lunedì 22 febbraio 2010
venerdì 19 febbraio 2010
Obama incontra il Dalai Lama
lunedì 15 febbraio 2010
Una Cina senza confini
Sovranità nazionale e gestione dei flussi di forza-lavoro
lunedì 8 febbraio 2010
Perché gli Usa provocano la Cina?
L'escalation. Prima l'aggressivo pressing sulle emissioni inquinanti, accompagnato dalla minaccia di Obama di spiare la Cina con i satelliti militari a scopo ambientale.
Poi il durissimo attacco della Clinton alle politiche informatiche cinesi in seguito al caso Google (azienda legata alla più potente agenzia d'intelligence Usa, la National Securty Agency) che con insolito clamore ha denunciato un attacco informatico non diverso dai tanti già subiti in passato.
Pochi giorni dopo, l'annuncio statunitense della vendita di sei miliardi e mezzo di dollari di armamenti a Taiwan in funzione anti-cinese, proprio nel momento in cui i due paesi stanno iniziando a riavvicinarsi.
Poi l'annuncio dell'incontro tra Obama e il Dalai Lama a Washington.
Dance with the Dragon
I dollari cinesi e la Moldavia
Diario di bordo di Paolo Do - Singapore
L`ultimo discorso di Obama alla Nazione non poteva essere piu' chiaro: la cura per aumentare i posti di lavoro nella recovery americana parla la lingua di nuovi accordi commerciali e delle esportazioni Made in USA, che Obama vuole duplicare in cinque anni. La promessa di far diminuire il tasso di disoccupazione americana non e' altro che un programma di ulteriori liberalizzazioni: solo portando a termine gli accordi di Doha sulla liberalizzazione dei servizi commerciali l'America potra' garantirsi un incremento dell'export. Le politiche sul lavoro USA passano quindi per il Doha Round del WTO. Siamo forse di fronte ad un radicale cambio di priorita` nella agenda di Obama per il 2010, dopo le scottanti sconfitte tanto sul clima che sulla riforma sanitaria?venerdì 5 febbraio 2010
Cina/USA - G2 senza fair play
Ovvero il nuovo scenario di comando capitalistico non è il ballo delle debuttanti
di Marzio Sturaro
Scomparsa dell’Europa, declino degli U.S.A., prorompente protagonismo della Cina questo il nuovo quadro capitalistico che sembra consegnarci la crisi in cui siamo immersi. La conduzione e la conclusione fallimentare del vertice climatico di Copenhagen lo hanno sottolineato; evidenziando un’asse di comando globale Cina/USA. Una inedita diarchia di potere, questo G2, in cui si confrontano, integrano e scontrano due differenti sistemi, comunque, di dominio capitalistico.Stampa e media in questi giorni, inanellando le occasioni di scontro (Google, diritti umani, armi a Taiwan, incontro col Dalai Lama…) si interrogano già sulla crisi del G2, usando però chiavi descrittive che non approfondiscono il quadro.
mercoledì 3 febbraio 2010
Cina-Usa, toni da guerra fredda
di Enrico Piovesana
Continua a montare la tensione tra Washington e Pechino. Pochi giorni dopo l'aspro scontro diplomatico seguito agli attacchi informatici subiti da Google in Cina (episodio che, China Daily come abbiamo scritto, si inserisce nella montante cyber-guerra fredda tra le due superpotenze), i due competitor globali sono nuovamente ai ferri corti a causa della decisione di Obama di vendere a Taiwan armi per sei miliardi e mezzo di dollari.
lunedì 1 febbraio 2010
Europe on sale
Ovvero come la Banca cinese continua a colonizzare l'occidente
Il diario di bordo di Paolo Do - Singapore
sabato 30 gennaio 2010
Tensioni tra Usa e Cina
Tutte le agenzie di stampa internazionali battono oggi la notizia che la decisione degli Stati Uniti di vendere a Taiwan armamenti per 6,4 miliardi di dollari ha provocato la immediata reazione della Cina, che ha espresso «indignazione» per la iniziativa della amministrazione Obama.
Le dichiarazioni del vice-ministro degli esteri cinese He Yafei, venerdì sera, hanno sottolineato che la decisione «avrà un grave impatto negativo» nei rapporti tra Pechino e Washington.
Dopo la decisione, peraltro la prima di questo tipo sotto l'amministrazione di Obama, della Casa Bianca che aveva notificato al Congresso l'intenzione di vendere a Taiwan armamenti per oltre 6 miliardi di dollari, tra cui elicotteri Blackhawk e missili Patriot Pechino ha annunciato la sospensione degli incontri militari di alto livello tra Cina e Stati Uniti.
Tutti i commentatori legano la vicenda a quello che viene definito un irrigidimento delle relazioni dopo la vicenda Google quando gli Usa hanno accusato la Cina di «pirateria informatica» dopo che il motore di ricerca aveva reso noto che hacker cinesi erano entrati nelle caselle postali di dissidenti cinesi. La Cina aveva respinto le accuse, e un portavoce del ministero dell'Informatica aveva definito «senza fondamento» le affermazioni di Google.
Una vicenda dietro la quale si intravede la contesa per il controllo dell'espansione della rete e della sua gestione.
Pechino da due anni aveva sospeso ogni contatto di tipo militare con gli Stati Uniti dopo che l'allora presidente George W. Bush aveva presentato al Congresso un progetto per vendere armi a Taiwan.
RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE
New York Times
China Daily
The Guardian
CNN
lunedì 25 gennaio 2010
Singapore: lo zoo universitario
Finanza, formazione, nuova forza-lavoro cognitiva nel cuore dell'est-asiatico
lunedì 18 gennaio 2010
La cortina di Silicio
lunedì 11 gennaio 2010
Il salto della tigre
Entro quest`anno la red hot china’s economy potrebbe addirittura superare il Giappone come seconda economia mondiale, dietro solo agli Usa. Il 2009 è stato in effetti l`anno dei record per il regno di Mezzo, che è diventato, tra le altre cose, il più grande mercato mondiale nella vendita di autovetture. La azienda automobilista Saic Motor quest`anno (protagonista di un incremento del proprio fatturato di circa il 600%), ha tra le altre cose promosso non solo corsi universitari per giovani ingegneri meccanici in molte università pubbliche e private, ma anche corsi di laurea per aspiranti modelle nelle fiere automobilistiche internazionali. Simili corsi di laurea, che fanno forse il paio con la moltiplicazione degli insegnamenti privi di qualità delle università Italiane, sono anch’essi parte della Cina contemporanea.
lunedì 4 gennaio 2010
Mind the Gap
Disuguaglianze sociali e segnali di crisi economica in Cina
Il diario di bordo di Paolo Do (Shanghai - Cina)
venerdì 1 gennaio 2010
Farcela da soli
Il movimento dei lavoratori in Cina (2007-2008)
- Dopo una crescita a due cifre durata una decina d’anni, la rapida espansione economica della Cina ha cominciato a rallentare alla fine della seconda metà del 2008. La disoccupazione è aumentata notevolmente durante il bienno 2007-2008; un gran numero di piccole e medie imprese, colpite dai costi elevati di materie prime e dall’aumento del valore della moneta, ridussero la produzione e licenziarono personale, tra cui soprattutto operai immigrati dalle campagne. Il tasso di inflazione raggiunse il 4,8 per cento nel 2007, il valore più elevato degli ultimi dieci anni che portò i prezzi dei generi alimentari alle stelle. Crescendo il costo della vita, numerosi governi locali aumentarono il salario minimo, tanto che i redditi disponibili sia delle famiglie rurali che di quelle cittadine sono cresciuti fino a fine 2008. La crisi economica mondiale, tuttavia, ha frenato questo corso tanto che il divario tra ricchi e poveri in Cina nel 2008 è continuato a crescere.
- In seguito a scandali e incidenti sul lavoro esemplificativi degli abusi e dello sfruttamento subiti dagli operai, la legislazione cinese promulgò tre nuove leggi sul lavoro, che hanno fatto del 2007 un anno cruciale per lo sviluppo della legislazione sul lavoro in Cina:
- Legge sui Contratti di Lavoro, finalizzata a ridurre il numero di lavoratori immigrati impiegati senza contratto.
- Legge sulla Promozione dell’Impiego, con lo scopo di creare un mercato del lavoro più aperto e corretto e combattere la discriminazione nell’impiego.
- Legge sulla Mediazione e la Giurisdizione Arbitrale, designata per razionalizzare e velocizzare i processi arbitrali e di mediazione.
- l’allargamento delle richieste degli operai da legali e specifiche a collettive, incentrate non più solo sulla difesa di diritti, ma soprattutto sulla difesa di interessi collettivi
- l’intervento mediatore diretto del governo all’interno delle dispute
- l’ allontanamento tra azione degli operai, mirata alla difesa di interessi economici e diritti legali, e azione prettamente politica dell’ACFTU, mirata a salvaguardare la stabilità sociale.
- l’ ACFTU si schierasse dalla parte dei lavoratori durante le dispute, superasse la tradizionale avversione nei confronti di scioperi e altri tipi di attivismo e promuovesse la contrattazione collettiva come mezzo di risoluzione senza cercare scusanti per la sua inazione (es. la crisi economica globale)
- il Partito e il governo permettessero all’ACFTU di rappresentare veramente gli interessi degli operai, accettando che le differenze di interessi tra lavoratori e datori di lavoro sono alla base delle economie orientate al mercato e che in queste il ruolo del governo si limita ad essere quello di arbitro neutrale nei conflitti aziendali.
L'ondata di scioperi
Verso una trasformazione delle politiche del lavoro
La proletarizzazione incompiuta
Vedere la Cina a partire dai suicidi della Foxconn
lunedì 21 dicembre 2009
Countdown China
Il Pearl River Delta è una delle regioni economicamente più dinamiche in Cina, dove si sta per costruire il ponte più lungo del mondo (che dovrebbe collegare Hong Kong con Macao e Shenzhen), e dove la metropoli di Guangzhou sta scavando in simultanea ben 8 linee di metropolitana in vista dei giochi Asiatici del 2010. Nell`arcipelago Cinese delle zone speciali composte da Hong Kong, Shenzhen, Macao e Guangzhog, una parola si sente ripetere spesso: Europa. Dobbiamo fare come in Europa. L`idea infatti è quella di sperimentare un dispositivo di controllo e di gestione in questa regione sul modello di quello europeo in modo tale da controllare al meglio la mobilità e i flussi della forza lavoro.
Ma di Europa in Cina se ne sente parlare anche altrove. Poco tempo fa migliaia di residenti si sono ritrovati sotto i palazzi del Partito a Canton in segno di protesta contro la costruzione di nuovi moderni inceneritori previsti a meno di un chilometro dal centro abitato della città. Di fronte a migliaia di persone che hanno sfidato le autorità con i loro corpi, i rappresentanti locali hanno cercato di rassicurare i manifestanti affermando che questo inceneritore è super sicuro, pensate un po’: interamente realizzato con tecnologie europee. Un vero e proprio pezzo di Europa in Cina, chiamato inceneritore.
Queste proteste (che richiamano davvero l`Europa, quella di Chiaiano o delle recenti azioni fatte in tuta bianca a Padova) e il coraggio di tanti che mettono in gioco la propria vita contro l`ennesimo disastro ambientale annunciato, sembrano aver ottenuto dal governo il posticipo di un anno della costruzione di questi moderni inceneritori, ovvero, dopo la chiusura dei prossimi giochi asiatici. In un paese come la Cina, il cui ritmo é scandito da incessanti conti alla rovescia, dalle olimpiadi di Pechino 2008 all’expo di Shanghai di maggio 2010 fino ai giochi Asiatici di Guangzhog, c`è forse ancora un attimo per tirare un respiro. Inquinamento permettendo.
domenica 20 dicembre 2009
Nice work if you can get it
Il diario di bordo di Paolo Do - Shanghai (Cina)
Gli organizzatori dell’ottava fiera Asiatica dei giochi on line che si dovrebbe aprire entro poco in Cina hanno avuto una idea brillante per incrementare le presenze di visitatori. Includere, tra joystick e giochi di ruolo, la possibilità per i visitatori di cercarsi un lavoro. La novità della ottava fiera espositrice infatti è che essa ospiterà anche gli stand delle stesse case produttrici che cercano nuovi dipendenti come grafici o game designer. Con questo escamotage gli organizzatori prevedono una presenza di 450,000 visitatori (paganti) contro i 100,000 dello scorso anno.
Ma non sono solo loro che stanno approfittando di migliaia di giovani laureati in disperata ricerca di lavoro. L`esercito Cinese è riuscito quest`anno ad incrementare notevolmente i laureati che hanno optato per il colletto verde (della divisa militare) anziché bianco. Secondo una nota ufficiale del People Liberation Army 130,000 laureati sono entrati nella fila dell`esercito. Un numero consistente se comparato con i soli 39,000 dello scorso anno. Attraverso una alleanza con il ministero della istruzione per offrire incentivi fiscali ai laureandi che decidono di intraprendere la carriera militare, il PLA ha fatto il pieno di operatori radar, medici, esperti di logistica e comunicazione tra gli altri. Un ottimo successo per un esercito che vuole essere sempre più hi tech e meno contadino.
Nel frattempo la Cina ha iniziato una campagna per incentivare imprenditori e lavoratori nel campo tecnologico e della finanza a ritornare nella Grande Cina a lavorare. Il governo di Shanghai, per esempio, ha intrapreso da poco un ‘tour promozionale’ tra New York, Chicago e Londra per far incetta dei cinesi espatriati che stanno lavorando nel settore finanziario. Questo proprio nel mentre paesi come gli Usa scoraggiano l`ingresso di migranti ad alto skill, seppure con conseguenze pesanti per una economia come quella americana. Basti pensare che un quarto di coloro che hanno depositato brevetti e copyright in Usa non sono americani e tra loro il 16.8% sono Cinesi che lavorano negli States e il 13.7% sono Indiani.
Eppure per le Sea Turtle, come vengono chiamati gli studenti che decidono di tornare in Cina dopo aver compiuto gli studi all`estero (Haigui), tale ritorno non è cosa affatto facile (questo appellativo è comune in Cina perché Haigui ha la stessa pronuncia di tartaruga marina; da qua il riferimento a questo gruppo di persone). Magari figli di migranti che hanno speso tutti i loro risparmi, per questi neo-laureati non trovare un adeguato stipendio si trasforma in una pressione insopportabile. E nel paese del socialismo senza protezione sociale alcuna sono sempre più i casi di suicidio tra le “tartarughe marine”, laddove una laurea all`estero può non fare più la differenza in un mercato del lavoro bloccato. L`ultimo caso è Tu Xuxin, tornato con un master e dottorato in ingegneria dall’università di Chicago. Ma questa volta, morire non è per gioco.
lunedì 7 dicembre 2009
Il business della conoscenza
Speculazione immobiliare, speculazione formativa: l'economia della conoscenza cinese cambia le regole del valore
Il diario di viaggio di Paolo Do - Shanghai (Cina)
In Cina l’ammontare complessivo dei debiti non ripagati attraverso carte di credito è aumentato del 126.5% nel solo ultimo anno - secondo il portavoce di Bank of China. Beijing ha infatti incentivato le banche ad espandere il settore delle carte di credito con la speranza di far lievitare così anche i consumi. Il risultato di questa strategia è che nel giro di un solo anno il sistema bancario si è trovato di fronte agli stessi problemi dei paesi avanzati, seppure con le dovute proporzioni. La media di chi possiede una carta di credito in Cina é dello 0,13% a persona; tale dato è molto distante dai 300 milioni di americani e dalle loro 1.5 bilioni di carte di credito possedute (questo dato secondo l`ufficio statistico americano).Mentre il credito al consumo sembra problematico, in Cina non lo é l`acquisto delle proprietà immobiliari, e questo grazie anche agli studenti. Se per i figli di migranti mandare un figlio all`università è un investimento, una chance per uscire dalla miseria, nella Cina di oggi per le famiglie ricche mandare un figlio a studiare a Pechino o a Shanghai rappresenta sì un investimento, ma di ben altra natura. Questi nuovi studenti hanno rotto di fatto le cinta del classico campus universitario con la speculazione immobiliare: secondo le agenzie immobiliari Zhongda Hengji e Zhujia, solamente nella città di Pechino il 10% delle transazioni delle proprietà immobiliari sono acquisti di case da parte di studenti che si trasferiscono per studiare.
Tuttavia non sempre è necessario andare all`università per poter dire di avere una laurea. Ad Hong Kong si e` scoperto che sono molte le agenzie finanziarie che chiedono ai propri dipendenti di “inflazionare il proprio curriculum” formativo e lavorativo con false esperienze per procurarsi quei visti di lavoro più facilmente ottenibili riservati agli High Skill e per poter richiedere parcelle notevolmente più alte ai propri clienti.
Ma la menzogna è un campo di liberi battitori. Accade così che in una company dove tira aria di licenziamenti, un gruppo di impiegati scopre e pubblicizza il fatto che il loro datore di lavoro, il CEO Tseng Jinsui della Neo Neon di Hong Kong, una company quotata sul listino della borsa, non ha mai ottenuto quel dottorato che il suo CV invece vanta. In un mercato fondato sulle informazioni e sulla fiducia, la pubblicizzazione di questa notizia da parte di alcuni attivisti ha di fatto ribaltato i rapporti di forza e costretto chi voleva licenziare...ad essere licenziato.
mercoledì 2 dicembre 2009
Conoscenza pulita
Il diario di bordo di Paolo Do - Shanghai (Cina)
Dopo la recente visita di Obama in Asia e la ratifica del mancato taglio delle emissioni di CO2, quale futuro si prospetta per il vertice di Copenhagen e per il successo delle energie verdi e rinnovabili?
La questione climatica dopo i recenti accordi tra Usa e Cina, mette di fatto al centro la questione dei saperi, della cooperazione e della ricerca a livello transazionale, sottolineando la importanza del cosiddetto ‘transfer tecnologico’ legato a conoscenze e tecnologie.
Nei protocolli d'intesa di questo inedito G2, l'elemento chiave della discussione riguarda proprio le risorse necessarie alla ricerca per la produzione di energia pulita: a ben guardare non si tratta d'altro che di costruire un mercato per saperi legati alle energie rinnovabili tra le due sponde del Pacifico.
Cosa vuol dire aprire un tale spazio in Cina? Cosa vuol dire usare lo strumento del mercato per tagliare le emissioni di CO2?
Innanzitutto, significa partire dalla questione della proprietà intellettuale, come condizione di possibilità, e della salvaguardia dei diritti di copyright e brevetti, come base per la cooperazione tra Cina e America: oggi è questa la pre-condizione per poter parlare di rivoluzione verde e di sviluppo tecnologico.
Green revolution vuol dire investire sulla conoscenza, l'innovazione, la gestione di nuova forza lavoro ‘qualificata’ e, quindi, sulla cooperazione transnazionale.
Da un lato, il problema in Cina consiste nella sostenibilità ambientale della sua crescita che può causare una seria destabilizzazione politica interna, dall`altro il bisogno di nuove fonti energetiche in grado di nutrire una domanda crescente. Questo la Cina lo sa bene, gli Usa anche. Dentro questo spazio si é aperto un nuovo terreno strategico, un nuovo fronte laddove, dentro la questione delle energie rinnovabili e della svolta verde, l`elemento cognitivo diviene il vero campo di battaglia.
“Presidente del pacifico”, come si è autoproclamanto Obama, non è una dichiarazione neutra: è piuttosto l'affermazione del rafforzamento di quei dispositivi di proprietà, anzitutto intellettuale, e di governance del lavoro cognitivo a livello globale. Il presidente del pacifico diventerà anche quello di Copenhagen?
Da questo punto di vista il meeting europeo di dicembre assume uno spessore ancora più complesso, e la partita in gioco diventa ancora più grande.
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
La lucha sigue!