martedì 3 settembre 2013

Messico - Gli zapatisti, l’arte di costruire un mondo nuovo

di Raúl Zibechi

Dai suoi sei anni di altezza, Carlos Manuel abbraccia la vita di suo padre come se non dovesse mai staccarsene. Guarda il tetto e sorride. Julián, suo padre, cerca di liberarsi. Il bambino cede ma rimane vicino al padre. Irma, sua sorella di circa otto anni, osserva da un angolo della cucina dove sua madre, Esther, lavora al fuoco girando le tortillas di mais che continuano ad essere l’alimento base della famiglie contadine.

Gli altri tre figli, compreso il più grande, Francisco, di 16 anni, osservano la scena che si ripete durante i pasti, come se fosse un rituale. La cucina è il luogo delle conversazioni che si spargono lente come il fumo che ascende sui tetti di zinco. Le parole sono frugali e saporite quanto il cibo: fagioli, mais, caffè, banane e qualche verdura. Tutto seminato senza sostanze chimiche, raccolto ed elaborato a mano. Allevato in aperta campagna il pollo ha un sapore diverso, come tutto il cibo in questa comunità tojolabal.

Finito il pasto ognuno lava i propri piatti e le posate, compreso il padre che a tratti collabora nella preparazione del cibo. Chiedo se è normale in queste terre. Rispondono che è un’abitudine nelle terre zapatiste, non è così in quelle del “mal governo”, a cui si rivolgono, senza sarcasmo, chiamandoli “fratelli priisti”. Queste comunità, vicine a quelle che impugnano la stella rossa su sfondo nero, ricevono buoni e alimenti dal governo, che costruisce loro case di mattoni e pavimento di cemento.
In tutta la settimana non c’è stato il più piccolo gesto di aggressività tra padre, madre e figli. 

Neppure un segno di malcontento o rimprovero. Parrebbe che la proibizione del consumo di alcol ammorbidisca le relazioni umane. Le donne sono quelle che traggono maggiore beneficio dai cambiamenti. “Riconosco gli zapatisti dal modo in cui si alzano in piedi, soprattutto le donne”, commenta il navigato giornalista Hermann Bellinghausen.

Il giorno della fine del mondo
La nuova fase intrapresa dagli zapatisti è cominciata il 21 dicembre 2012, giorno etichettato dai media come la fine del mondo che per i maya è l’inizio di una nuova era. Decine di migliaia di basi d’appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) si concentrarono nei cinque capoluoghi municipali del Chiapas, gli stessi che occuparono il 1 gennaio 1994.

lunedì 2 settembre 2013

Messico - La Escuelita zapatista

La Escuelita zapatista  

di  Miguel Concha

La Escuelita zapatista è stata colma di esperienze, saperi e speranze confermate. Sono stati momenti per generare nuovi stimoli in un’epoca che sembra perdere riferimenti di lotta e trasformazione. La vita in comunità ed il lavoro collettivo hanno permesso a 1.700 persone, venute da diverse parti della Repubblica e del mondo, di riconoscersi nel forte desiderio di collaborare nella costruzione di un mondo dove stiano tutti i mondi.

L’invito fatto al Centro dei Diritti Umani Fray Francisco de Vitoria OP AC, ed il vissuto di due giovani compagni di questa organizzazione, esortano a diffondere alcune riflessioni al riguardo. Innanzitutto si ringraziano gli zapatisti per l’invito a un così importante esercizio di riflessione e formativo. E si ringraziano le migliaia di famiglie zapatiste che hanno accolto gli allievi. Si riconosce inoltre che questa convocazione è arrivata in un momento in cui i movimenti, collettivi ed organizzazioni sociali hanno bisogno di intessere le rispettive conoscenze con quelle dei popoli che resistono di fronte ad un sistema di morte che sfrutta ed esclude. Lo zapatismo è la dimostrazione che un altro mondo è possibile e, contrariamente a quello che il malgoverno dice, è un riferimento che ispira a continuare nelle lotte per un mondo più degno e giusto. Da quando i popoli zapatisti sono riapparsi il 21 dicembre scorso, si era percepito che c’era un messaggio profondo per il paese e per il mondo. Nei primi mesi dell’anno hanno poi invitato ad incontrarli. E così si è potuto condividere quello che hanno costruito in questi quasi 20 anni, e come lo hanno fatto. Una settimana di incontri è servita affinché i partecipanti si rendessero conto che la lotta zapatista non è mai stata endogamica, ma è partecipata con tutti i popoli del mondo, perché come ben dicono, per tutti tutto, per noi niente.

La pedagogia impiegata è stata quella dell’accompagnamento, dell’attenzione e dell’umiltà. 

domenica 1 settembre 2013

Messico - Appunti del corso La libertà Secondo l@s Zapatistas (di ritorno dalla Escuelita Zapatista)

Appunti del corso 
La libertà Secondo l@s Zapatistas

di Gilberto López y Rivas

E’ stato un privilegio assistere come alunno al corso di primo grado La Libertà Secondo l@s Zapatistas che si è svolto parallelamente in diversi territori dei governi autonomi, e nel Centro Indigeno di Formazione Integrale – Unitierra, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, dal 12 al 17 agosto. 

Per i suoi molteplici significati politici, strategici, programmatici e tattici nella tragica attualità di un paese devastato dal governo di tradimento nazionale e da suoi soci corporativo-repressivi (includendo il crimine organizzato), il corso impartito da indigeni delle diverse etnie che formano i governi autonomi zapatisti costituisce un appello urgente alla coscienza nazionale, agli uomini e alle donne con dignità e interezza ad organizzarsi, resistere e lottare per un mondo migliore dove si comandi ubbidendo ai popoli a partire da sette principi: 1. Servire e non servirsi. 2. Rappresentare e non sostituire. 3. Costruire e non distruggere. 4. Ubbidire e non comandare. 5. Proporre e non imporre. 6. Convincere e non vincere. 7. Scendere e non salire; e sulla base della massima etica che guida l’EZLN: Per tutti, tutto, per noi, niente, è questo il codice di condotta opposto a quello con cui agisce la classe politica messicana.
In questa settimana memorabile, accompagnati dal nostro Votán, il tutore o cuore-guardiano del popolo e della terra, e dei nostri libri di testo di lettura-consultazione-discussione, noi allievi ci siamo addentrati nello studio della storia del governo autonomo. Si sono ricordati gli anni difficili della clandestinità, con l’arrivo delle Forze di Liberazione Nazionale nella selva Lacandona, il 17 novembre 1983; i 10 anni di preparazione che precedono la dichiarazione di guerra; il processo lento ma diffuso di presa di coscienza sul ruolo da giocare quando ogni tanto sorgono uomini e donne che pensano agli altri, che si ribellano per esigere terra e libertà.

Messico - Principi e modi zapatisti (di ritorno dalla Escuelita Zapatista)

Principi e modi zapatisti

di Neil Harvey *

La escuelita zapatista che si è svolta in Chiapas tra il 12 e 16 agosto ha avuto una doppia funzione: da una parte, si è rivolta agli studenti arrivati da fuori come parte di una nuova iniziativa politica dell’EZLN iniziata con la marcia silenziosa del 21 dicembre 2012. La scuola è lo sforzo degli zapatisti di fare conoscere, dalla loro stessa analisi e testimonianza, la loro esperienza nella costruzione dell’autonomia comunitaria, municipale e di zona, allo scopo che queste lezioni possano essere utili in altri spazi.

Rappresenta in parte la continuazione delle relazioni presentate nell’Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo, del 2007, ma con maggiore profondità e con nuovi metodi di organizzazione. L’assegnazione di un uomo o una donna delle basi di appoggio ad ogni studente come propri custodi, ha fatto sì che l’interazione fosse più diretta ed arricchente, mentre le presentazioni e sessioni di domande e risposte hanno dimostrato la disponibilità di condividere non solo i progressi, ma anche limitazioni, errori e, soprattutto, nuovi modi di correggerli.

Nello stesso tempo, la escuelita ha avuto impatto all’interno delle comunità zapatiste promuovendo la discussione e l’elaborazione di quattro libri e due dvd sui governi autonomi, l’autonomia e le donne, e la resistenza, lasciando a disposizione un importante strumento per l’educazione autonoma e la nuova generazione di giovani zapatisti. Nel processo si va consolidando la centralità dei sette principi di governo zapatista: ubbidire e non comandare; rappresentare e non sostituire; scendere e non salire; servire e non servirsi; convincere e non vincere; costruire e non distruggere, e proporre e non imporre.

La scuola dunque è uno spazio di dialogo, un’opportunità per conoscere e condividere non unicamente i principi zapatisti, ma anche le sue pratiche o modi. Ma, che cosa sono i modi zapatisti? Sebbene resistano alla definizione, è possibile valutare il modo in cui questi sono espressi nelle decisioni e nelle azioni dei membri dell’EZLN.

sabato 31 agosto 2013

Messico - Badiraguato: terra di narcos e fame

BadiraguatoCronache dal "triangolo dorato", terra natale dei boss di Sinaloa. Il sindaco denuncia l'abbandono totale, la fame e i pregiudizi. 

Traduzione dallo spagnolo all’italiano di Fabrizio LorussoCarmilla

(Articolo di Linaloe R. Flores) Ángel Robles Bañuelos è il sindaco di Badiraguato, un comune messicano dello stato del Sinaloa, terra d’origine dei narcos più noti e ricercati. Robles, però, descrive problemi più gravi rispetto a qualunque altro conflitto legato alla sicurezza: la fame e l’oblio. In un’intervista pubblicata dal portale messicano SinEmbargo.Com.Mx rivela di conoscere bene la madre di Joaquín Guzmán Loera “El Chapo” [il narcotrafficante a capo del Cartello di Sinaloa, una delle organizzazioni criminali più importanti del mondo, n.d.t.], sostiene che il primo investimento per la costruzione della strada Badiraguato-Parral nel cosiddetto “triangolo dorato” [zona "d'oro" nel Nord-Ovest messicano che ha dato i natali ai narcos più noti dagli anni '60 in poi, n.d.t.] è stato fatto da Rafael Caro Quintero e che nel comune che gestisce si coltiva la marijuana. Ma tutto questo non gli sembra importante. Ciò che lo fa preoccupare è l’esclusione del suo comune dal programma sociale varato dal governo di Enrique Peña Nieto, la Crociata Nazionale contro la Fame, il che significa, in fin dei conti, lasciare il territorio in mano ai narcos.
Il sindaco vuole che il presidente si faccia un giro per le montagne della regione e capisca come si vive da quelle parti. Come si può governare una comunità con una fama così nefasta? Dice il sindaco che Badiraguato, culla dei narcos più famosi del Messico o origine della violenza nazionale, sprofonda nella miseria, schiacciato dal pregiudizio dei luoghi comuni. Badiraguato è abbandonato dal governo federale.
Il 9 agosto scorso s’è saputo che Rafael Caro Quintero, nato a La Noria, una frazione di Badiraguato, era tornato libero dopo 28 anni di prigione. [Quintero era stato arrestato nel 1985 per l'omicidio dell'agente statunitense della DEA (Drug Enforcement Administration), Enrique Camarena e poi condannato a 40 anni di prigione ma, è uscito inaspettatamente l'agosto scorso per una decisione del tribunale penale dello stato del Jalisco, n.d.t.]

venerdì 30 agosto 2013

Messico - Le escuelitas del basso

Le escuelitas del basso 

di  Raúl Zibechi 

Ci sarà un prima e un dopo la scuola zapatista. Di quella recente e di quelle che verranno. Sarà un impatto lento, diffuso, che si farà sentire in alcuni anni ma che segnerà la vita di quelli in basso per decenni. Quella che abbiamo vissuto è stata un’educazione non istituzionale, dove la comunità è il soggetto che educa. Autoeducazione faccia a faccia, imparando con l’anima e col corpo, come direbbe il poeta.
Si tratta di una non pedagogia ispirata alla cultura contadina: selezionare i semi migliori, spargerli su suoli fertili ed irrigare la terra affinché si produca il miracolo della germinazione, che non è mai sicura né si può pianificare.
La scuola zapatista, per la quale siamo passati in più di mille allievi nelle comunità autonome, è stato un modo differente di apprendistato e di insegnamento, senza aule né lavagne, senza maestri né professori, senza curricula né voti. Il vero insegnamento comincia con la creazione di un clima di fraternità tra una pluralità di individui prima che con la divisione tra l’educatore, tra potere e sapere, ed allievi ignoranti ai quali si devono inculcare conoscenze.
Tra i molti insegnamenti, impossibili da riassumere in poche righe, voglio sottolineare cinque aspetti, forse influenzato dalla congiuntura che stiamo attraversando nel sud del continente.
Il primo è che gli zapatisti hanno sconfitto le politiche sociale contrainsurgentes, che sono il modo usato da quelli in alto per dividere, cooptare e sottomettere i popoli che si ribellano. Vicino ad ogni comunità zapatista, ci sono altre comunità affini al malgoverno con le loro casette di mattoni, che ricevono sussidi e quasi non lavorano la terra. Migliaia di famiglie hanno ceduto, cosa comune da tutte le parti, ed hanno accettato i regali dall’alto. Ma, la cosa notevole, la cosa eccezionale, è che altre migliaia vanno avanti senza accettare niente.
Non conosco un altro processo, in tutta l’America Latina, che sia riuscito a neutralizzare le politiche sociali. Questo è il più grande merito dello zapatismo, ottenuto con fermezza militante, chiarezza politica ed un’inesauribile capacità di sacrificio. Questo è il primo insegnamento: è possibile sconfiggere le politiche sociali.

giovedì 29 agosto 2013

Messico - I leader paramilitari del massacro di Acteal, tornati liberi, seminano il terrore nel los Altos del Chiapas

Contributo di approfondimento sulla violenza paramilitare contro le comunità autonome zapatiste

Pubblichiamo di seguito un contributo di approfondimento, inviatoci da un osservatore dei diritti umani presente in Chiapas, che descrive la situazione di violenza che stanno vivendo gli abitanti zapatisti della comunità di Puebla nella regione degli Altos de Chiapas.
Il caso descritto nell'articolo è un esempio paradigmatico che ci mostra il contesto di violenza e di aggressioni che devono affrontare quotidianamente le migliaia di indigeni e contadini zapatisti nella loro pratica dell'autonomia. 


I LEADER PARAMILITARI DEL MASSACRO DI ACTEAL, TORNATI LIBERI, SEMINANO IL TERRORE NEL LOS ALTOS DEL CHIAPAS

Questa notte, nell’Ejido Puebla del Municipio di Chenalho nel Los Altos del Chiapas e vicino alla comunitá di Acteal, ci sono state nuove manifestazione di violenza da parte di evangelici contro i cattolici tra cui si trovano basi di appoggio dell’EZLN, aderenti all’Associazione Civile Las Abejas e semplici simpatizzanti dell’EZLN.
Come già noto mercoledì di questa settimana, il parroco di Chenalho era stato sequestrato e, per tutta la giornata, sottoposto a torture. Gli ultimi avvenimenti, nella notte tra giovedì e venerdì.
Una ventina di famiglie cattoliche sono state fatte oggetto di sassate contro le loro case, urla, insulti e minacce di morte se insistevano a rimanere nell’ejido. Alcune famiglie terrorizzate sono uscite di casa precipitosamente, durante la notte, in cerca di un rifugio fuori dall’ejido. Due giovani si sono perduti nell’oscurità. Per tutta la giornata di venerdì erano dati per dispersi ma poi, in serata, sono stati ritrovati salvi a San Cristobal. Altre famiglie fuggite hanno trovato un rifugio di fortuna in attesa dell’arrivo di soccorsi. Una dozzina di famiglie sono rimaste nelle loro case ma in mattinata hanno lanciato un appello per essere aiutate a lasciare l’ejido. Alcuni di loro sono riusciti a raggiungere il Frayba a San Cristobal e dal Frayba, in tutta fretta, è stata organizzata una carovana di auto, furgoni, camionette per portar fuori dall’ejido le famiglie rimaste sotto la minaccia degli evangelici. Dieci mezzi, completamente vuoti e con a bordo il solo guidatore in modo che si potesse soccorrere il maggior numero di sfollati, sono partiti da San Cristobal verso le 13. Il viaggio verso l’Ejido Puebla è stato molto lungo passando per Tenejapa per aggirare il blocco stradale organizzato dai paramilitari. Una volta che la caravana è arrivata nei pressi dell’Ejido, alcuni carovanieri hanno preso contatto con alcune delle famiglie minacciate. Queste si sono immediatamente riunite per decidere se sfollare o rimanere nelle proprie case. Alla fine hanno deciso di resistere, costi quello che costi, nelle loro case, sfidando le minacce e le violenze continue per tentare di impedire che i paramilitari rubino tutte le loro povere cose e brucino le loro case.

sabato 24 agosto 2013

Messico - Il popolo in armi contro i narcos

Video intervista al portavoce della polizia comunitaria di Tepaltepec, stato del Michoacan, Messico
di Fabrizio Lorusso

Il fenomeno dei gruppi di autodifesa e delle polizie comunitarie contro i narcos sono una risposta popolare alla latitanza dello stato

Questo video del giugno 2013 (visibile anche a questo link), ora sottotitolato in italiano da Clara Ferri e intitolato “Polizia comunitaria in Messico”, contiene un’intervista completa a José Manuel Mireles Valverde, medico della comunità di Tepaltepec, un comune di 24mila abitanti che si trova nello stato centrosettentrionale di Michoacán, a 560km da Città del Messico. E’ una testimonianza preziosa e completa che ci racconta direttamente un fenomeno preoccupante, in crescita, difficile da controllare e dagli sviluppi futuri imprevedibili: nell’ultimo anno ha interessato almeno 4 stati diversi (Guerrero, Oaxaca, Michoacán e Morelos) ed evidenzia chiaramente la perdita totale di affidabilità e credibilità da parte delle autorità locali, ormai non più in grado di garantire la sicurezza ed anzi sempre più spesso colluse, o quanto meno accondiscendenti, con la criminalità organizzata.

martedì 20 agosto 2013

Messico -Dichiarazione finale della cátedra “Tata Juan Chávez Alonso”

Ai popoli e governi del mondo.

Alla Sexta Nazionale e Internazionale.

Alle allieve e allievi della Escuelita Zapatista.

Come è nel tempo e nella nostra storia della madre terra; i popoli, nazioni e tribù indigene Yaqui, Mayo, Náyeri, Wixárika, Rarámuri, Odam, Nahua, Purépecha, Nañu o Ñuhu, Mazahua, Popoluca, Tzotzil, Chol, Tzeltal, Tojolabal, Zoque, Totonaco, Coca, Mame, Binnizá, Chinanteco, Ikoot, Mazateco, Chontal, Ñu Saavi, Chatino, Triqui, Afromestizo, Mehpa, Nancue Ñomndaa, Ñhato e Maya Peninsular degli stati di Sonora, Chihuahua, Veracruz, Durango, Nayarit, Jalisco, Michoacán, Querétaro, San Luis Potosí, Morelos, Estado de México, Guerrero, Distrito Federal, Puebla, Tlaxcala, Oaxaca, Tabasco, Yucatán e Campeche; insieme ai popoli Ixil, Quiche, Quechua e Nasa di Guatemala, Perù e Colombia con i quali abbiamo camminato vicini e rispettosi, come figli e figlie della madre terra, ci siamo incontrati i giorni 17 e 18 agosto 2013 a San Cristobal de las Casas, Chiapas, nella sede del CIDECI- Unitierra, per ricordare ed agire conseguentemente con la parola viva del nostro fratello Tata Juan Chávez Alonso che ci insegna, ci guida e la cui memoria ad un anno dalla sua assenza si trasforma in speranza e forza per i popoli che abbiamo rifondato e ricostituito perché abbiamo deciso di continuare ad essere gli indios che siamo, continuare a parlare la lingua che parliamo, continuare a difendere il territorio in cui viviamo.

Ci riconosciamo nella lotta per il rispetto del nostro modo di vita ancestrale, lotta che abbiamo intrapreso insieme e durante la quale abbiamo parlato, abbiamo chiesto e siamo stati ripetutamente traditi dai malgoverni.

In questo percorso di lotta abbiamo imparato che i potenti non hanno alcun rispetto per la parola, la tradiscono e la violentano in lungo e in largo di questo paese che si chiama Messico, dal non riconoscimento degli Accordi di San Andrés Sakamchén de Los Pobres, la controriforma indigena del 2001 e gli innumerevoli tradimenti dei nostri popoli delle diverse regioni e lotte in un Messico indio che è vivo, fiero e con un solo cuore che si fa grande, tanto grande quanto il nostro dolore e la speranza per la quale lottiamo, nonostante la guerra di sterminio diventata più violenta che mai.

Ci riconosciamo nel percorso della nostra storia e dei nostri antenati che sono presente, futuro e specchio dell’autonomia esercitata nei fatti, come unica via per il futuro della nostra esistenza e che diventa la nostra vita comunitaria, assemblee, pratiche spirituali, culturali, autodifesa e sicurezza, progetti educativi e di comunicazione propri, rivendicazioni culturali e territoriali nelle città dei popoli sfollati o invasi con una memoria storica viva.

Siamo indios, decisi a ricostituirci in un altro mondo possibile.

Quello specchio profondo, antico e nuovo sono le nostre lotte per le quali ci pronunciamo con un solo cuore ed una sola parola.

1. Chiediamo l’immediata liberazione dei prigionieri politici del nostro paese, in particolare  del nostro compagno indigeno Totzil Alberto Patishtán da 13 anni ingiustamente carcerato a scontare una condanna a 60 anni. Chiediamo inoltre la liberazione di sei nostri fratelli Nahua della comunità di San Pedro Tlanixco, ingiustamente detenuti da 10 anni nella prigione di Almoloya per aver difeso l’acqua della propria comunità. Si tratta dei nostri fratelli Pedro Sánchez, condannato a 52 anni, Teófilo Pérez, condannato a 50 anni, Rómulo Arias, condannato a 54 anni e dei compagni Marco Antonio Pérez, Lorenzo  Sánchez e Dominga González attualmente sotto processo; chiediamo altresì la cancellazione dei mandati di cattura contro Rey Perez Martinez e Santos Alejandro Álvarez, di Tlanixco; la liberazione dei compagni detenuti della comunità tzeltal di Bachajón, Chiapas, Miguel de Meza Jiménez e Antonio Estrada Estrada; dei compagni Loxicha Eleuterio Hernández García, Justino Hernández José, Zacarías Pascual García López, Abraham García Ramírez, Fortino Enríquez Hernández, Agustín Luna Valencia ed Alvaro Sebastián Ramírez, detenuti nel CEFERESO numero sei di Huimanguillo, Tabasco; così come di de Pablo López Álvarez di San Isidro Aloapan, Oaxaca, rinchiuso nel carcere di Villa de Etla.

2. Denunciamo che i malgoverni e le multinazionali si sono avvalse di gruppi paramilitari per imporre megaprogetti estrattivi mediante lo sfruttamento illegale di minerali e legni preziosi, in particolare sulla costa Nahua e sulla meseta purépecha di Michoacán e nella comunità nahua di Ayotitlán, sulla sierra di Manantlán, Jalisco.

3. Chiediamo giustizia per la comunità nahua di Santa María Ostula, sulla Costa di Michoacán, dove i malgoverni, collusi coi cartelli del narcotraffico, hanno favorito il furto delle terre ancestrali della comunità ed il saccheggio delle risorse naturali da parte di gruppi della criminalità organizzata, e la sanguinosa repressione dell’organizzazione comunale che ha provocato uccisioni e sparizioni.

4. Salutiamo la lotta storica della comunità di Cherán, Michoacán ed il degno esercizio del diritto all’autodifesa che è sorto tra il popolo Purépecha in difesa della propria vita, le proprie famiglie, la propria cultura e territorio minacciato dalla complicità dei malgoverni con gruppi paramilitari e narco-paramilitari, i cui bisogni sono la sicurezza, la giustizia e la ricostituzione del territorio.

5. Così pure salutiamo la difesa dei saperi tradizionali e della coltivazione del mais nativo da parte delle comunità e dei quartieri indigeni.

6. Ripudiamo la repressione del popolo Ikoot di San Mateo del Mar e San Dionisio de Mar, così come del popolo binniza di Juchitán e della colonia Álvaro Obregón; chiediamo la liberazione immediata di Alejandro Regalado Jiménez ed Arquímedes Jiménez Luis, e l’immediata cancellazione dei corridoi eolici delle imprese spagnole Endesa, Iberdrola, Gamesa ed Unión Fenosa che nella regione dell’Istmo invadono e distruggono le terre comunali ed i siti sacri dei popoli sopracitati.

7. Chiediamo che si fermi la repressione contro la comunità di San Francisco Xochicuautla dello Stato di México, e la cancellazione definitiva del progetto denominato autostrada privata Toluca-Naucalpan, nello stesso tempo appoggiamo la richiesta al Sistema Interamericano dei Diritti Umani di misure cautelari per gli abitanti di detta comunità.

8. Chiediamo al malgoverno federale la cancellazione della costruzione dell’Acquedotto Independencia che sottrae alla Tribù Yaqui l’acqua del fiume Yaqui che storicamente difende da sempre, e ribadiamo la nostra parola che agiremo di conseguenza di fronte a qualunque tentativo di repressione dell’accampamento di protesta installato sulla strada internazionale all’altezza di Vícam, prima capitale della Tribù Yaqui.

9. Chiediamo che cessi la repressione ed il ritiro della forza pubblica dalla comunità di Huexca, Morelos, per la costruzione di una centrale termoelettrica; la cancellazione dell’acquedotto e l’estrazione dell’acqua dal fiume Cuautla che colpirà 22 ejidos del municipio di Ayala, egualmente la sospensione della persecuzione contro 60 comunità di Morelos, Puebla e Tlaxcala minacciate di saccheggio ed esproprio dall’installazione di un gasdotto, tutto questo come parte del Proyecto Integral Morelos, con il quale si vuole distruggere la vita contadina di questi territori per trasformarli in zone industriali ed autostrade e chiediamo il rispetto del sacro guardiano: il vulcano Popocatépetl, altrettanto depredato dallo smodato disboscamento clandestino dei suoi boschi.

10. Siamo solidali con la lotta della comunità Coca di Mezcala, in Jalisco, per il recupero del proprio territorio e chiediamo la cancellazione dei mandati di cattura contro i comuneros il cui delitto è difendere la propria terra.

11. Chiediamo il rispetto del territorio comunale e dell’assemblea generale dei comuneros di Tepoztlán, e ci uniamo alla richiesta della cancellazione dell’autostrada La Pera-Cuautla, e respingiamo la campagna di menzogne e inganni verso l’opinione pubblica da parte del governo di Morelos per giustificare il saccheggio.

12. Denunciamo l’attacco senza precedenti ai pilastri sacri del mondo, riconosciuti e sostenuti dai popoli originari, che con fierezza difendono in nome della vita dell’Universo, come i territori sacri di Wirikuta e Hara Mara negli stati di San Luis Potosí e Nayarit, minacciati da progetti capitalisti minerari e turistici con la complicità dei malgoverni nazionali e statali, e facciamo nostra la richiesta di cancellazione totale delle concessioni minerarie e turistiche in detti territori e nella totalità dei territori indigeni. Ripudiamo la campagna di scontro portata avanti dalla società mineraria First Majestic Silver e dal malgoverno municipale di Catorce, San Luis Potosí. Salutiamo il degno popolo contadino di Wirikuta che ha deciso di far sentire la propria voce in difesa dalla propria terra, acqua, salute ed ambiente e la fratellanza col popolo Wixárika.

13. Nello stesso senso avvertiamo che non ci terremo al margine del tentativo di distruzione del luogo sacro di Muxatena e di altri 14 luoghi sacri del popolo Náyeri, attraverso il progetto di costruzione della Diga di Las Cruces sul fiume San Pedro Mezquital, nello stato di Nayarit.

14. Denunciamo le invasioni delle imprese agroindustriali nei territori indigeni e contadini che deliberatamente alterano le piogge a proprio beneficio e distruggendo la vita contadina, come nel caso della comunità nahua di Tuxpan, Jalisco e dell’Altopiano Potosino nel territorio sacro di Wirikuta.

15. Chiediamo la cancellazione delle concessioni minerarie nel cuore della sierra di Santa Marta, in territorio Popoluca e denunciamo il tentativo di invasione delle terre comunali di San Juan Volador nel municipio di Pajapan, dell’impresa eolica Dragón, nel sud di Veracruz.

16. Chiediamo la cancellazione del progetto stradale Tuxtepec-Huatulco, il cosiddetto corridoio turistico Chinanteco nel territorio Chinanteco, così come la cancellazione delle riserve ecologiche nella regione nord di Oaxaca.

17. Chiediamo la cancellazione dell’acquedotto promosso dal malgoverno di Guerrero che vuole sottrarre l’acqua del fiume San Pedro, sulla costa Chica di Guerrero, ai popoli Na savi, Nancue Ñomndaa ed Afromestizo.

18. Ripudiamo il tentativo di inondazione dei luoghi sacri del popolo Guarijio di Alamo; Sonora, attraverso la costruzione della diga Pilares, così come la deviazione del fiume Sonora a danno della nazione Komkaak, da 4 mesi privata dell’acqua per favorire i grandi proprietari terrieri agricoli della costa di Sonora.

19. Denunciamo la politica di sterminio da parte del governo del Distrito Federal nei confronti delle comunità e popoli della sierra dell’Ajusco, attraverso l’esproprio e la devastazione dei territori ejidali e comunali di San Miguel Xicalco e San Nicolás Totolapan, appoggiamo e riconosciamo i delegati comunitari in resistenza di San Miguel e Santo Tomas Ajusco.

20. Salutiamo la lotta della Comunità Autonoma di San Lorenzo Azqueltán, nello stato di Jalisco e riconosciamo le sue autorità autonome, e siamo vigili e solidali con la loro lotta per il riconoscimento del loro territorio ancestrale.

21. Salutiamo e riconosciamo il rinnovo delle autorità della comunità autonoma Wixárika di Bancos de San Hipólito, Durango, ugualmente appoggiamo la sua lotta per il riconoscimento territoriale ancestrale che rivendicano da oltre 45 anni.

22. Riteniamo responsabili i funzionari pubblici della delegazione politica di Xochimilco delle minacce al compagno Carlos Martínez Romero del villaggio di Santa Cruz Acalpixca, per aver difeso l’acqua ed il territorio.

23. Ci uniamo agli appelli delle decine di comunità nahua e totonaca della Sierra Norte di Puebla per chiedere la cancellazione delle concessioni alle imprese minerarie e dell’implementazione di progetti idroelettrici, così come la cancellazione delle concessioni minerarie sulla Sierra Sur e Costa di Oaxaca della società Altos Hornos di México.

24. Appoggiamo la lotta della comunità di Conhuas en Calakmul, Campeche, in difesa del territorio e del proprio degno lavoro, contemporaneamente chiediamo la cessazione delle aggressioni contro la comunità da parte del governo di questo Stato.

25. Chiediamo il riconoscimento delle terre comunali di San Pedro Tlaltizapán sulle rive del Chignahuapan, Stato di México, e la sospensione dei progetti immobiliari sui terreni comunali.

26. Chiediamo il rispetto delle terre recuperate dalla Unión Campesina Indígena Autónoma di Río Grande, Oaxaca, e salutiamo il suo accampamento in resistenza.

27. Chiediamo altresì il rispetto del funzionamento della Radio comunitario Ñomndaa, voce del popolo amuzgo di Xochistlahuaca, Gueriero, ed il rispetto di tutte le radio comunitarie nei diversi territori indigeni del paese.

28. Ribadiamo la richiesta allo Stato messicano di garantire le condizioni di sicurezza a Raúl Gatica del Consiglio Indigeno e Popolare di Oaxaca-Ricardo Flores Magón.

29. Chiediamo il rispetto delle economie comunitarie che funzionano in maniera autonoma ed a margine del mercato libero che impone il capitalismo, com’è il caso dell’uso del tumin [valuta basata sul principio del baratto – n.d.t.] nel territorio indio totonaco di Papantla, Veracruz, e del Consiglio del Baratto nelle comunità del municipio di Tianguistenco, nello Stato di México.

Riconosciamo, appoggiamo ed incoraggiamo le lotte per l’autonomia e la libera determinazione di tutti i popoli indigeni che formano il Congresso Nazionale Indigeno, dalla Penisola dello Yucatan fino alla Penisola della Bassa California.

Questo siamo, la nostra parola e la nostra lotta irrinunciabile, siamo il Congresso Nazionale Indigeno e nostro è il futuro dei nostri popoli. 

18 agosto 2013

Dal CIDECI- UNITIERRA, San Cristobal de las Casas, Chiapas.

Per la ricostituzione integrale dei nostri popoli

Mai Più Un Messico Senza Di Noi 

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO 


Pronunciamento originale

lunedì 19 agosto 2013

Messico - Conclusa l'iniziativa zapatista tesa a riunire i popoli indigeni del Messico

Exhibe la Cátedra Caminante “Tata Juan Chávez Alonso” los proyectos de muerte que amenazan a los pueblos indios

Un muestrario interminable de agravios a los pueblos indios de México se presentó en el primer día de los trabajos de la “Cátedra Caminante Tata Juan Chávez”, que con la participación de cientos de delegados de pueblos, naciones y tribus indígenas del país, del subcomandante Moisés y de un grupo de comandantes y bases de apoyo zapatistas, inició hoy en el Centro de Capacitación Indígena (CIDECI), con el fin de fortalecer la defensa de los territorios y su autonomía.

Durante la primera de dos jornadas previstas, se fue deshilvanando la ofensiva más severa que han enfrentado los pueblos indios desde la colonia española. Acueductos, carreteras, minas, planes inmobiliarios y un sinfín de megaproyectos que invaden los territorios indígenas del país, acompañados de estrategias de división, contrainsurgencia y represión abierta, se fueron exponiendo. Todos los delegados, sin excepción, coincidieron en lo importante de unir sus resistencias para enfrentar el despojo.

La inauguración de la Cátedra Caminante “Tata Juan Chávez Alonso” contó con la presencia también de los comandantes zapatistas Tacho, Zebedeo y Moisés. En su participación, el subcomandante Moisés pidió a los representantes yaquis, tzeltales, purhépechas, nahuas, hñähñus y zapotecos, entre otros, mantener fuera de intereses económicos sus luchas que, afirmó, sostendrán unidos.

Acompañados de una lluvia intermitente de los Altos de Chiapas, comenzaron los testimonios de las resistencias de los pueblos, que se dividieron en bloques geográficos, del norte al sur. Los yaquis denunciaron el despojo de agua que los mantiene tomando una carretera en Sonora desde finales de mayo; los kumiai de Baja California afirmaron, a través de un mensaje escrito, que como “indios de la tierra seguimos firmes en la lucha por recuperación de tierras y de todo lo que heredaron los dioses”.

La mitad del auditorio está compuesto por jóvenes zapatistas que toman notas, con pasamontañas que indican su pertenencia al Caracol I, con sede en Oventik. Con atención, las jóvenes siguieron el testimonio de Magdalena García Durán, mazahua detenida en 2006 durante el operativo contra el pueblo de San Salvador Atenco, quien relató sus vivencias cotidianas de discriminación con policías que la agredían por portar trenzas largas.

El comunero José Cruz, de Milpa Alta, en el Distrito Federal, dio lectura a una carta que Félix Serdán Nájera, combatiente jaramillista y mayor honorario insurgente del EZLN, le dio en 2011 para los integrantes del CNI y del EZLN. En el documento, el veterano guerrillero lanzó: “pongo mi corazón en ustedes”, y pidió seguir en pie de lucha y buscar una forma de comunicación permanente.

Lo zoques desplazados hacia Jalisco, por la erupción del volcán Chichonal en los setentas, afirmaron que, a pesar de que salieron de su territorio, se reconfiguran como pueblo en unión con  los zoques de Chiapas y pidieron ser reconocidos en esa diferencia. “Somos de antes, pero somos nuevos”, afirmó Fortino Domínguez, haciendo alusión a los zapatistas.

Con la voz del pueblo de Ayotitlán, Jalisco, llegó la historia de la lucha por recuperar sus tierras comunales y la resistencia ante la minera Peña Colorada, que amenaza con desaparecer a quienes se opongan a su operación. El pueblo coca de Mezcala, en el mismo estado, denunció la amenaza turística a su isla sagrada y la existencia de guardias blancas de los empresarios.

Desde Michoacán vino el mensaje de los nahuas de Ostula, que resaltaron su gran dolor por los 30 asesinados, cuatro desaparecidos y cien familias desplazadas que ha dejado su pelea contra el crimen organizado y los invasores mestizos, pero, afirmaron, “aún tenemos vida comunitaria y la posesión de tierras recuperadas”. Los purhépechas de Cherán recordaron su “Ya Basta”, como llaman a su insurrección del 15 de abril de 2011 contra los talabosques. Afirmaron que es difícil hablar de autonomía, pues “el mal gobierno y partidos cada día atacan y rondan más agresivamente con sus programas para que nos desanimemos”.

Siguieron los testimonios de una comunidad ecológica en Michoacán, de los pueblos de la sierra del Ajusco en el Distrito Federal –que, unidos, viven las presiones de la mancha urbana y el proyecto carretero Arco Sur en su territorio, que constituye el 40 por ciento de las tierras de la capital del país- y otros, que, como señaló el purhépecha Elpidio, de Arantepacua, “compartimos un mundo de problemas, pero también de esperanza como pueblos originarios para reforzar nuestra convivencia colectiva y comunitaria”.


Los trabajos del CNI, fundado en 1996 en Nurío, Michoacán, continuarán el resto del día 17 y todo el 18 de agosto. Se prevé, dado el carácter itinerante de lacátedra, la realización de otras sesiones en “distintos puntos de la América originaria en todo el continente, conforme la geografía y el calendario que vayan acordando sus convocantes y quienes se adhieran en su oportunidad”, señaló el EZLN en la convocatoria.

domenica 18 agosto 2013

Messico - Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’EZLN, che informa di sorvoli di aerei militari sulle zone dei cinque Caracol. 

[Trascrizione Audio]

Compagni, Compagne, Buongiorno. Ci facciamo vedere sempre quando ci sono situazioni urgenti. Permettetemi di leggere questo comunicato che abbiamo appena emesso. Dice:

14 agosto 2013, mattino.
Comunicato del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, Messico.

Al popolo del Messico:
Ai popoli del mondo:
Alla Sexta:
Agli allievi della Escuelita zapatista in tutto il mondo:
Compagni e Compagne:
Vi informiamo che in data 12 e 13 agosto 2013, nella notte, aerei militari hanno sorvolato le zone dei cinqueCaracol zapatisti, i luoghi in cui si stanno svolgendo i corsi di “La Libertà Secondo gli Zapatisti”.
Forse, per servire i loro padroni, i soldati messicani stanno spiando per il governo degli Stati Uniti, o, gli aerei nordamericani stanno facendo direttamente il lavoro di spionaggio. O forse i soldati vogliono vedere ciò che viene insegnato nelle comunità zapatiste che hanno così a lungo attaccato ma che non sono stati in grado di distruggere.
Diciamo al governo di Peña Nieto, che se i soldati vogliono studiare alla escuelita, dovevano chiedere l’invito. Comunque, non li avremmo invitati. E forse il pretesto per spiarci è perché non li abbiamo invitati. E’ tutto.
Democrazia, Libertà, Giustizia
Da San Cristóbal de las Casas
Chiapas, Messico
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, Messico.

Comandante Tacho

Messico, Agosto 2013

martedì 6 agosto 2013

Messico - Votan IV - SubComandante Marcos

Votan IV
Meno 7 Giorni.
Dove si rivela quello che il cuore zapatista ammira in altr@ , si avvisa che ci sono esonerat@ e si danno consigli oziosi che nessuno osserverà.

Agosto 2013

Bene, manca poco. Mi riferisco ai giorni che mancano alla scuola, non a quello che dobbiamo e vogliamo dire.

Se cercate una scuola che assegni un maestro, una maestra, ad ogni singolo studente, 24 ore al giorno, che sia gratuita e laica, e che i fornisca vitto e alloggio mentre imparate-insegnate, vi auguriamo buona fortuna.

Come sapete, la scolarità dei partecipanti va dalla materna fino al dottorato all’estero (e per “estero” non ci riferiamo ad altri paesi diversi dal nostro, ma all’essere alieno, straniero, e molte istituzioni educative nel nostro paese sono straniere). Ed i calendari si allungano dai mesi di vita fino agli oltre 90 anni. Tutte e tutti saranno accolti nel nostro cuore collettivo, indipendentemente che vengano in comunità, o gli tocchi andare al CIDECI, o in un’altra geografia per videoconferenza, o che ricevano il materiale scolastico, o che aspettino il loro turno.
Forse vi sarete resi conto dello sforzo organizzativo che la scuola rappresenta per i popoli zapatisti.

Ma non domandatevi perché e come un gruppo di comunità indigene decide di ospitare, nutrire, convivere e condividere le sue conoscenze con un gruppo di stranieri, di diversi, di altr@. O com’è che l’oggetto dell’elemosina, della compassione, della pena e degli altri nomi dietro i quali si nasconde il razzismo, la discriminazione e il disprezzo, cioè, gli indigeni zapatisti, commettono l’audacia di dichiarare che hanno qualcosa da insegnare e per questo costruiscono, come prima una nave assurda in piena selva, ora una scuola così grande da abbracciare il mondo intero.

Oppure sì, ma domandatevi anche com’è possibile che persone dei 5 continenti, di ogni nazionalità (questo trucchetto di bandiere, frontiere e passaporti), di grandi o piccole conoscenze, decide che ha qualcosa da imparare da persone che nei grandi libri e nei discorsi governativi sono catalogate come “ignoranti”, “arretrate”, “emarginate”, “povere”, “analfabete”, e gli eccetera che potete trovare negli “studi” dell’INEGI, nei manuali di antropologia, e nelle parole e nei gesti di schifo di chi dice di governare il mondo.

Perché gente di fama o senza nome, si prende del tempo e lo usa per ascoltare, e nella maggioranza dei casi anche per viaggiare, per imparare dai popoli zapatisti?

lunedì 5 agosto 2013

Messico - Votán III - SubComandante Marcos

Votán III.
SEZIONE NO FAQ.
Quello che avreste sempre voluto sapere su
le/gli zapatisti, la loro dannata scuola e le conseguenze che può avere frequentarla.

Luglio 2013

Sembra che più o meno si vada chiarendo il panorama riguardo cosa diavolo intendiamo noi zapatisti quando parliamo della scuola.

Ma c’è da sperare che ora abbiate più domande che risposte. Accantonata la preoccupazione per le calzature, restano altri quesiti. Vi viene in mente allora che forse è vero che quella zapatista è una ribellione del XXI° secolo, esperta in tutto quello che ha a che vedere con la cibernetica (hanno perfino un grafitero di muri virtuali). Dunque, andate all’internet caffè più vicino, o accendete il vostro computer e cercate: “Scuola Zapatista, 
dubbi, domande frequenti, FAQ, eccetera”.

Sullo schermo apparirà un “elegante effetto cibernetico” per eludere la vigilanza dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale gringa, e sarete introdotti nell’ultra segreto server dei trasgressori della legge: lo ZPS (“Zapatist Pozol Server”, la sigla in inglese). Dopo che sullo schermo appare un convincente “Fuck You XKeyscore”, vi viene chiesta una password per entrare. 

Voi provate “MARICHIWEU” e lo schermo dice “No”. Provate con “NOSOTR@S” e sullo schermo appare “Neanche”. Tentate con “DURITO” e lo schermo dice “Neanche per sogno”. Irritati/e per gli ostacoli, lasciate un messaggio con una parolaccia rivolta al governo nordamericano e, mentre state mettendo la firma, lo schermo si apre come se fosse una porta in 3D, suono dolby e tutta sta roba, ed appare la scritta “Scuola Zapatista, NO FAQ, -“Domande Non Frequenti. Potete aggiungere la vostra in fondo -”, seguita da un lungo elenco di domande e risposte, come le seguenti:

- Cercate la descrizione che più vi somiglia, collegatela alla domanda e trovate la risposta corrispondente:
- Non ho titolo di studio di scuola superiore / Non sono un artista / Non sono una persona famosa / Non rappresento nessuno / Non sono un dirigente né leader di niente / Sono molto giovane / Sono molto vecchio / Non sono mai andato a scuola / Sono nuovo/a nella conoscenza dello zapatismo e non sono mai stato in una comunità / Non ero ancora nato o ero molto piccolo/a quando voi siete apparsi pubblicamente / Non ne sapevo niente fino al giorno della fine del mondo / L’ho saputo solo poche settimane fa ed ho chiesto l’invito / Non so nemmeno perché mi hanno invitato visto che non mi piacciono gli zapatisti, o meglio gli zapatisti sì mi piacciono, ma il Marcos è un pagliaccio che approfitta dei poveri indios ed io-dirò-loro-di-non-farsi-ingannare-e-li-redimerò / l’eccetera che è di moda / ___________ (il vostro caso particolare)….

Domande:
Mi tratteranno nello stesso modo di chi sa a memoria l’inno zapatista, di chi ha partecipato a tutte le attività dello/sullo zapatismo, di chi ha una maglietta dell’EZLN, di chi sa recitare bene il ritornello “è un onore essere qui…” – ah no, questo è un altro canale -, di chi indossa dei super scarponi ed un’attrezzatura di alpinismo di alta montagna, di chi è stato molte volte in comunità ed ha aiutato mooolto, ma mooolto gli indigeni? È importante tutto questo per la scuola? Questo può essere un impedimento per frequentarla o per chiedere che mi invitino?
Risposte (secondo l’ordine delle domande):
Sì. No. No.

mercoledì 31 luglio 2013

Messico - Votán II - SubComandante Marcos

VOTÁN II.
LE/I GUARDIAN@
Luglio 2013

Bene, ora vi spiego la faccenda della scuola (la lista del materiale scolastico, la metodologia, le/i maestr@, il programma, gli orari, ecc.), quindi la prima cosa è…

Il necessario.
La sola cosa di cui avete veramente bisogno per frequentare la scuola zapatista (oltre ad essere stati invitat@, chiaro, ed i cento pesos per il pacchetto libro-dvd) è la disposizione ad ascoltare.

Quindi, non c’è bisogno di seguire i consigli e le raccomandazioni di quelle persone, per quanto ben intenzionate, che vi dicono di portarvi questo o quello, perché loro “sì, sono stati in comunità”.

Chi davvero c’è stato in comunità, non lo ostenta, e sa bene che quello che in realtà serve è saper guardare e ascoltare. Perché di gente che è venuta per parlarci (e pretendere di guidarci o per offrirci elemosine in denaro o “saggezza”) ce n’è stata e ce ne sarà tanta, troppa. E quelli venuti ad ascoltare sono molto pochi. Ma di questo vi parlerò in un’altra occasione.

Quindi, non portate niente in particolare (ho letto che qualcuno ha solo delle vecchie scarpe da tennis, figo). Portatevi dei quaderni ed una penna o matita. Non è obbligatorio avere il computer, lo esmarfon, il tablet o quello che si usa adesso, ma se vi va potete portarli. Dove andrete non c’è campo per i cellulari. In qualche caracol c’è internet ma la sua velocità è, come dire… quella di “pegaso”, il cavallo di Durito. 

Messico - Votán I - SubComandante Marcos

Votán I.
UNO SCARABEO IN RETE
(Durito versione freeware)
Luglio 2013
Prima di spiegarvi della scuola (qualcosa tipo una “guida” o un “manuale di cattive maniere” o “manuale di sopravvivenza”), andiamo a vedere che cosa fanno là sopra. Non perché siamo distratti (lo siamo, senza dubbio), ma perché noi cerchiamo di guardare i loro calendari e geografie, cioè, tentiamo di capire.

Dunque, siate gentili e pazienti, e accompagnateci in questo sguardo da qua fino al loro là. Vediamo… mmm…

Tanta congiuntura-storica che cerca, invano, di catturare l’attenzione con titoli di prima pagina. L’impostura mediatica ora sconfitta dagli hashtag – o come si chiamano – (“virali” si dice, perché di massa, non perché nocivi… o no?).

Ah, la disperazione degli esperti di comunicazione, politologi, editorialisti, direttori di giornali: non toccano più gli argomenti di “attualità”, segnalano, impongono le loro analisi – non poche volte ben lubrificate da banconote di tutti i colori -, ma ognuno a modo suo, col proprio calendario, la propria geografia.

Lasciamo da parte per un momento quel patetico rapporto tra personalità dello spettacolo e della politica a tutti i livelli – reali, ministri, presidenti, governatori, legislatori – della cui “trascendenza” si occupa solo il giornalismo frivolo (cioè, quello a pagamento). Le riflessioni di politologi e giornalisti su questo argomento attraggono solo i sempre più scarsi “professionisti del pettegolezzo”.

Frase “tuitera” di Durito: “Della relazione tra il mondo dello spettacolo e la politica, vale a dire: photoshop li crea e poi li accoppia”.
Perché ora sembra che alla gente (quella massa ribelle che non guarda dove le viene ordinato di guardare, né ascolta quello che le viene ordinato di ascoltare) è venuta la mania di mettere il quotidiano in primo piano: come pettinarsi, cosa mi è successo in quel posto, quello che mi piace o non mi piace, quello che ho visto-sentito-mi hanno detto, i crimini che non appaiono sui mezzi di comunicazione a pagamento, la continua ridicolaggine dei governanti (prima nascosta da montagne di denaro nei camerini della comunicazione a pagamento), ora esposta senza controllo.

domenica 28 luglio 2013

Cile - Elezioni presidenziali tutte al femminile

Per la prima volta nella sua storia, il Cile sceglierà tra due donne, entrambe della stessa generazione e figlie di generali delle forze aeree, il prossimo presidente della repubblica: Michelle Bachelet o Evelyn Matthei.
di Garbombo
Per la prima volta nella sua storia, il Cile sceglierà tra due donne, entrambe della stessa generazione e figlie di generali delle forze aeree, il prossimo presidente della repubblica: Michelle Bachelet o Evelyn Matthei. Quest'ultima è stata nominata dal partito di centro-destra Unione Democratica Indipendente dopo la clamorosa rinuncia di Pablo Longheira, tre settimane dopo la vittoria alle primarie e a soli quattro mesi dal voto.
Infatti le primarie presidenziali avevano visto l'ex presidente socialista Michelle Bachelet e l'ex ministro dell'economia, il conservatore Pablo Longheira , vincere le elezioni delle rispettive formazioni politiche tenutesi il 30 giugno. Dal palazzo presidenziale della Moneda,  il capo dello stato ha accolto con favore l'alta affluenza che ha avuto l'evento, che ha visto la partecipazione di circa tre milioni di persone,  più del doppio di quanto avevano stimato analisi e sondaggi.
Pinera ha rivolto un pensiero anche ai candidati perdenti, per il loro “contributo” ad un processo che ha definito “esemplare” e a “beneficio” della democrazia cilena.

venerdì 26 luglio 2013

COLOMBIA - Parla il guerrigliero Ivan Marquez "La fine del conflitto è vicina"

Il capo negoziatore delle FARC, Luciano Martin Arango, alias “Ivan Marquez” ha assicurato che la Colombia è vicina alla fine del conflitto e che, pertanto, se si raggiungerà un accordo di pace non sarà più necessario il ricorso alle armi.
L'insorgenza rivoluzionaria delle FARC-EP, nell'ambito del nuovo ciclo di conversazioni all'Avana incentrato sulla “Partecipazione politica”, secondo punto dell'Agenda Comune, ha presentato le ultime quattro delle dieci proposte minime per la democratizzazione reale, la pace con giustizia sociale e la riconciliazione nazionale, enunciate “con il proposito di avanzare verso il necessario ed imprescindibile processo di democratizzazione reale dello Stato e del regime politico colombiano, di contribuire al superamento delle sua strutture autoritarie, paramilitari, criminali, mafiose, clientelari e corrotte, di depurare e migliorare le condizioni della partecipazione politica, così come di propiziare la più ampia partecipazione sociale e popolare, dei territori e delle regioni, fino ad ora esclusi”.
Le proposte fariane mettono all'ordine del giorno la ristrutturazione democratica dello stato e la riforma politica, piene garanzie per l'opposizione nonché la possibilità di partecipazione politica delle organizzazioni guerrigliere, la democratizzazione dell'informazione e dei media; e poi ancora lo stimolo alla partecipazione a livello territoriale, la partecipazione sociale e popolare alla pianificazione, in particolare della politica economica del paese, le garanzie per la partecipazione politica e sociale delle comunità contadine, indigene e afrodiscendenti, e in generale dei settori sociali esclusi, lo stimolo alla partecipazione popolare e sociale ai processi di integrazione in America Latina, e alla diffusione della cultura politica della partecipazione, la pace e la riconciliazione nazionale, e diritto alla protesta e alla mobilitazione. Infine, la convocazione di una Assemblea Nazionale Costituente.

giovedì 25 luglio 2013

Brasile - Divieti, controlli e commissioni speciali - la paranoia sicurezza tra visita del Papa e proteste.

In occasione della visita del Papa il Paese si ritrova con i riflettori internazionali puntati addosso. E scoppia il caos sicurezza, a cui si aggiunge la paura di manifestazioni e proteste che si traduce in controlli, divieti, repressione.

In Brasile è caos sicurezza. All'indomani dell'arrivo del Papa a Rio e in preparazione della prima messa pubblica che dovrebbe avere luogo oggi al santuario dell'Aparecida le discussioni rimbalzano tra chi riporta e sottolinea mancanze ed errori nell'imponente sistema di sicurezza messo in campo per garantire l'incolumità del Pontefice, e chi cerca di placare gli animi e tranquilizzare gli allarmisti in piena “psicosi sicurezza”. Tutto ciò in uno scenario a tratti surreale in cui, in preda ad un'agitazione dovuta in parte anche al timore di azioni e manifestazioni come quella di ieri a Laranjeiras che potrebbero inficiare la prestigiosa “facciata pubblica” costruita ad hoc, la Policia Militar blinda luoghi di culto, passa allo scanner preti e seminaristi, procedendo a registrazioni e controlli dei precedenti penali dei dipendenti dei seminari, predispone più di 5000 uomini – di cui 2200 dell'Esercito – a presidiare luoghi, strade, percorsi.
Durante le situazioni pubbliche perquisizioni e controlli per essere sicuri che la visita del Papa non venga turbata dalla vista di cartelli con slogan di protesta “che possono recare offesa all'integrità del Pontefice e della Nazione”. Minacce di “soffocare immediatamente” altre proteste e manifestazioni. Il come lo possiamo ben immaginare, dato che tutti noi abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini della repressione messa in atto nell'ultimo mese e, più recenti, degli scontri di ieri davanti al palazzo del governo, gli arresti, le inquietanti voci riguardo l'utilizzo di proiettili veri da parte della BOPE.
Ma non solo aumenti del personale di polizia, rinforzi e controlli. È di ieri la comunicazione ufficiale, pubblicata nel Diario Oficial, della costituzione da parte del governatore dello Stato di Rio Sergio Cabral, di una Commissione Speciale per le Indagini su Atti di Vandalismo compiuti durante Manifestazioni Pubbliche (CEIV), composta da membri dell'Ufficio di Sicurezza, della Policia Civil, della Policia Militar e del Pubblico Ministero.

mercoledì 24 luglio 2013

Messico - Nuove date della escuelita, informazioni su videoconferenze ed altro


Luglio 2013

Per: Le compagne ed i compagni della Sexta e studenti della Escuelita Zapatista.

Da: Subcomandante Insurgente Moisés.

Compagne e compagni.
Di seguito mando alcune informazioni sulla Escuelita Zapatista:

Primo.- Informazione per le/i compagn@, uomini, donne, bambini ed anziani, che non hanno trovato posto in questa primo avvio della scuola zapatista, nel mese di agosto 2013. I popoli zapatisti hanno compiuto un ulteriore sforzo estendendo il numero degli iscritti a 1700 studenti ma è completo un’altra volta. Cioè, è stato fatto posto per altri 200 che erano in lista e sono stati avvisati. Ma ce ne sono molti altri e altre che vogliono venire. Bene, a questi diciamo di non rattristarsi, né di arrabbiarsi per via dei posti esauriti.
Le compagne ed i compagni maestri hanno deciso che le lezioni proseguiranno alla fine dell’anno, ovvero a dicembre 2013 e gennaio 2014. In concreto:

Data della seconda sessione della scuola:
Iscrizioni il 23 e 24 dicembre 2013.
Lezioni dal 25 dicembre fino al 29 dicembre di quest’anno.
Partenza il giorno 30.

E quelli che vogliano restare per la festa del 20° anniversario dell’insurrezione zapatista, perché vogliono anche festeggiare e ricordare l’alba del 1° gennaio del 1994, con festa il giorno 31 dicembre e 1° gennaio.
Cioè , non c’è riposo, perché è già deciso che dopo la festa, il lavoro riprende, cioè la scuola:

Data della terza sessione della scuola:
Festa il 31 dicembre 2013 e 1° gennaio 2014.
Iscrizioni il 1° e 2 gennaio 2014.
Lezioni dal 3 gennaio al 7 gennaio 2014.
Partenza per i propri luoghi di origine il giorno 8 gennaio 2014.

ATTENZIONE: Per chiedere l’invito e la clave de registro per la seconda e terza sessione della scuola, anche se già l’avete chiesta attraverso la pagina web o per email, dovete mandare la vostra domanda al seguente indirizzo di posta elettronica (anche a partire da oggi stesso):

Abbiamo deciso di procedere in questo modo per organizzare tutto al meglio ed avvisarvi per tempo.

Secondo.- Vi ricordiamo che la festa dei 10 anni dei Caracol e delle Giunte di Buon Governo è aperta a tutt@. La festa incomincia l’8 e prosegue il 9 e 10. I giorni 9 e 10 ci saranno dei concerti ed esibizioni di gruppi artistici di molte parti del Messico e del mondo. Ci sarà un concerto anche al CIDECI il giorno 11 agosto, che è il giorno della registrazione. Poi vi manderemo il programma.

Terzo.- Vi ricordiamo che, per la prima sessione della scuola ad agosto di quest’anno:
- La registrazione, con clave ed un documento di identità, avverrà nei giorni 10 e 11 agosto 2013 presso il CIDECI, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico.
.- Dovrete versare $100.00 (cento pesos messicani = 7,00 Euro) per il costo del pacchetto di studio composto da 4 libri di testo e 2 dvd (20 pesos ogni libro e 10 pesos ogni dvd).
.- Quando vi registrerete vi daranno il vostro cartellino identificativo, il vostro pacchetto scolastico e vi diranno in quale Caracol siete destinati. Se avete un mezzo proprio vi diranno come raggiungere la destinazione ed a che ora partirà una carovana con un auto che farà da guida. Se non avete un mezzo proprio, vi diranno quali autobus o camion prendere per viaggiare in gruppo. Se avete l’auto, potete parcheggiarlo nel Caracol.
.- La partenza per i Caracol è lo stesso giorno 11, mano a mano che si riempiono auto e camion. Se si farà molto tardi, si partirà anche il giorno 12 mattina presto.
.- Le lezioni iniziano il giorno 12 agosto e finiscono il giorno 16, e le partenze con i mezzi sono il giorno 17 agosto con destinazione il CIDECI, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas. Lì se volete potete fermarvi per assistere alla Cattedra “Tata Juan Chávez Alonso” che terranno dirigenti di diversi popoli originari del nostro paese.
.- Tempi di percorrenza:
I Caracol più lontani sono: La Realidad e Roberto Barrios, in carovana ci vogliono dalle 8 alle 9 ore senza soste e senza perdersi e senza guasti ai mezzi.
Segue: Il Caracol di La Garrucha, 5 o 6 ore senza soste.
Poi segue: Il Caracol di Morelia, da 4 a 5 ore senza soste.
Per ultimo: Il Caracol di Oventik, da 1 ora e mezza a due ore.
Tutti partendo da San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico, dal CIDECI.
Un’altra volta vi comunico gli orari delle lezioni, ma prima il SupMarcos vi deve raccontare come funziona tutto questo.

Quarto.-Vogliamo anche dire, avvisare i nostr@ compagn@ della Sexta che non possono frequentare la scuola in agosto, che la possono seguire attraverso i media, perché le lezioni saranno trasmesse in videoconferenza da una squadra speciale di compas zapatisti che spiegheranno e risponderanno a tutti i dubbi sulla faccenda delle “chat“.

Per questo ci aiuteranno i compas dei media liberi Koman Ilel e di altri media liberi.
Di questo vi parleremo in un comunicato a parte. Ma vi anticipo che le videoconferenze saranno i giorni 12, 13, 14, 15 e 16 agosto 2013. E ha almeno in 2 orari: uno affinché possa cominciare alla sera in America e l’altro sarà dopo alcune ore affinché si possa vedere la sera in altri continenti. Si è pensato alla sera perché probabilmente rientrate dal lavoro e potete seguire le lezioni, o seguirle di giorno se lavorate la sera.

Per poter entrare in videoconferenza serve una password che sarà data a coloro che hanno chiesto di seguire le lezioni con questa modalità. Se volete seguire le lezioni in videoconferenza e non avete l’invito, per favore scrivete al seguente indirizzo email, chiedendo di essere inseriti nella videoconferenza:

E sarà inviata la password per entrare in internet. Anche i compagni che organizzano la sessione della videoconferenza nelle proprie sedi in tutto il mondo devono mandare la loro registrazione per coloro che inviteranno presso di loro. 
Questo per darci un’idea del numero delle persone che seguono le lezioni con questa modalità.

Questo è quanto, compagn@ della Sexta.

Subcomandante Insurgente Moisés

Messico, luglio 2013

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!