Ritorna la minaccia priista contro le basi di appoggio
zapatiste a Jechvó: come nel 2004, con la violenza si nega l’accesso
all’acqua
Gruppi priisti del municipio di Zinacantán che fino a non molto tempo fa erano
perredisti, sono tornati a minacciare la comunità zapatista di Jechvó, negando
l’accesso all’acqua con azioni violente, come fecero nel 2004, ed imprigionando
un rappresentante autonomo. La Giunta di Buon Governo (JBG) Corazón céntrico
de los zapatistas delante del mundo, del caracol di Oventic,
denuncia: Sono le stesse persone che il 10 aprile del 2004 attaccarono i nostri
compagni e compagne, basi di appoggio, mentre andavano a portare acqua ai nostri
compagni della comunità di Jechvó, che era stata privata del diritto all’acqua
dalle persone dei partiti politici.
Ricordano l’imboscata che quel pomeriggio quasi costò la vita a molti
indigeni: In quell’attacco molti compagni furono feriti da razzi, pietre,
bastoni ed armi da fuoco per l’unico crimine di andare a portare acqua ai nostri
compagni. Le diverse autorità non fecero nulla al riguardo. L’acqua non manca e
non c’è ragione per quello che stanno facendo queste persone, aggiunge la
JBG.
Mariano Gómez Pérez, base zapatista della comunità, ha chiesto l’intervento
del giudice autonomo e della JBG dopo che i filogovernativi avevano minacciato
di tagliargli l’acqua il 30 settembre scorso. Il giudice autonomo ha mandato una
lettera di invito all’agente priista e ad alcuni ex zapatisti per trattare il
tema il 7 di ottobre. Il giorno 5 la lettera è stata recapitata a mano al
priista, ma invece di accogliere l’invito, l’agente e la sua comunità hanno
catturato un compagno per provocazione.
Gómez è stato in prigione un giorno intero come rappresaglia alla sua
notificazione al giudice autonomo, poi è stato portato davanti alle autorità in
un’assemblea di più di 100 persone dove è stato accusarono di vari crimini
fabbricati allo scopo. L’hanno portato dal giudice municipale di Zinacantán, e
questo ha consigliato ai priisti di non accettare l’invito del giudice
zapatista, e li ha apertamente favoriti.
Davanti a tante ingiustizie, violazione dei diritti umani ed atteggiamenti
inumani delle autorità comunitarie e municipali e dei malgoverni statale e
federale, la JBG avverte: Non resteremo in silenzio né con le mani in mano, ma
difenderemo quello che è nostro, quello che ci appartiene, le nostre risorse ed
i nostri territori.
Ed ancora: Quello che è chiaro è l’incubo in cui vivono il cosiddetto
governatore Juan Sabines Guerrero ed il cosiddetto presidente della Repubblica,
Felipe Calderón Hinojosa, per avere le mani macchiate del sangue di molti
compagni innocenti e portarsi dentro gli orrori che hanno commesso. Sabines
Guerrero e Calderón Hinojosa sono nomi che infangano la storia della nostra
patria, come molti altri vecchi nomi.
Ricordano come dal 2003 le basi zapatiste sono private del diritto
all’acqua a Jechvó, Elambó Bajo, Elambó Alto, San Isidro Chaktoj, Jechch’entik
ed altre comunità, dalle persone affiliate al Partito della Rivoluzione
Democratica (PRD) con l’obiettivo di farli arrendere. La stessa JBG della zona
ha costruito una fonte ed un serbatoio che ora la gente dei partiti, appoggiata
dalle autorità ufficiali, vuole sottrarre. Gli aggressori sono le stesse
persone, ma ora sono entrate a far parte del Partito Rivoluzionario
Istituzionale (PRI).
“Con la propaganda
ufficiale tentano di nascondere le loro azioni ingiuste, sui media pubblicano
che il governo è a favore della giustizia, la democrazia, il rispetto e lo
sviluppo, e che ‘sono fatti e non parole’, ma nei nostri villaggi si vivono le
aggressioni, minacce, sgomberi, detenzioni ingiuste, violazione dei diritti e
persecuzioni, e questo sì nei fatti e non a parole” denuncia la giunta
zapatista. Per quanto si nasconda, la carne marcia continua a puzzare. Per
quanto sia preziosa la carta che l’avvolge, questa non impedirà la sua
decomposizione. La JBG conclude esigendo che siano rispettati i diritti delle
basi zapatiste. http://www.jornada.unam.mx/2012/10/18/politica/020n1pol