisti del 21 dicembre per i propri fini elettorali. Per provare ad essere più precisi, la risposta è rivolta in particolare a opinionisti del quotidiano La Jornada che sostengono il neonato partito del candidato del PRD alle passate elezioni, Lopez Obrador.
Per chi conosce la storia recente dell'EZLN la questione non è nuova (e può passare direttamente al paragrafo successivo). Nel 2001, una marcia della dirigenza zapatista dal Chiapas a Città del Messico, vide la partecipazione di milioni di messicani in tante città per esigere al parlamento l'approvazione degli Accordi di San Andres, accordi firmati tra il governo e l'EZLN nel 1996 che prevedono la riforma della costituzione per riconoscere alcuni diritti ai popoli indigeni tali da permettere l'autonomia e l'autogoverno nei loro territori. Tutti i partiti, compreso il PRD di centro sinistra, votarono una riforma che fu considerata un tradimento perchè non riconosceva gli accordi stabiliti a San Andres. Da allora l'EZLN vide che non c'erano le condizioni per tentare di utilizzare la pressione sulle istituzioni dello stato come mezzo per ottenere conquiste per i popoli indigeni e per la democratizzazione del paese, e ruppe i rapporti che fino ad allora aveva tenuto con il PRD. Nel 2003 decisero allora di dichiarare, con la nascita dei Caracoles, la messa in atto in maniera unilaterale degli Accordi di San Andres, in altre parole cominciarono a praticare pubblicamente l'autogoverno comunitario dei loro territori. Gli screzi col PRD si acuirono a livello locale in Chiapas, dove in vari municipi con presenza zapatisti i governi di quel partito misero in atto repressioni e atti di violenza contro le comunità autonome. Nel 2005 l'EZLN lancia la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona a partire dalla quale ricevettero numerose adesioni da tante organizzazioni e comunità messicane e di altri paesi, per creare una rete di organizzaizoni anticapitaliste che lottano in basso e a sinistra, che prese il nome di Otra Campagna. Negli stessi mesi, nel 2006, si stava svolgendo la campagna elettorale per la presidenza della repubblica. Il PRD candidava Lopez Obrador e una parte dell'intellettualità messicana spronava l'EZLN e la Otra Campagna a prendere una posizione in suo sostegno. Le realtà della Otra Campagna non invitarono a non votare, ma sostenevano che quello che interessava non era tanto se uno andava a votare o no, ma di organizzarsi, dal basso. Vinse Felipe Calderon, del PAN partito di destra e, come è solito nella storia recente messicana, vinse con evidenti brogli. Da allora il PRD, e parte della stampa di sinistra messicana, cominciarono una campagna di accuse contro l'EZLN considerato colpevole di aver favorito la vittoria della destra. In questi anni sono continuate le repressioni contro le comunità autonome del Chiapas, che ha un governatore del PRD oltre a vari sindaci a livello locale, e il quotidiano di sinistra La Jornada ha mantenuto un silenzio sulle numerose denunce che periodicamente giungono dalle Giunte di Buon Governo Zapatiste.
Veniamo all'oggi. Dopo la marcia del 21 dicembre e il comunicato dell'EZLN del 30 dello stesso mese, è ritornata l'attenzione dei media sugli zapatisti. Alcuni opinionisti di sinistra hanno continuato le critiche a Marcos e all'EZLN. C'è chi ha accusato Marcos di protagonismo, di voler parlare a nome degli indigeni. Nell'ultimo messaggio, il dirigente dell'EZLN, risponde a queste critiche iprocrite ricordando a questi giornali di sinistra come nell'ultimo anno ci sono state numerose denunce delle Giunte di Buon Governo zapatiste, cioè messaggi scritti direttamente dalle autorità autonome delle comunità, e queste denunce non sono mai state pubblicate da nessun giornale, a differenza dei comunciati da lui firmati che riscuotono numerose visite sul web e numerose pubblicazioni su quegli stessi giornali.
L'altra questione calda di questi giorni riguarda il neonato partito MORENA di Lopez Obrador. Con questa sigla, l'ex candidato del PRD aveva in questi anni costituito comitati di sostegno alla sua candidatura. Recentemente, di fronte a delle divisioni all'interno del PRD ha deciso di costituire MORENA in partito. Attorno a questo progetto si sono messi in moto vari opinionisti ed intellettuali di sinistra, diversi dei quali scrivono sul quotidiano La Jornada (a dovere di cronaca è giusto ricordare che ne La Jornada ci sono voci come quella di Herman Bellingausen, Luis hernandez Navarro o Gloria Munoz Ramirez che non hanno mai smesso di parlare degli zapatisti; ma la linea dominante del giornale è rivolta al sostegno di Lopez Obrador e alla delegittimazione degli zapatisti). E su questo quotidiano sono apparsi in questi giorni nuove critiche all'EZLN rispetto alla sua posizione, espressa chiaramente nel precedente comunciato, di non essere minimamente interessato ad intrattenere rapporti con partiti politici, ma a costruire un percorso comune con altre realtà che lottano in basso, fuori dalle istituzioni. Uno di questi opinionisti, Guillermo Almeyra (a lui è probabilmente rivolto il post scriptum della vignetta) ha provato a rappresentare la mobilitazione zapatista di dicembre come fosse una componente all'interno della lotta dei sostenitori di Lopez Obrador contro l'imposizione del nuovo presidente del PRI eletto a luglio; criticando la dirigenza dell'EZLN ed invitando gli zapatisti a sommarsi al nuovo progetto del partito MORENA col discorso della necessità dell'unione di tutte le forze di sinistra attorno a questo progetto politico elettorale. Al suo atteggiamento ipocrtita Marcos risponde paragonandolo ad una presentatrice messicana di un famoso programma di basso livello dicendo: "poveretto, qualcuno lo avvisi che non siamo nello stesso canale". Per chi è interessato, si legga l'articolo comparso su La Jornada, ed un'interessante articolo di risposta del sito di informazione Kaos en la red.
In sintesi, Marcos con questi due comunicati ha ribadito la distanza dell'EZLN rispetto ai progetti della sinistra istituzionale messicana, oltre alla distanza con la stampa ed i mezzi di informazione mainstream, tanto di destra che di sinistra. Come avevano già annunciato a fine dello scorso anno, prossimamente riprenderanno i contatti con le organizzazioni messicane e straniere aderenti alla Otra Campagna; e probabilmente l'EZLN cercherà nuovi canali di comunicazione che non siano quei mezzi di comunicazione prima citati. Quindi, per adesso, non resta che aspettare ed avere pazienza...come dice Marcos sul finale del messaggio