In migliaia per riaffermare il cammino zapatista
di Daniele Fini
A La
Realidad
erano in tanti e tante. Il partecipato e emotivo evento del 24 maggio
2014 in omaggio a Galeano, lo zapatista ucciso dai paramilitari,
celebrato nel
Caracol zapatista cui fanno riferimento le comunità autonome della
regione Selva Fronteriza, sarà ricordato anche per l'ultimo discorso
pubblico pronunciato dal Subcomandante Marcos.
Ma l'evento ci ha mostrato soprattutto che gli zapatisti sono tanti e che
la loro esperienza ribelle non si lascia intimidire dalle continue
aggressioni, anche di tipo militare, che il governo messicano sta
portando avanti nel tentativo di distruggere la loro organizzazione.
E forse è proprio questo il messaggio più importante che ci giunge
da La Realidad, e che in un certo senso ribadisce Marcos con le sue
ultime parole pubbliche, quando comunica che a seguito dei cambiamenti e delle evoluzioni
che si sono dati in questi anni nell'organizzazione delle comunità
zapatiste, la sua figura non ha più
senso di esistere.
Per ribadire, a chi ancora non lo avesse capito,
che i veri protagonisti nei territori ribelli del Chiapas sono le
migliaia di uomini e donne che nella loro quotidianità, all'interno
di un clima di guerra formalmente non dichiarata e di provocatorie aggressioni, costruiscono collettivamente e
mettendosi in gioco in prima persona nuove forme di governo e di
vita, rappresentando un importantissimo esempio per tutti
coloro che nel mondo lottano per un cambiamento radicale, contro le
ingiustizie e contro il sistema capitalista.
A
La Realidad sono giunti in carovana molti attivisti solidali per
rispondere all'appello lanciato dall'EZLN per ricordare Galeano e per
portare la solidarietà alle comunità zapatiste della zona Selva
Fronteriza che in queste settimane stanno subendo le aggressioni dei
paramilitari della CIOAC-H.
Di ritorno da La Realidad,
proviamo a raccontare alcune considerazioni ed impressioni
per comprendere meglio l'evento e la situazione attuale:
Almeno ottocento, o forse di più, coloro che hanno partecipato
alla carovana. Alcune migliaia, comunque tantissime, le basi
d'appoggio accorse all'evento. Contemporaneamente, negli altri
quattro Caracol del territorio zapatista si stavano svolgendo delle
cerimonie per ricordare Galeano, così come si svolgevano iniziative
in varie città del Messico e del mondo.
Insurgentes, cioè soldati dell'EZLN sono ora nel Caracol
de La Realidad. Dal 2003 la struttura militare
dell'organizzazione zapatista si è ritirata dalle comunità, che sono
gestite dalle Giunte del Buongoverno e dalle Autorità dei Municipi
Autonomi, cioè dalle
basi d'appoggio. Dopo l'aggressione che ha portato all'assassinio di
Galeano, e dopo le minacce dei paramilitari di voler attaccare
direttamente il Caracol, la Giunta del Buon Governo de La Realidad ha
chiesto l'intervento del Comando Generale dell'EZLN per fare giustizia.
Più di un centinaio di insurgentes
hanno vigilato la realizzazione dell'evento.
Le
indagini dell'EZLN hanno portato al riconoscimento degli assassini di
Galeano. Quello che gli zapatisti vogliono non è vendetta ma giustizia. “Non ci vendichiamo.
Ci vendicheremo, ma contro il capitalismo”. Quello
che cerca il governo con le aggressioni dei paramilitari non è solo
intimidire le basi d'appoggio, ma continuare le provocazioni. Questo lo hanno ben
chiaro gli zapatisti, che hanno
ribadito più volte che i loro sforzi sono per la pace e che non
cadranno nelle provocazioni. La vendetta, ha detto Moises, va pensata
contro lo stato ed il sistema capitalista, nei termini di un
cambiamento sociale radicale.
I
paramilitari della CIOAC-H sono indigeni delle comunità comprati e
manipolati dai vari esponenti di governo; questi ultimi sono i veri
responsabili. Nell'intervento
di Moises si ricostruisce la situazione di violenza paramilitare
creata da esponenti governativi, dal livello municipale a quello
statale, insieme a dirigenti di organizzazioni sociali che stanno a
questi sporchi giochi come ad esempio la CIOAC-H. Attraverso soldi e
progetti assistenziali, ma anche attraverso minacce, costringono
persone nelle comunità rurali povere a svolgere il ruolo di
criminali con l'unico scopo di ostacolare in qualsiasi maniera lo
sviluppo dell'autonomia zapatista. Nel caso della zona Selva
Fronteriza, l'attacco a La Realidad non è l'unico registrato nelle
ultime settimane. Gli zapatisti sono consapevoli che queste
aggressioni paramilitari continueranno.
“Il
personaggio di Marcos fu creato ed ora i suoi creatori, gli zapatisti
e le zapatiste, lo distruggiamo”. Nell'intervento
di Marcos, per annunciare la sua scomparsa, si è ricordato come la
sua figura di portavoce dell'EZLN inizialmente era stata decisa
dall'organizzazione per relazionarsi con il mondo non indigeno,
soprattutto per sfidare il terreno moderno della comunicazione.
Un
personaggio creato per chi non capiva e non guardava a quello che
realmente stava succedendo nelle montagne del Sud Est messicano.
Un personaggio per i miopi di ogni tipo.
“Questo
cambiamento del comando avviene logicamente come conseguenza dei
cambiamenti che si sono dati e che si danno nell'EZLN”.
La scomparsa della figura di Marcos serve a formalizzare i cambiamenti,
gli importanti progressi, l'evoluzione che si sono dati
nell'organizzazione e nelle comunità. Come afferma Marcos, i
cambiamenti sono a livello generazionale, con coloro che erano
bambini o non erano ancora nati nel '94 che adesso ricoprono ruoli di
responsabilità nella lotta e nelle strutture del governo autonomo; a
livello di etnia e di classe con il totale protagonismo attuale degli
indigeni
delle comunità; ma soprattutto i cambiamenti si sono dati a livello
del pensiero che muove la lotta, rappresentato dalla pratica
quotidiana di chi si mette in gioco in prima persona,
che svolge attività di governo e d'organizzazione collettiva in una
forma ben diversa dai "professionisti della politica" di ogni tipo.
Chi negli ultimi
anni ha visitato le comunità zapatiste ha già notato questi
cambiamenti trovando come interlocutori e confrontandosi con le Giunte del Buongovern, le autorità locali, le basi d'appoggio.
Gli
aderenti alla Sexta, il CNI e i mezzi di informazione indipendenti
come compagni di viaggio con cui continuare la costruzione di
percorsi di lotta e di relazioni comuni. Oltre
a continuare a sviluppare l'autonomia nei loro territori, per
migliorare le loro condizioni di vita, gli zapatisti hanno ricordato
che la loro lotta è contro il sistema capitalista. Per questo
continueranno a relazionarsi con tanti altri che condividono la loro
proposta politica di costruire dal basso percorsi di lotta e di
alternativa per distruggere il sistema delle ingiustizie. Il loro ambito di riferimento restano le organizzazioni
aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, le comunità del Congresso
Nazionale Indigeno, ambito che nell'ultimo anno ha visto una maggiore
adesione di varie comunità del paese, registrata nelle assemblee
regionali svoltesi negli ultimi mesi. L'altro importante compagno di
viaggio sono i mezzi di informazione indipendenti, che in Messico
chiamano “medios libres”, unici mezzi di informazione a cui è
stato permesso l'accesso durante l'evento a La Realidad, che gli
zapatisti riconoscono come dei soggetti fondamentali per la attività
che svolgono di mettere in comunicazione tra loro e tenere aggiornate
le varie esperienze di lotta dal basso.