venerdì 18 marzo 2011

Il nucleare? Non è una tecnologia sicura!

Parla l’ingegnere Alex Sorokin: «I reattori non si spengono, il problema è il calore di decadimento. E' questo il tallone d’Achille delle centrali quando saltano i sistemi».
No al nucleare - Giappone 4


Alex Sorokin, ingegnere nucleare, russo, ha lavorato per decenni dentro le centrali nucleari e da giorni analizza le informazioni che arrivano dal Giappone producendo previsioni che finora si sono dimostrate drammaticamente accurate.
D. Dott. Sorokin qual’è, secondo le informazioni in suo possesso, la situazione nella centrale nucleare di Fukushima?
Ci sono un numero di reattori con il nocciolo parzialmente fuso per mancanza del liquido di raffredamento.
D. Perchè manca il liquido di raffreddamento?
Perchè intorno al reattore, in seguito al terremoto, lo tsunami e le esplosioni è tutto danneggiato. Cavi, tubature, valvole, comandi, connessioni, probabilmente è tutto distrutto e i tecnici non controllano più il reattore.
D. Come stanno cercando di intervenire ?
Pompando acqua di mare nel reattore per raffreddare le barre con i mezzi dei vigili del fuoco.
D. Funzionerà?
È possibile. Intanto però l’acqua che pompano produce vapore che devono scaricare in atmosfera. Sono vapori altamente radioattivi. I tecnici ne sono investiti. E così l’ambiente circostante, per fortuna il vento oggi tira verso il mare. La portaerei americana, sul luogo per i soccorsi, si è dovuta allontanare infatti. Il problema è che domani si prevede che il vento giri portando la nube radioattiva verso sud, dove c’è la terraferma e Tokio, una città con 15 milioni di persone.
D. Quali sono i rischi per la salute umana?
Dipende dagli eventi delle prossime ore. È fondamentale che la struttura di contenimento, che è molto robusta, tenga. Se così non fosse e il nucleo di combustibile fondesse completamente e riuscisse a fuoriuscire sarebbe un disastro. Diverso il discorso per i tecnici. Quelli sono degli eroi. Restano li per salvare il salvabile ma stanno assorbendo grandi quantità di radioattività. Probabilmente sono condannati a morte.
D. Sanno cosa gli sta succedendo?
Penso di si. Dopo lo Tsunami i media avevano diffuso un messaggio rassicurante: i reattori sono stati spenti. Alla gente bisogna dirlo: un reattore non si spegne. O meglio, si può spegnere ma c’è comunque il problema del “calore di decadimento”. È un problema notissimo ai tecnici ma che non è stato ben spiegato. Nessuno si è chiesto come mai la sequenza degli incidenti è uguale in tutte le centrali?
D. Ce lo spieghi ancora.
Il tallone d’Achille della tecnologia nucleare è questo qui. Anche dopo che hai “spento” il reattore il combustibile produce calore che ho calcolato in circa 140MW, come se uno bruciasse 12 mila litri di benzina l’ora. Questo calore scema ogni giorno, ma è altissimo nei primi 5-6 giorni. Quindi: arriva il cataclisma (il terremoto per es.), fai in tempo a spegnere il reattore ma il problema ce l’hai lo stesso. Se il terremoto ti distrugge l’infrastruttura di raffreddamento o elettrica, parliamo di tubi e cavi, ti ritrovi con un reattore che tende a riscaldarsi sempre più, sciogliere il combustibile e, potenzialmente, spaccare la struttura di contenimento in cui è racchiuso. Per questo non si può dire che è una tecnologia “sicura”.
D. Dicono che i nuovi reattori possono resistere 48 ore in assenza di raffreddamento.
Sarei davvero curioso di vedere una dimostrazione!
D. In Europa molti Paesi riconsiderano i loro piani nucleari. Stando alle prime reazioni invece il governo italiano ribadise l’intenzione di costruire le 4 centrali progettate. Cosa ne pensa.
Non voglio entrare nel dibattito politico. Ma da tecnico direi che mi sembra assai probabile che lo faranno presto i nostri partner europei. L’Italia è il Paese geologicamente più instabile d’Europa. Non mi meraviglierebbe se fossero proprio i tedeschi o i francesi a chiedere all’Italia di riconsiderare i suoi piani nucleari.

Tratto da: Terra

BOICOTTA TURCHIA

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Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

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