Ne è seguita un’odissea per tutto il mondo che nel febbraio 1999 è finita con la sua deportazione dal Kenya in Turchia in violazione del diritto internazionale.
Da allora Öcalan si trova in una condizione di durissimo isolamento nel carcere sull'isola di Imrali.
Grazie ad un ampia iniziativa del movimento curdo e di altri
importanti sviluppi, lo Stato turco verso la fine del 2012 è stato
costretto a riaprire una trattativa con Öcalan. Ne è seguito un processo
negoziale durato quasi tre anni,che ha suscitato speranze in una
soluzione stabile e duratura della questione curda e per la Pace in
tutto il Medio Oriente.
Nonostante tutto questo, Recep Tayyip Erdoğan e
il governo dell’AKP, interrompono brutalmente il processo di risoluzione
democratica e trascinano la regione curda di Turchia in una nuova
stagione di conflitto. Molte città nel sudest del paese vengono
sottoposte a pesanti coprifuochi e allo stato di emergenza militare che
ha comportato numerose vittime civili, la distruzione di interi
quartieri, e lo spostamento forzato di centinaia di migliaia di persone.
La dura repressione seguita al tentativo di colpo di Stato ha
ulteriormente aggravato la drammatica situazione democratica del paese.
Una repressione che non ha risparmiato il mondo degli accademici e degli
intellettuali ed in genere delle forze democratiche che hanno espresso
un forte rifiuto del ritorno ad una concezione di guerra; gli attivisti e
i politici curdi colpiti da numerosi arresti; 2.468 militanti e
dirigenti del HDP e del Partito Democratico delle Regioni (DBP)
incarcerati nel corso dell’ultimo anno.
Anche la volontà popolare
espressa dal voto di milioni di elettori nella regione curda di Turchia
viene cancellata dallo Stato turco. Diciotto co-sindaci delle municipalità
curde sono stati rimossi dall'incarico per aver dichiarato
l’autogoverno, e 24 municipalità gestite dal DBP confiscate designando
amministratori fiduciari.
Proprio in questi giorni il governo turco
cerca di togliersi di mezzo tutti i mezzi di comunicazione che raccontano
di questa feroce guerra in Turchia chiudendo 12 canali televisivi e 11
stazioni radio incluse IMC TV, un canale televisivo per bambini Zarok
TV, un canale alevita TV10 e Jiyan TV, il primo e unico canale in
Turchia in dialetto Zazaki.
Ocalan è un intellettuale e un combattente per la libertà e ha
guidato il movimento curdo per maggiori diritti politici. Ha diretto e
riformulato la lotta curda da una lotta per uno Stato nazione
indipendente per i curdi nell'attuale rivendicazione del Confederalismo
Democratico, è basato su parità di genere, ecologia e democrazia dal
basso.
È vitale che il sostegno e l’attenzione per Öcalan e il movimento
curdo aumenti in tutta Europa e nel mondo.
Nell’aprile 2016 il movimento
sindacale nel Regno Unito ha avviato una campagna a sostegno a Öcalan.
In Italia sono diversi i comuni che hanno conferito la cittadinanza
onoraria al presidente Abdullah Öcalan, a riconoscimento del suo impegno
per la liberazione del popolo curdo e per la pace in Medio Oriente e
del legittimo ruolo di rappresentanza sancito da milioni di firme
raccolte tra i curdi in Europa e nel mondo.
È ampiamente riconosciuto che non ci può essere un vero processo di pace
tra lo Stato turco e il popolo curdo mentre il leader curdo è
incarcerato, in isolamento e gli viene negata qualsiasi forma di
comunicazione con l’esterno.
Vi invitiamo di fare pressione sul governo italiano perché non sia
complice dei vergognosi attacchi contro il popolo curdo e la società
civile in Turchia.
La repressione deve finire!
La democrazia turca va sostenuta!
Öcalan deve essere liberato!
Ufficio di Informaizone del Kurdistan in Italia
UIKI Onlus
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