di Geraldina Colotti
Stato d’emergenza in Guatemala dopo una nuova mattanza di indigeni e le conseguenti proteste.
La zona interessata, il comune di San
Juan Sacatepéquez, si trova nella parte ovest del paese. Lì sono
stati uccisi 11 leader delle comunità indigene, in lotta contro le
grandi imprese del cemento, che invadono i loro territori senza controllo. Altre quattro persone sono rimaste ferite dalle guardie della Cementos Progresos S. a., che hanno sparato contro i manifestanti, in lotta da oltre sei anni contro i progetti di
cementificazione.
Gli indigeni hanno continuato a protestare, cercando di difendersi con bastoni e machete. Il governo dell’ex generale Otto
Pérez Molina, detto Manodura, ha sospeso per 15 giorni «cinque garanzie costituzionali», in primo luogo il diritto a riunirsi e a manifestare e quello di organizzare festeggiamenti, pena l’impiego
dell’uso della forza. Un contingente di oltre 300 effettivi è stato
inviato nella zona, cinque comunità hanno denunciato violenze e abusi.
La magistratura ha emesso 39 ordini di cattura e sono state arrestate cinque persone. Per le organizzazioni indigene,
l’ennesima mattanza e l’ennesima provocazione.
Il conflitto nell'ovest del Guatemala è diventato più acuto nel
2006, quando l’impresa Progreso ha deciso di attuare i suoi progetti senza consultare le comunità.
Nel 2011, il relatore speciale delle
Nazioni unite per i diritti dei popoli indigeni, James Anaya, ha denunciato il caso, spiegando: «La presenza delle grandi imprese nei territori indigeni ha generato una situazione di grave conflittualità e ha causato enormi divisioni nelle comunità».
Una situazione comune a tutto il paese. Il governo di «Manodura» lascia
campo libero alle multinazionali, e reprime con ferocia la resistenza delle comunità, prive di tutele lavorative e ambientali.
Molina — che le organizzazioni indigene e la sinistra vorrebbero vedere alla sbarra come genocidio — conosce bene la pratica dei massacri: per esser stato in prima fila durante la guerra civile che, dal 1960 al ’96 ha provocato 200.000 morti e l’esilio di 450.000 persone.
Oltre il 90% delle vittime — in gran parte indigeni maya — è stato ucciso dalle forze armate o dai gruppi paramilitari.
Durante il suo governo, «Manodura» ha fatto ricorso varie volte allo
stato d’eccezione per risolvere i conflitti nei territori indigeni.
La Cementos Progreso è stata fondata nel 1899 da immigrati italiani, i Novella.
Per accaparrarsi le risorse del paese — che,
secondo le previsioni del Fondo Monetario internazionale,
quest’anno avrà una crescita del 3,4% e nel 2015 arriverà fino al 3,7%
— agiscono diverse grandi società minerarie, compagnie petrolifere, idroelettriche, agroalimentari: canadesi, statunitensi, francesi…
Con gli accordi di pace del 1996, l’allora presidente, Alvaro Arzu ha spalancato loro le porte.
Il filone più redditizio e pervasivo è però quello del narcotraffico, con annesso mercato delle armi. Le multinazionali
del settore, ben presenti nelle imprese, finanziano le campagne elettorali, foraggiano settori dell’esercito (vero e proprio potere economico) e lavano il loro denaro in certe banche. Il tessile è dominato dalle maquillas, imprese di assemblaggio di
vestiti e altri prodotti ad alto sfruttamento del lavoro, in cui sono impiegate 70.000 persone, in maggioranza giovani donne.
Imprese che non rispettano neanche le condizioni minime sancite dall'articolo 16 del Trattato di libero commercio, firmato con gli
Usa nel 2006. E per questo, il governo degli Stati Uniti ha annunciato che intende portare a giudizio quello guatemalteco e ha messo in
campo un arbitraggio sul tema: con la possibilità di multare il Guatemala per 15 milioni di dollari. Molina si è lamentato di questo presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), adducendo la lentezza del parlamento nel decidere le proposte di
riforma al codice del lavoro, che includerebbero anche sanzioni alle
imprese che non rispettano i diritti dei lavoratori.
Intanto, le comunità indigene e contadine, con l’apporto della sinistra guatemalteca, continuano a lottare per una riforma agraria e intanto cercano di recuperare le terre dalle quali sono
state scacciate durante la dittatura.
Il Guatemala tornerà alle urne alla fine del 2015 per eleggere il sostituto di Pérez Molina e rinnovare parlamento e municipi per
il periodo che va dal 2016 al 2020. Il partito di governo, il Partido
Patriota (conservatore) ha già presentato il suo precandidato alla presidenza, Alejandro Jorge Sinibaldi Aparicio: «La mia proposta di governo si baserà su una destra moderna — ha annunciato nel suo primo meeting — lo sviluppo economico è indispensabile,
ma è inaccettabile che circa il 60% dei guatemaltechi viva in
povertà e in povertà estrema».
tratto da Il Manifesto
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!