In un comunicato congiunto, pubblicato lo scorso 16 maggio, le FARC e l'ELN hanno dato ordine a tutte le loro unità “di interrompere qualunque azione militare offensiva contro le forze dello Stato o l'infrastruttura economica” tra il 20 ed il 28 maggio prossimi. La decisione intende essere una risposta alle “molte voci che si levano, con diversi argomenti”, sollecitando l'insorgenza ad una nuova dichiarazione di cessate il fuoco, in occasione delle elezioni presidenziali. La guerriglia delle FARC aveva già preso unilateralmente due provvedimenti analoghi, durante le festività natalizie, e proponendo un cessate il fuoco generalizzato e bilaterale per tutta la durata delle Conversazioni dell'Avana, per creare un clima favorevole alla costruzione della Pace. “La risposta”, denunciano le FARC e l'ELN, “è stata il rifiuto frontale del regime, con la motivazione che solo l'offensiva permanente contro l'insorgenza può garantire la pace nel paese”. Pur consapevoli del fatto che “la corruzione, il clientelismo, la frode, le manovre sporche di ogni tipo conducono all'illegittimità dei suoi risultati”, le due organizzazioni guerrigliere hanno deciso “che un clamore nazionale tanto forte vada ascoltato”. La vocazione guerrafondaia dell’oligarchia colombiana si manifesta in ogni occasione, e impedisce il realizzarsi di conversazioni senza l'assordante frastuono dei combattimenti, che si svolgono sempre più cruenti in ogni parte della Colombia. In un comunicato congiunto, pubblicato lo scorso 16 maggio, le FARC e l'ELN hanno dato ordine a tutte le loro unità “di interrompere qualunque azione militare offensiva contro le forze dello Stato o l'infrastruttura economica” tra il 20 ed il 28 maggio prossimi. La decisione intende essere una risposta alle “molte voci che si levano, con diversi argomenti”, sollecitando l'insorgenza ad una nuova dichiarazione di cessate il fuoco, in occasione delle elezioni presidenziali. La vocazione guerrafondaia dell’oligarchia colombiana si manifesta in ogni occasione, e impedisce il realizzarsi di conversazioni senza l'assordante frastuono dei combattimenti, che si svolgono sempre più cruenti in ogni parte della Colombia. |
Un continuo botta e risposta tra i manifestanti e gli innumerevoli e incalzanti provvedimenti del governo in carica.
Al grido " Everywhere Taksim, Everywhere Resistance", slogan
utilizzato durante le proteste di Gezi Park lo scorso Giugno, è iniziato
il concentramento invocato tramite un tam-tam sui social network negli
scorsi giorni.
In centinaia si sono dunque riuniti in Isticklal Caddesi per
ribadire il loro no all' emanazione di un provvedimento simbolo
esemplificativo di una politica volta ad affermare un progetto
autoritario.
Reazione decisamente sproporzionata quella della polizia, la cui violenza non accenna a diminuire.
Utilizzo
di gas CS, cannoni ad acqua, proiettili di gomma...sono stati impartiti
non solo ai manifestanti ma anche ai ristoranti e negozi che ospitavano
i dimostranti in corsa per sfuggire alle violenze della gendarmeria.
Una "bombola di gas" è persino stata tirata in un autobus di linea che
passava in quel momento.
Violenti scontri, feriti e arresti nella giornata di ieri pomeriggio.
La dimostrazione di forza risulta essere l' unico approccio che il partito di Erdogan sembra conoscere.
E
nel frattempo, piazza Taksim, simbolo della libertà e della democrazia,
resta circondata da forze dell' ordine che ne impediscono l' accesso.
Immagini ormai divenute quotidiane che delineano un panorama
decisamente problematico: la precarietà di un equilibrio oramai
sfibrante che sta facendo emergere tutti i nodi ai quali il partito Ak
non è stato in grado, o meglio non ha voluto, sciogliere e affrontare in
termini di partecipazione, collaborazione e condivisione.
Una concezione diametralmente opposta invece quella dei
manifestanti; il cui lessico è rivolto alla riconquista di un più
semplice, quanto mai immediato, diritto alla città quale unica
prospettiva perseguibile per vivere la metropoli non con l' illusione di
un' utopia, ma con la realtà e la concretezza di un sogno.
Link:
http://www.hurriyetdailynews.com/police-put-down-protest-against-controversial-internet-law-in-istanbul.aspx?pageID=238&nID=62804&NewsCatID=338