di Serena Corsi
Un quadro ricevuto in regalo dall’EZLN, firmato da tutta la comandancia e consegnato ai militanti della cooperativa “Sporos” (seme) durante l’ultimo festival della rabbia degna a San Cristobal de las Casas in Chiapas. E’ stato appendendolo al muro della strada dove tre mesi Alexis e’ stato ucciso da un poliziotto che i ribelli greci, in un atto con centinaia di persone, hanno commemorato il terzo mese dalla morte del giovane, ma anche dall’esplosione popolare che incendiò le strade di Atene per settimane e che tuttora fa da filo conduttore al fermento che si respira in Grecia. “Abbiamo voluto appenderlo qui” racconta Matoula “anziché dentro alla sede della cooperativa perché questo luogo appartiene a tutti i movimenti greci”. Una sorta di comune denominatore che ha dato una svolta alla politica dal basso greca.
“Dicembre”, come viene chiamata popolarmente la rivolta, ha cambiato tutto. “La realtà ha superato la fantasia. Prima non avremmo sognato una partecipazione così alta a manifestazioni politiche”. L’affissione del quadro dell’EZLN, su cui c’è scritto “alla degna e rabbiosa gioventù greca: con rispetto e ammirazione” e’ seguito all’occupazione di un parcheggio dismesso nel cuore di Exarchia. La gente del quartiere vorrebbe farci un parco, e, davanti ai dinieghi dell’amministrazione, sabato e’ passata alle vie di fatto: in poche ore spaccate decine di metri di asfalto, piantati alberelli, fissate panchine. “Questa e’ l’eredità più importante che abbiamo da dicembre”spiega Eugenia. “La gente si sente chiamata in causa su tematiche territoriali, e agisce in modo radicale”. Non e’ la prima occupazione di questo genere: e’ ancora occupato il parco Patision, qualche isolato più a nord. “L’alba di due settimane fa” , racconta Kristos, “gli abitanti si sono svegliati coi bulddozer che distruggevano il parco. Sono venuti all’alba, come ladri, perché il quartiere si era già opposto al diktat del sindaco di sostituire il parco on un parcheggio sotterraneo”.
Dopo gli scontri con la polizia, giunta a proteggere i bulldozer, gli abitanti hanno rioccupato il parco e, da due settimane, si turnano di notte per impedire che la rasa al suolo del parco continui.
Anche l’8 marzo e’ stata occasione di mobilitazione popolare. Manifestazioni, assemblee pubbliche e concerti sono stati dedicati a Costantina Kuneva, una donna che e’ divenuta uno dei simboli della resistenza greca, ’tre volte resistente” come dicono qui: donna, straniera e sindacalista.
Costantina, bulgara, era arrivata in Grecia cinque anni fa per far operare il figlio. Trovo’ lavoro in un’impresa di pulizie, ma le condizioni di sfruttamento la spinsero a fondare il primo sindacato greco delle donne delle pulizie. Le continue minacce dell’impresa in cui lavorava non la fermavano e, a fine dicembre, due sicari la aspettarono sotto casa per rovesciarle dell’acido in gola. Costantina però non e’ morta e ieri in tutta la Grecia si sono moltiplicate le attività per pagare il suo ricovero e quello del figlio.
La società greca è in fermento, e reagisce collettivamente, e con radicalità, alla minaccia della crisi economica.
Un quadro ricevuto in regalo dall’EZLN, firmato da tutta la comandancia e consegnato ai militanti della cooperativa “Sporos” (seme) durante l’ultimo festival della rabbia degna a San Cristobal de las Casas in Chiapas. E’ stato appendendolo al muro della strada dove tre mesi Alexis e’ stato ucciso da un poliziotto che i ribelli greci, in un atto con centinaia di persone, hanno commemorato il terzo mese dalla morte del giovane, ma anche dall’esplosione popolare che incendiò le strade di Atene per settimane e che tuttora fa da filo conduttore al fermento che si respira in Grecia. “Abbiamo voluto appenderlo qui” racconta Matoula “anziché dentro alla sede della cooperativa perché questo luogo appartiene a tutti i movimenti greci”. Una sorta di comune denominatore che ha dato una svolta alla politica dal basso greca.
“Dicembre”, come viene chiamata popolarmente la rivolta, ha cambiato tutto. “La realtà ha superato la fantasia. Prima non avremmo sognato una partecipazione così alta a manifestazioni politiche”. L’affissione del quadro dell’EZLN, su cui c’è scritto “alla degna e rabbiosa gioventù greca: con rispetto e ammirazione” e’ seguito all’occupazione di un parcheggio dismesso nel cuore di Exarchia. La gente del quartiere vorrebbe farci un parco, e, davanti ai dinieghi dell’amministrazione, sabato e’ passata alle vie di fatto: in poche ore spaccate decine di metri di asfalto, piantati alberelli, fissate panchine. “Questa e’ l’eredità più importante che abbiamo da dicembre”spiega Eugenia. “La gente si sente chiamata in causa su tematiche territoriali, e agisce in modo radicale”. Non e’ la prima occupazione di questo genere: e’ ancora occupato il parco Patision, qualche isolato più a nord. “L’alba di due settimane fa” , racconta Kristos, “gli abitanti si sono svegliati coi bulddozer che distruggevano il parco. Sono venuti all’alba, come ladri, perché il quartiere si era già opposto al diktat del sindaco di sostituire il parco on un parcheggio sotterraneo”.
Dopo gli scontri con la polizia, giunta a proteggere i bulldozer, gli abitanti hanno rioccupato il parco e, da due settimane, si turnano di notte per impedire che la rasa al suolo del parco continui.
Anche l’8 marzo e’ stata occasione di mobilitazione popolare. Manifestazioni, assemblee pubbliche e concerti sono stati dedicati a Costantina Kuneva, una donna che e’ divenuta uno dei simboli della resistenza greca, ’tre volte resistente” come dicono qui: donna, straniera e sindacalista.
Costantina, bulgara, era arrivata in Grecia cinque anni fa per far operare il figlio. Trovo’ lavoro in un’impresa di pulizie, ma le condizioni di sfruttamento la spinsero a fondare il primo sindacato greco delle donne delle pulizie. Le continue minacce dell’impresa in cui lavorava non la fermavano e, a fine dicembre, due sicari la aspettarono sotto casa per rovesciarle dell’acido in gola. Costantina però non e’ morta e ieri in tutta la Grecia si sono moltiplicate le attività per pagare il suo ricovero e quello del figlio.
La società greca è in fermento, e reagisce collettivamente, e con radicalità, alla minaccia della crisi economica.