Estratto dell’audio della conferenza stampa dell’EZLN: l’intervento del Sub Comandante Galeano:
Per ringraziare tutti quelli che hanno sostenuto gli
zapatisti in questi mesi nella ricostruzione delle strutture distrutte nell'aggressione paramilitare, il Subcomandante Galeano è partito dal racconto
di come nel passato per aiutare un compagno zapatista a cui era stato
riscontrato un male incurabile (di quelli per cui se hai i soldi vieni accudito,
se no vieni rimandato a casa ad aspettare la morte), dopo aver usato i loro
fondi, si erano rivolti a persone e settori, che allora li appoggiavano e
potevano dare una mano a sostenere i trattamenti necessari, ma non avevano
ricevuto niente e alla fine il compagno è stato assistito ad Oventic dove è
morto nel 2004.
10
anni dopo quando, con l’attacco paramilitare costato la vita al compagno
Galeano, sono state distrutte la scuola e la clinica a La
Realidad gli zapatisti hanno scelto di chiedere solidarietà
direttamente a chi sta in basso, ai compagni e alle compagne della Sesta Nazionale ed
Internazionale. E questa solidarietà è arrivata.
“Mai l’EZLN aveva ricevuto così tanto
appoggio” ha
sottolineato “Grazie veramente, è la lezione più bella che ci è
stata data da quando c’è La Sexta”.
Ha
poi continuato ricordando come questa conferenza stampa avrebbe dovuto tenersi,
quando era stato convocato per i primi di giugno l’incontro indigeno a San
Cristobal e Oventic, poi l’avevano annunciata, dopo i fatti de La Realidad, nei
giorni dell’Omaggio al compagno Galeano.
Era stata pensata allora come
la conferenza stampa per le ultime dichiarazioni del
Subcomandante Marcos.
“E’ importante che racconti quel che avevamo pensato, perché si possa dare una ulteriore interpretazione di cos'è avvenuto il 25
maggio con le parole della sparizione di Marcos e le prime parole come Galeano o
con qualsiasi altro nome che ci sarà” ha continuato, aggiungendo che per capire quel che è
successo bisogna capire quello che era avvenuto prima e quel che ci sarebbe
stato dopo.
“Si sono sentite un sacco di interpretazioni su quel
che è successo. Interpretazioni a volte fantasiose e assurde ma che
prescindevano da quel che era successo, come per esempio il fatto che gli
zapatisti dicessero che i media a pagamento non esistevano, che erano il nemico,
che era un’azione contro di loro.”
“Ma se avete un po di
memoria” – ha aggiunto – “l’evento originario che doveva essere a Oventic
era aperto a tutti, anche ai mezzi a pagamento”.
Marcos sarebbe morto e si sarebbe accomiatato in quanto tale dai media a
pagamento e si sarebbe presentato poi ai media
alternativi.
“Quel che è successo il 25 maggio è che l’EZLN ha
cambiato interlocutore .. per questo il mio intervento è iniziato con la storia
che vi ho raccontato”.
Ha
poi proseguito dicendo che gli zapatisti non hanno mai detto che i media a
pagamento hanno smesso d’esistere, il che sarebbe una
stupidata.
I
media a pagamento sono qualcosa di “meraviglioso” perché sono una delle poche volte in cui il capitalismo converte in merce la non
produzione. Si suppone infatti che il lavoro dei media a pagamento sia produrre
informazione ed il capitalismo ha fatto sì che guadagnino senza produrre, senza
informare.
“Quello che è successo in questi anni con i cambiamenti
della tecnologia è che i media a pagamento stanno perdendo il proprio
potere”
ha detto, citando analisi di mercato sulla stampa dei giornali, ed aggiungendo
inoltre che il giornalismo d’analisi e d’investigazione, che avrebbe potuto
rappresentare una alternativa alla progressiva informazione in tempo reale data
da Internet, è stato messo da parte.
Dopo un’analisi della crisi dei media a pagamento,
connessa al sistema pubblicitario e alla loro audience (oggi in grado di avere le
notizie in tempo reale dalla rete) il Subcomandante Galeano ha sottolineato
come restavano loro due opzioni: attaccarsi al sistema politico che può
finanziarli o investire nel giornalismo d’inchiesta e di analisi che non c’era
in Internet fino all'apparizione dei media alternativi,
indipendenti.
La
situazione attuale dei media a pagamento, visto l’abbandono del giornalismo
d’inchiesta e d’analisi, fa sì che che si preferisca non pubblicare piuttosto
che dare un certo tipo di informazione. Una tendenza peraltro confermata dai
giornalisti che provano a fare dei pezzi di un certo tipo ma poi non se li
vedono pubblicati.
Dopo aver fatto una serie di esempi concreti di
informazioni taciute, il Subcomandante Galeano ha aggiunto che abbiamo tutti un
problema nel mondo: se
l’informazione, l’analisi, l’inchiesta non sono più nei media dove possiamo
trovarla? C’è un vuoto nello spazio mediatico che è in
disputa.
Un’altra aspetto che si voleva segnalare nell'addio di
Marcos è che se i media si sono vantati tanto di creare personaggi, (anche
quello di Marcos) oggi chi attira l’attenzione non nasce nei media a pagamento,
come nel caso di Assange ed ancor più nel caso di
forme collettive, diluite come
Anonymous.
Da
qui il SupGaleano parte per una riflessione sulla differenza tra
l’organizzazione autoritaria, arbitraria dei media a pagamento, dove vale chi ha
scritto il pezzo, i giornalisti sempre in cerca dell’esclusiva, rispetto alle
esperienze collettive dei media indipendenti, alternativi dove vale più
l’informazione.
Per gli zapatisti l’importante è che a parlare ed a
raccontarsi siano gli stessi protagonisti di ciò che accade, non chi ci scrive
sopra. Questo è il ruolo e la possibilità dei media liberi,
indipendenti, autonomi. Ovviamente aggiunge
questa è
una tendenza.
“Quel che vediamo in prospettiva è che i media a
pagamento sono in fase decadente, connessi alla politica decadente, spariranno perché le notizie si troveranno sempre più in Internet dove di per sé non trovi
analisi e approfondimento”
I
media liberi potrebbero riempire questo vuoto a livello mondiale, Internet di
per sé non lo riempe anche se lo crea, ha concluso, ribadendo che si tratta
di una prospettiva e che queste sarebbero state le cose che sarebbero state
detto a Oventic.
Quello che hanno gli zapatisti è una speranza, la
fiducia nei media indipendenti. Certo c’è il problema dei fondi, di come
sopravvivere. Questo si può risolvere solo ragionando in forma collettiva, non
c’è una strada già data, non è facile, così come non è semplice aumentare le
proprie visite. Non c’è alternativa o si cresce o si
sparisce. “C’è molta gente che aspetta da voi più di quel che voi
vi aspettate.” ha affermato.
In
questo scenario quello che l’EZLN ha fatto è stato cambiare radicalmente
l’approccio con i media: “non vogliamo parlare con quelli dall'alto, quello che
ci interessa è parlare ed ascoltarvi, ed attraverso voi parlare ed ascoltare chi
attraverso voi parla ed ascolta.”
Per condividere questo processo si è dato vita all'esperienza tra gli zapatisti dei “Tercios compas” e
contribuire alla circolazione dell’informazione.
Cosa è successo che ha cambiato il piano del discorso
che Marcos avrebbe fatto, accomiatandosi dai media a pagamento ad Oventic e che
ha portato al fatto che all'omaggio a Galeano gli zapatisti non hanno voluto i
media a pagamento?
A
questa domanda il Subcomandante Galeano risponde dicendo
che c’è stata una morte e che l’assassinio di un compagno
non può essere fatto passare. Se
se ne fa passare una se ne accettano tante altre.
Continua poi raccontando come siano stati volutamente
travisati i fatti successi, come sulla morte di Galeano e l’aggressione
paramilitare ci sia stata una disinformazione inaccettabile, in molti casi
proprio da parte di quei giornalisti che tante volte lo stesso Galeano aveva
accompagnato quando arrivavano a La Realidad per fare delle interviste. Come se
lui non contasse, perché indigeno. Di fronte a questi atteggiamenti
inaccettabili gli zapatisti hanno preso la decisione di non fare entrare nessun
giornalista dei media a pagamento all'Omaggio a Galeano.
Dal Chiapas la riflessione si sposta su un altro
massacro inaccettabile quello a Gaza, sull'assurdità del sistema informativo
attorno a quel che sta succedendo al popolo
palestinese.
Di
come i morti possano essere valutati come una merce che fa vendere o
meno.
Nell'ultima parte del suo intervento il Subcomandante
Galeano si sofferma sulla importanza dell’ascolto reale, del reciproco ascolto come potrà succedere nel Primo Festival delle
Resistenze e delle ribellioni.
“Nel tempo caotico presente, dell’ultrarapidità e della
divorazione dell’informazione il miglior livello di comunicazione è la
condivisione, il potere dell’ascolto, la pazienza dell’ascolto, che i popoli
originari sanno fare bene”.