sabato 28 luglio 2012

Grecia - La Lampedusa d'Europa


Dove inizia l'Europa? In luoghi diversi: oltre il controllo documenti di uno scalo aereo, superate le recinzioni di un porto, dopo una frontiera terrestre con un paese dal passato sovietico. Cos'è l'Europa? Tante cose. Una meta per le vacanze, comodamente raggiungibile e relativamente tranquilla. Un luogo in cui investire, dove la proprietà è al sicuro e la concorrenza garantita. Per qualcuno è così.
Per altri, invece, “Europa” significa speranza di una vita migliore. Speranza di trovare un lavoro dignitoso, di poter godere di alcuni diritti, di non rischiare continuamente la pelle a causa di una guerra. Un sogno che spesso assomiglia a un'illusione e facilmente si trasforma in un incubo. Soprattutto per quei migranti che tentano di raggiungerla senza documenti. Sono solo una parte degli “irregolari” che vivono e lavorano nel vecchio continente: la clandestinità è una condizione prodotta soprattutto dalle frontiere di status, più che da quelle geografiche e politiche. È dimostrato statisticamente che la maggior parte dei clandestini diventano tali alla scadenza di un visto turistico, perdendo il lavoro, per un mancato rinnovo del permesso di soggiorno.
Chi non può acquistare un visto e un biglietto aereo, però, deve tentare la fortuna affrontando viaggi avventurosi, che per i moderni nomadi aeroportuali hanno un sapore d'altri tempi. Nessuna illusione romantica: in questi viaggi la gente muore, perde familiari e amici, subisce stupri, violenze, furti. Ma la speranza e la necessità sfidano i rischi, senza paracadute e senza assicurazione.
Fino a pochi anni fa, le rotte tracciate da questi migranti seguivano percorsi differenti. L'Europa aveva diverse porte d'ingresso, situate nei paesi della cintura mediterranea. Dal Marocco si poteva raggiungere la Spagna in patera; dalla Tunisia e dalla Libia ci si imbarcava per l'Italia, incrociando le dita e sperando nella clemenza del mare; dalla Turchia si raggiungevano le isole greche che ne lambiscono la costa o si attraversava il fiume che disegna il profilo orientale della penisola ellenica. Poi sono arrivate le navi militari di Frontex e gli accordi bilaterali con i dittatori del Nordafrica. Le navi hanno iniziato a respingere le imbarcazioni di fortuna dirette verso l'Andalusia, nel mediterraneo occidentale, e quelle che puntavano verso le isole greche, in quello orientale. Gli accordi hanno riempito di soldi le casse di Ben Alì e soprattutto di Gheddafi, delegando a chi non ha l'impiccio di dover rispettare i diritti fondamentali degli esseri umani la deterrenza dei flussi migratori. Oltre ai pattugliamenti congiunti delle coste, ai rimpatri, ai respingimenti collettivi (illegali nonostante questi accordi!), nella grande Jamahiriya sono spuntati i centri di detenzione per migranti: a Kufra, a Qatrun, a Ghat e in altre città libiche. Questi luoghi di morte e miseria, dove la vita umana non ha più alcun valore, hanno la targa italiana.

Messico - Alzati. A lottare, non a dormire!


Più di 10000 persone al presidio notturno di 24 ore per accerchiare la sede di Televisa.

Andrés Manuel López Obrador, dopo aver presentato ulteriori prove sul caso Monex (come ad esempio una lista di quasi 5000 persone che hanno dichiarato di aver ricevuto dal PRI una carta di credito Monex e intercettazioni telefoniche in cui si spiega come sostenitori del PRI abbiano ricevuto denaro prima delle elezioni), sostiene di avere argomenti sufficienti per decidere che le elezioni presidenziali non siano considerate valide e per prepararsi ad un presidente temporaneo che convochi delle nuove elezioni. “Se il processo elettorale non viene annullato, il Messico verrebbe governato da una banda di delinquenti, i più corrotti e terribili del paese”, ha dichiarato.
La battaglia di AMLO sembra aver fatto un passo avanti, dal momento che il Tribunale Elettorale del Potere Giuridico della Federazione ha richiesto all'IFE (l'istituto preposto al controllo elettorale) di fornire entro 48 ore la documentazione relativa alle  irregolarità registrate durante la campagna elettorale di Peña Nieto.
Intanto nella giornata di ieri è iniziata un’altra azione di protesta, decisa in assemblea dopo il corteo del 22 luglio, di occupazione della sede della catena televisiva Televisa, complice del malgoverno Priista: migliaia di persone, tra studenti di #YoSoy132, cittadini e membri del fronte Popolare in Difesa della Terra di Atenco hanno raggiunto le installazioni di Televisa e lì hanno lanciato un presidio per tutta la notte.
Poche ore fa durante il presidio è stato letto il documento sulla presa pacifica di Televisa, in cui, tra le altre dichiarazioni, si denuncia la muraglia della disinformazione, dove una minoranza controlla l’opinione pubblica e la verità è ridotta ad una società del consumo attenta solo a spot pubblicitari e personaggi vuoti di telenovelas.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!