martedì 9 dicembre 2008
A Pando fu un massacro. L'UNASUR conferma.
di Annalisa Melandri
L’ Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR) ha presentato il 3 dicembre il suo rapporto sugli scontri avvenuti a Pando in Bolivia lo scorso mese di settembre, dove almeno 30 persone furono uccise e dove si registrarono numerosi feriti e casi di persone scomparse a causa della violenza dei gruppi di separatisti legati all’ex prefetto Leopoldo Fernández, attualmente in carcere a La Paz con l' accusa di omicidio, terrorismo e associazione a delinquere.
I leader dei paesi che aderiscono all’Unione delle Nazioni Sudamericane, dopo i violenti scontri si riunirono infatti straordinariamente in Cile, paese al quale spetta la presidenza di turno dell’Unione, e confermando l’appoggio incondizionato al presidente boliviano Evo Morales dichiararono, in quella che è nota come la Dichiarazione della Moneda, di voler dar vita a una commissione investigativa che potesse far luce sugli avvenimenti di Pando.
Nel rapporto finale, consegnato il 27 novembre alla presidenta cilena Michelle Bachelet, secondo UNASUR dunque non si trattò di decessi dovuti a scontri tra diverse fazioni, ma di vere e proprie esecuzioni sommarie ed extragiudiziali realizzate da persone vicine alla prefettura del dipartimento di Pando, che rispondevano ad un preciso piano destabilizzatore e criminale.
Rodolfo Matatrollo, rappresentante della Commissione dell’ UNASUR, ha dichiarato che a Pando “si è svolto un massacro, e questa è proprio la parola esatta perchè è così che si definiscono nei protocolli internazionali questo tipo di fatti”.Tra le conclusioni del rapporto si legge che secondo la commissione il massacro dei contadini fu premeditato e si configura pertanto come un crimine contro l’umanità.
Si evidenzia anche il ruolo passivo della Polizia durante quei giorni, atteggiamento che ha permesso al clima di violenza generale di degenerare pesantemente, verificandosi inoltre casi di vera e propria complicità con gli aggressori dei contadini.
Le testimonianze raccolte, i video visionati e numerose fotografie hanno dimostrato inquivocabilmente le torture inflitte da funzionari statali ai contadini boliviani dopo il loro arresto o mentre venivano condotti agli ospedali con lo scopo di obbligarli a incriminare altre persone di quanto avvenuto.
Ovviamente la presentazione della relazione finale della Commissione, è stata accompagnata in Bolivia dai settori dell’opposizione al presidente Evo Morales, da numerose polemiche.
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Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!