mercoledì 3 dicembre 2008

LETTERA DEI MOVIMENTI SOCIALI AL PRESIDENTE LULA

(Presentata ad alcuni ministri nell'incontro del 26 novembre)
Presidente Lula,
Siamo contenti che il governo federale abbia preso l’iniziativa di ascoltare i movimenti sociali, sindacali, popolari, le pastorali sociali e gli enti che operano organizzando il nostro popolo, di fronte al gravequadro di crisi che già si fa sentire e che ­ tutto porta a credere ­si approfondirà, colpendo la nostra economia, la nostra società e soprattutto il popolo brasiliano.
Vogliamo approfittare di questa opportunità per manifestare le nostre proposte concrete che riteniamo il governo federale debba assumere per preservare, soprattutto, gli interessi del popolo e non soltanto quellidelle imprese e del profitto del capitale.L’insieme di queste proposte si inserisce nell’idea che ci accomuna tutti che dobbiamo approfittare della breccia della crisi per cambiare la politica macroeconomica di natura neoliberista e andare costruendo un nuovo modello di sviluppo nazionale, basato su altri parametri, soprattutto sulla distribuzione del reddito, sulla creazione di posti di lavoro e sul rafforzamento del mercato interno.La nostra preoccupazione fondamentale è far sì che la necessità di un cambiamento porti ad assumere misure concrete che puntino a migliorare le condizioni di vita del nostro popolo, garantendo i diritti all’educazione pubblica, gratuita, democratica e di qualità a tutti i livelli, ad abitazioni dignitose, all’accesso alla cultura e alle riforme urbana e agraria. Purtroppo, la maggioranza del nostro popolo non ha accesso a questi diritti basilari. Sappiamo che i forti interessi dei capitalisti locali, delle imprese transnazionali e, soprattutto del sistema finanziario concentranosempre più ricchezza, reddito e impediscono che il nostro popolo usufruisca della ricchezza che produce.Siamo ormai stanchi di tanta dominazione capitalista e ora assistiamo alle crisi finanziarie e all’offensiva degli interessi dell’impero che controlla le ricchezze naturali, minerali, l’acqua, i semi, il petrolio, l’energia e ifrutti del nostro lavoro.Di fronte a questo, vogliamo presentarle alcune proposte concrete per poter risolvere realmente i problemi del popolo e impedire che di nuovo le grandi imprese transnazionali e le banche trasferiscano sul popolo il costo della crisi.
PROPOSTE DI ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE
1. Sosteniamo come risposta alla crisi il rafforzamento della strategia di integrazione regionale, che si materializza a partire da meccanismi come: MERCOSUL, UNASUL e ALBA.
2. Appoggiamo misure come la sostituzione del dollaro nelle transazioni commerciali con monete locali, come recentemente hanno fatto Brasile e Argentina, e suggeriamo che questa misura debba essere adottata dall’insieme dei paesi dell’America Latina.
3. Sosteniamo il consolidamento più rapido possibile della BANCA DEL SUD, come un agente che promuova lo sviluppo regionale e che aiuti la crescita del mercato interno tra i paesi dell’America Latina e come un meccanismo di controllo delle nostre riserve, per impedire la speculazione delle banche, del FMI e degli interessi del capitale degli USA.
4. Affermiamo che l’attuale crisi economica e finanziaria è responsabilità dei paesi centrali e degli organismi diretti da loro, come il WTO, la Banca Mondiale e il FMI. Sosteniamo un nuovo ordine internazionale, che rispetti la sovranità dei popoli e delle nazioni.
5. Chiediamo il vostro impegno per il ritiro immediato di tutte le forze straniere da Haiti. Nessun paese dell’America Latina deve avere basi e presenza militare straniera. Proponiamo, invece, la costituzione di un fondo internazionale solidale per la ricostruzione economica e sociale di quel paese. Ci dichiariamo inoltre contrari alla riattivazione della Quarta Flotta della Marina da Guerra degli USA in acque latinoamericane.
PROPOSTE DI POLITICA INTERNA
1. Mettere sotto controllo e ridurre immediatamente i tassi di interesse
2. Imporre un rigoroso controllo dei movimenti del capitale finanziario speculativo, istituendo quarantene e impedendo la libera circolazione, penalizzando con elevate tasse i profitti speculativi.
3. Sosteniamo che tutti i governi devono utilizzare le ricchezze naturali, dell’energia, del petrolio, dei minerali, per creare fondi solidali da investire in una soluzione radicale dei problemi del popolo, cioè dandoattuazione al diritto al lavoro, all’educazione, alla terra, alla casa. Per questo il governo brasiliano deve cancellare immediatamente la nuova asta del petrolio fissata per il 18 dicembre
4. Il governo federale deve rivedere la politica relativa al mantenimento del superávit primário, che è un vecchio e superato orientamento del FMI ­uno dei responsabili della crisi economica internazionale. E dobbiamo usare le risorse del superávit primário per fare grandi investimenti governativi, finalizzati alla costruzione di trasporti pubblici e di case popolari per i bassi redditi, dando così grande valore alla riforma urbana e agraria, incentivando la produzione di alimenti per l’agricoltura familiare e contadina. Sono necessari investimenti massicci nella costruzione di scuole, per pagare gli insegnanti, per universalizzare l’accesso all’educazione dei nostri giovani, a tutti i livelli, in scuole pubbliche, gratuite e di qualità.
5. Riteniamo che il governo debba stabilire degli obiettivi per la creazione di nuovi posti di lavoro, a partire da un ampio programma di incentivazione alla creazione di posti di lavoro formali, in particolare per i giovani. Innalzare immediatamente il salario minimo e i benefici della previdenza sociale, come principale forma di distribuzione del reddito tra i più poveri. 6. Mettere sotto controllo i prezzi dei prodotti agricoli pagati ai piccoli produttori, realizzando un massiccio programma di garanzia degli acquisti di alimenti, attraverso la CONAB. Oggi, le imprese transnazionaliche controllano il commercio agricolo stanno penalizzando gli agricoltori, riducendo del 30% in media i prezzi pagati per il latte, il mais, i suini e i polli. Ma, al supermercato il prezzo continua a salire.
7. Revocare la Legge Kandir e tornare a mettere tasse sulle esportazioni di materie prime agricole e minerali perchè la popolazione non sia penalizzata nello sforzo di stimolare l’esportazione
8. Il governo federale non può usare denaro pubblico per sussidiare e aiutare a salvare le banche e le imprese speculatrici, che hanno sempre guadagnato molto denaro e ora, nella crisi vogliono trasferire i loro oneri sulla società intera. Chi ha sempre difeso il mercato come il proprio “dio-regolatore” ora deve accettarne le conseguenze. In questo senso le banche pubbliche (BNDES, Cassa Econômica Federale e Banca del Brasil) dovrebbero essere indirizzate non a soccorrere il grande capitale ma a operare a beneficio dei popoli.
9. Ridurre la giornata lavorativa in tutto il paese e in tutti i settori, senza riduzione di salario, come una delle forme per aumentare i posti di lavoro. E penalizzare duramente le imprese che stanno licenziando.
10. I media sono sempre concentrati nelle mani di pochi gruppi economici. Questo quadro rafforza la diffusione di un pensiero unico che privilegia il profitto a danno delle persone e esclude la visione di segmenti della società e delle loro organizzazioni dal dibattito pubblico. Per rovesciare questa situazione e collocare i media al servizio della società bisogna ampliare il controllo della popolazione sulle concessioni di radio e TV, rafforzare la comunicazione pubblica e garantire le condizioni per il funzionamento di radio comunitarie, ponendo fine alla repressione nei loro confronti. Per tutto questo è urgente che il governo federale convochi la Conferenza Nazionale per la Comunicazione.
11. Per garantire i territori e l’integrità fisica e culturale dei popoli indigeni e dei quilombos come stabilisce la Costituzione, il Governo federale deve continuare a delimitare le terre e rendere effettiva la liberazione di questi territori in tutto il paese, senza cedere alle crescenti pressioni di settori anti-indigeni ­ sia politici che economici. Nella lotta per i propri diritti territoriali, i popoli indigeni e dei quilombos hanno affrontato violenze e discriminazione sempre più forti in tutto il paese. Chiediamo una attenzione particolare, in questo momento, di fronte all’urgenza di delimitare le terre tradizionali del popolo indigeno Guarani Kaiowá che vive nel Mato Grosso do Sul. Attualmente sono confinati in infime porzioni di terra e, soprattutto a causa di questo, c’è un alto indice di suicidi tra il popolo.
12. Realizzare una “auditoria integral” sul debito pubblico per lanciare le basi tecniche e giuridiche per la rinegoziazione sovrana del suo montante e del suo pagamento, considerando i debiti storici sociali e ambientali rispetto ai quali il popolo lavoratore è creditore
13. Sosteniamo una riforma politica che ampli gli spazi di partecipazione del popolo alle decisioni politiche. Una riforma non solo elettorale ma che accresca gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa
14. In tempi di crisi c’è una aggressione predatoria nei confronti delle risorse naturali, come forma di accumulazione facile e rapida. Per questo non possiamo accettare le proposte irresponsabili di cambiamenti nella legislazione ambientale da parte dei rappresentanti dell’agrobusiness, che pretendono di ridurre le aree di riserva legale in Amazzonia e altre aree (...) in ciò che resta della Mata Atlatica. Proponiamo la creazione di una politica di preservazione e recupero delle biomasse brasiliane.
15. Contro la criminalizzazione della povertà e dei movimenti sociali. Per la fine della violenza e per il libero diritto di manifestazione di chi lotta in difesa dei diritti economici, sociali e culturali dei popoli.Speriamo che il governo aiuti a lanciare un ampio processo di discussione nella società, in tutti i segmenti sociali, perchè il popolo brasiliano capisca la gravità della crisi, si mobiliti e lotti per il cambiamento.
Atenciosamente,
Via Campesina
Assembléia Popular ­ AP
Coordenação dos Movimentos Sociais ­ CMS
Grito dos Excluídos Continental
Grito dos Excluídos Brasil
Associação Nacional de Ong’s ­ ABONG
Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra ­ MST
Central Única dos Trabalhadores ­ CUT
União Nacional dos Estudantes ­ UNE
Marcha Mundial de Mulheres ­ MMM
Central dos Trabalhadores e Trabalhadoras do Brasil ­ CTB
Central Geral dos Trabalhadores do Brasil ­ CGTB
Central de Movimentos Populares ­ CMP
Associação Brasileira de Imprensa ­ ABI
Confederação das Associações das Associações de Moradores ­ CONAM
Caritas Brasileira
CNBB/Pastorais Sociais
Comissão Pastoral da Terra ­ CPT
Conselho Indigenista Missionário ­ CIMI
Movimento dos Pequenos Agricultores ­ MPA
Movimento dos Atingidos por Barragens ­ MAB
Movimento das Mulheres Camponesas ­ MMC
União Brasileira de Mulheres ­ UBM
Coordenação Nacional de Entidades Negras ­ CONEN
Movimento dos Trabalhadores Desempregados ­ MTD
Movimento Trabalhadores Sem Teto ­ MTST
União Nacional Moradia Popular ­ UNMP
Confederação Nacional das Associações de Moradores ­ CONAM
Movimento Nacional de Luta por Moradia ­ MNLM
Ação CidadaniaConselho Brasileiro de Solidariedade com Povos que Lutam pela Paz ­ CEBRAPAZ
Associação Brasileira de Rádios Comunitárias ­ ABRAÇO
Coletivo Brasil de Comunicação ­ INTERVOZES
Rede Brasil sobre Instituições Financeiras Multilaterais
Jubileu Sul Brasil
Movimento pela Libertação dos Sem Terras ­ MLST
União Estudantes Secundaristas ­ UBES
União Juventude Socialista ­ UJS
Evangélicos pela Justiça ­ EPJ
União nacional de Entidades Negras ­ UNEGRO
Federação Estudantes de Agronomia do Brasil ­ FEAB
Pastoral da Juventude do Meio Rural ­ PJR
Associação dos Estudantes de Engenharia Florestal ­ ABEEF
Movimento dos Trabalhadores Desempregados ­ MTD
Confederação Nacional Trabalhadores Entidades de Ensino ­ CONTEE
Confederação Nacional Trabalhadores da Educação ­ CNTE
Confederação Nacional do Ramo Químico ­ CNQ/CUT
Federação Única dos Petroleiros ­ FUP
Sindicato Nacional dos Aposentados e Pensionistas ­ SINTAP/CUT
Associação Nacional de Pós-graduandos ­ ANPG
Confederação Nacional dos Metalúrgicos ­ CNM/CUT
Movimento Camponês Popular ­ MCP
Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira ­ COIAB
Conselho Indigenista de Roraima ­ CIR
Federação Trabalhadores Metalúrgicos do Rio Grande do Sul
Ação Franciscana de Ecologia e Solidariedade
Instituto Nacional Estudos Sócio-econômicos - INESC

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!