Tramite
la propria Delegazione di Pace all’Avana, le FARC hanno ancora una
volta spronato il governo colombiano a rendere bilaterale il cessate il
fuoco proclamato unilateralmente dall’insorgenza. A partire dal 20 dicembre scorso, la guerriglia aveva infatti decretato unilateralmente una tregua, dando precise garanzie di verificabilità e specificando che si sarebbe protratta per un periodo indefinito. |
Pur di rafforzare le aspettative di riconciliazione nazionale, oggi,
a più di un mese da quella data, è possibile constatare che nessuna
azione offensiva è stata intrapresa dalle FARC, nonostante gli ordini
scellerati di incrementare le azioni militari contro di esse.
Nonostante
l’ottimo stato di salute di cui gode la guerriglia, non un singolo
soldato è stato attaccato, né un’infrastruttura militare o pubblica è
stata colpita.
Da parte delle vittime del conflitto e
della società colombiana tutta, le FARC hanno portato a compimento la
loro parte, respingendo le provocazioni, ma è chiaro a tutti i
colombiani che se l'assurda politica del governo dovesse continuare non
sarebbe possibile mantenere la tregua a lungo. L’insostenibilità della
situazione è palese: dal 20 dicembre l’esercito si è reso protagonista
di bombardamenti, agguati, accerchiamenti e assalti che hanno provocato
la morte di alcuni guerriglieri, così come di diversi soldati caduti
sotto il fuoco difensivo dell’insorgenza.
La doppiezza del presidente è venuta ancora una volta alla luce. Tali azioni infatti vanno contro il sentimento di pace dell’intero paese, e smentiscono nella pratica le dichiarazioni mendaci di Santos sulla positività del cessate il fuoco unilaterale. Come nel caso del generale Alzate, le alte cariche politiche e militari sbandierano come provocazioni e sabotaggi alla pace episodi assolutamente normali in un contesto di guerra, salvo provocare essi stessi tali condizioni con le loro azioni criminali e scellerate.
La doppiezza del presidente è venuta ancora una volta alla luce. Tali azioni infatti vanno contro il sentimento di pace dell’intero paese, e smentiscono nella pratica le dichiarazioni mendaci di Santos sulla positività del cessate il fuoco unilaterale. Come nel caso del generale Alzate, le alte cariche politiche e militari sbandierano come provocazioni e sabotaggi alla pace episodi assolutamente normali in un contesto di guerra, salvo provocare essi stessi tali condizioni con le loro azioni criminali e scellerate.
Non è più possibile approfittare della buona fede con cui la guerriglia
ha messo a tacere le armi, sono necessari gesti concreti per una
soluzione politica al conflitto.
Santos decreti un cessate il fuoco
bilaterale o si prepari ad assumersi le proprie responsabilità verso il
popolo colombiano, che ripudia un’eventuale, nuova, escalation del
conflitto.