Il prossimo sabato 26 marzo si svolgerà a Roma la manifestazione “Vota sì ai referendum per l’acqua bene comune - Sì per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti, della democrazia.”, lanciata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, ad un anno di distanza dal corteo che, con oltre duecentomila partecipanti, rivelò nei fatti l’esistenza nel nostro Paese di una diffusa sensibilità e disponibilità a mobilitarsi su questi temi.
Da allora oltre un milione e quattrocentomila cittadine e cittadini hanno sottoscritto i quesiti referendari per sottrarre alla privatizzazione la gestione del servizio idrico ed eliminare da essa la logica del profitto. Nonostante i tentativi del Governo Berlusconi di limitare la partecipazione popolare, entro il prossimo 15 giugno i referendum saranno sottoposti al voto e la vittoria dei SI’ rappresenterebbe una straordinaria occasione per segnare una vera e propria inversione di tendenza rispetto a tre decenni di politiche neoliberiste che, su scala globale e nazionale, sono le principali reponsabili dell’attuale crisi ambientale, economica e sociale.
Invitiamo a partecipare in tante e tanti a questa manifestazione.
Lo facciamo, pronunciando chiara e forte la parola ACQUA, perché proprio la battaglia affinché l’acqua sia considerata e riconosciuta come bene comune, diritto universale della persona umana e quindi gestita in forma pubblica e partecipata dalle comunità locali, ha aperto la strada in questi ultimi anni ad una rinnovata centralità dell’idea di beni comuni, siano essi disponibili in natura o prodotti della cooperazione umana, esauribili o rinnovabili, della loro difesa e della loro condivisione, come terreno cruciale di conflitto nella ricerca di alternative sociali e politiche alla crisi attuale e alla sua gestione di parte capitalistica.
Lo facciamo, pronunciando chiara e forte la parola FUOCO,
perché tra gli obiettivi della manifestazione del 26 marzo vi è anche il sostegno al referendum contro il ritorno del nostro Paese alla scelta nucleare, ed in questa anacronistica follia si concentrano tutte le irrisolte contraddizioni della questione energetica, a partire dalla contemporanea dipendenza dai combustibili fossili, petrolio e gas naturale innanzitutto, con il corollario di drammatiche conseguenze geopolitiche, di cui ci parlano le rivolte che squassano il Nord Africa e il mondo arabo più in generale, ed i tentativi di ricostruire un equilibrio di dominio nella governance globale che su di esse si sta giocando. E di devastanti conseguenze ambientali, con gli effetti del surriscaldamento planetario sui cambiamenti climatici e la vita quotidiana di milioni di donne e uomini.Lo facciamo, pronunciando chiara e forte la parola ARIA, perché gli enormi interessi economici, che entrano in gioco sia nella gestione delle risorse idriche, sia nelle scelte che riguardano il campo energetico, non intendono fermarsi davanti a niente e a nessuno, e sono disposti a distruggere il nostra pianeta, ad affamarne intere popolazioni, a devastarne intere aree, pur di salvaguardare i propri margini di profitto. Ed è per queste ragioni, che abbiamo tutte e tutti bisogno, come l’aria che respiriamo, di tracciare un orizzonte comune di grande e radicale trasformazione sociale e politica. E la manifestazione del 26 si inserisce naturalmente in questo percorso di ricerca che, in tante e tanti differenti tra loro, abbiamo iniziato a percorrere.
Lo facciamo, pronunciando chiara e forte la parola TERRA, perché le grandi questioni, su cui prenderemo la parola nella piazza romana del 26, precipitano tutte direttamente nei nostri territori; si traducono immediatamente in scelte autoritarie che scavalcano e calpestano la volontà espressa dalle comunità locali, si tratti della privatizzazione multinazionale del servizio idrico o dell’istallazione di un impianto nucleare; ecco perché, una volta di più, esse ci parlano di DEMOCRAZIA, di una democrazia sostanziale da conquistare e praticare ogni giorno uniti, come esercizio di un comune desiderio di vita e libertà.
Lo facciamo, infine, UNITI per la difesa e la comune gestione dei beni comuni con lo stesso spirito con cui, uniti, stiamo costruendo dal basso, insieme a tante e tanti altri, per il 6 maggio prossimo una giornata di sciopero generale in cui, nel blocco totale di ogni attività nel Paese, anche le battaglie per l’acqua e contro il nucleare possano saldarsi con la marea dell’indignazione per ciò che è intollerabile, per la difesa dei diritti sociali, per la conquista di una società più giusta e più libera.