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mercoledì 20 ottobre 2010

Brasile - Elezioni 2010 - I movimenti sociali si schierano a favore di Dilma

In un comunicato ufficiale, i movimenti sociali brasiliani e la Via Campesina Brasile si sono schierati a favore dell’elezione di Dilma Rousseff per il secondo turno elettorale previsto a fine mese.
"All’inizio del processo elettorale di quest’anno, i movimenti sociali e Via Campesina Brasile hanno preso la decisione politica di concentrare i propri sforzi per eleggere il maggior numero possibile di parlamentari e governatori che si identificassero con le bandiere popolari della classe popolare, con l’attenzione alla democrazia e alla sovranità brasiliana, con politiche che combattano la concentrazione della proprietà e del reddito nel nostro paese.
Per quanto riguarda le elezioni presidenziali, le organizzazioni popolari che compongono la Via Campesina hanno deciso di combattere in modo che non vi fosse la vittoria elettorale di una proposta neoliberista, che è rappresentata dalla candidatura di José Serra.
Passato il primo turno di questa campagna elettorale, tenutasi il 3 ottobre, vogliamo con questa dichiarazione al popolo brasiliano, esprimere la nostra decisione politica nei confronti delle elezioni di quest’anno."

venerdì 8 ottobre 2010

Brasile - Elezioni 2010 - Movimenti sociali si organizzano contro Josè Serra

La Central Unica dos Trabalhadores (CUT), l’organizzazione Consulta Popular e Via Campesina Brasil, assieme ad altri gruppi, sono convinti che, per il secondo turno, è necessario realizzare una campagna per ostacolare la vittoria di Josè Serra, candidato alla carica presidenziale con il partito socialdemocratico. Un’eventuale vittoria del PSDB rappresenterebbe infatti un arretramento per i lavoratori. “Sarebbe il ritrorno di coloro che hanno distrutto lo Stato brasiliano” ha dichiarato Artur Henrique, presidente della CUT.

mercoledì 6 ottobre 2010

Brasile - La valutazione del MST sulle elezioni svolte il 3 Ottobre

RISULTATI DELLE ELEZIONI 2010 E LORO INFLUENZA SUI RAPPORTI TRA LE FORZE POLITICHE
(in basso un elenco dei partiti citati)

I-   Elezioni presidenziali
1. I media hanno svolto il ruolo di destra ideologico/programmatica nei confronti del governo Lula. Hanno tirato la corda verso destra e hanno aperto spazi per candidature contrarie al governo Lula, forzando il timone, manipolando, così da arrivare al secondo turno. E ci sono riusciti. La stampa ha costruito progressivamente un clima negativo per Dilma, creando una serie di "scandali" per screditare la campagna (come la rottura del sigillo di parenti e correligionari di Serra all'Ufficio delle Entrate, o  favori alle imprese del figlio dell'allora ministra della Casa Civile, che è stata destituita). Contemporaneamente indagini di opinione hanno cominciato a segnalare il declino di Dilma creando un clima favorevole al 2° turno.,

lunedì 4 ottobre 2010

Brasile, elezioni: vittoria a metà per Dilma Roussef, erede di Lula: va al ballottaggio con Serra

La vera sorpresa, la Verde Marina Silva, che con il suo 19,4 percento diventa l'ago della bilancia del ballottaggio
Dilma Roussef, la candidata del Partido de los Trabajadores (Pt), non ce l'ha fatta. Nonostante i sondaggi la dessero vincitrice al primo turno, la delfina di Lula ha strappato solo una vittoria a metà nelle presidenziali di ieri, 3 ottobre, ottenendo il 46,7 percento dei voti. Il suo diretto rivale, José Serra, del Partido de la Social Democracia Brasileña (PSDB), si è invece piazzato al 32,6. Vera sorpresa di queste elezioni, la pasionaria del Partido Verde (PV), Marina Silva, con il 19,4 percento dei suffragi.

martedì 28 settembre 2010

Brasile - La dichiarazione di voto di Frei Betto

Voto...."ma manca il candidato"
di Frei Betto

Voto, quest'anno, per il presidente della Repubblica, per il candidato deciso a fare le riforme strutturali tanto promesse e mai effettuate: la riforma agraria, tributaria, politica e della giustizia. E che le riforme previdenziali e del lavoro non siano una truffa per penalizzare ancora di più i lavoratori e i pensionati e un beneficio per le grandi imprese.

Voto per chi è pronto a rivoluzionare la salute e l'educazione. È una vergogna il deterioramento del SUS [Sistem a Unico di Salute, il sistema sanitario brasiliano]e della scuola pubblica. Dei 190 milioni di brasiliani, appena 30 milioni riescono ad afferrare il salvagente dei piani privati di assistenza sanitaria. I più sono trattati come cittadini di serie b, senza speranza in fila per gli ospedali, obbligati a comprare medicine gravate da tasse in media del 39%.

lunedì 12 aprile 2010

Brasile - Il MST è una minaccia per la società? Intervista a Stedile

Il rapporto con i media, i governi, la società civile, l’atteggiamento di fronte alle elezioni) * su “Vi o mundo” 8 aprile 2010 (Conceição Lemes)

Il 17 aprile – anniversario della strage di Eldorado dos Carajas  del 1996, nella quale sono stati uccisi 19 contadini senza terra – è stata dichiarata giornata mondiale delle lotte contadine, il MST si prepara anche quest’anno a celebrare questa data.
“il nostro obiettivo – dice Stedile - è dare visibilità alla nostra lotta anche perché, fino ad oggi, nessuno dei poliziotti e dei politici responsabili del Massacro di Carajas è stato punito. Il ruolo del nostro movimento è organizzare i lavoratori delle campagne perché lottino per i loro diritti, migliorino le loro condizioni di vita e ottengano la terra per lavorare”.
I media corporativi, che spesso criminalizzano il movimento dei lavoratori rurali senza terra hanno già lanciato una campagna contro il “Giorno Nazionale di Lotta per la Riforma Agraria” del 2010. L’editoriale “il rosso di aprile”, pubblicato nell’  Estadão di domenica 4 aprile è un’anticipazione di quello che sta per succedere. Di seguito l'intervista in italiano

giovedì 8 aprile 2010

Le basi di Lula

Anche il Brasile decide di contribuire alla "lotta contro il narcotraffico"

Il 31 marzo il quotidiano brasiliano O Estado ha annunciato che il Brasile inizierà una negoziazione con il governo statunitense per l'apertura di una base militare a Rio de Janeiro. Il tema è stato toccato martedì scorso, durante un incontro tra il presidente brasiliano Lula da Silva e Douglas Fraser, capo del Comando Sur statunitense.

L'obiettivo ufficiale della base - come delle altre che gli Stati Uniti stanno inaugurando in America Latina - sarà quello vigilare il narcotraffico, il contrabbando di armi e monitorare possibili attività terroristiche nell'Atlantico meridionale. Secondo i promotori dell'iniziativa, la base funzionerà sotto il comando del Brasile.

Se si considera la reazione di Lula di fronte all'annuncio dell'apertura delle basi statunitensi in Colombia – la cui presenza aveva fortemente allarmato il presidente brasiliano, preoccupato per la sovranità nazionale dei paesi latinoamericani – risulta singolare vederlo ora tanto compiacente nell'assecondare le ansie legate alla sicurezza che da sempre tolgono il sonno agli amministratori statunitensi.

venerdì 19 marzo 2010

Il Brasile prigioniero delle sue idroelettriche

Approvato ennesimo progetto faraonico nonostante la lotta dei movimenti contro le dighe, mentre prosegue la costruzione di tre centrali sul Rio Madeira, il principale affluente del Rio delle Amazzoni.
di Serena Corsi

Il 2010, anno mondiale della Biodiversità, non poteva iniziare peggio in Brasile. E' di inizio febbraio l'approvazione del mastodontico progetto della diga di Belo Monte, sul fiume Xingù, nel Parà. Più o meno era una notizia attesa, dopo il licenziamento dell'ex coordinatore dell'Ibama (l'ente nazionale che dovrebbe concedere le licenze) che non aveva ceduto alle pressioni governative. E consolano poco e pochi le parole di Carlos Minc, il ministro dell'ambiente che ha preso il posto della dimissionaria Marina Silva, quando garantisce che le imprese che costruiranno la centrale per poi usufruire dell'energia prodotte pagheranno lauti indennizzi al governo e alle comunità locali.

Assentamentos urbanos a San Paolo

La Comuna Urbana è il primo assentamento urbano del Movimento dei Sem Terra. Il primo di una lunga serie?
di Serena Corsi

Potrebbe essere il futuro, o uno dei futuri possibili, del Movimento dei Sem Terra: accanto alle migliaia di assentamentos rurali, assentamentos urbani. Accompagnare nella lotta per un'abitazione dignitosa, ma in città, i milioni di favelados del paese, come fa già l'UMM (Uniao dos Movimentos pela Moradia) .
La prima esperienza urbana del MST è nata in un municipio satellite di Sao Paulo, Jandira: si chiama Comuna Urbana Dom Helder Camara ed è nata grazie all'ostinazione di un missionario reggiano da decenni in Brasile, Gian Carlo Pacchin, e del MST di Sao Paolo.

giovedì 7 gennaio 2010

BILANCIO DEL 2009 E SFIDE DEL 2010 (del Movimento Senza Terra del Brasile)



La fine dell'anno è il momento di fare il bilancio delle attività del periodo passato, valutare i passi avanti e le difficoltà incontrate e cominciare a progettare l'anno che sta arrivando.

Il 2009 resterà segnato come l'anno della grande crisi capitalista che ha rovinato i mercati finanziari di tutto il mondo. Crisi cominciata negli USA ma che ha colpito vari paesi, ricchi e poveri, rovinando le borse, le banche, le imprese e soprattutto abbattendo l'egemonia ideologica delle certezze dei grandi capitalisti nel loro dio Mercato, il cosiddetto neoliberismo.

Abbiamo avuto la triste notizia che, secondo l'ONU, il numero degli affamati ha superato il miliardo di persone, ossia, ogni sei persone una soffre la fame in qualche parte del mondo. C'è stato anche un aumento di concentrazione della ricchezza e del reddito in tutto il pianeta, globalizzato dal modo capitalista di funzionare.

La distruzione delle foreste a causa dell'agrobusiness e la grande quantità di automobili prodotte negli ultimi tempi per far fronte alla crisi hanno aggravato ancora di più i problemi ambientali, obbligando il mondo a discutere del riscaldamento globale e delle sue conseguenze per l'umanità.
Oltre a questo l'allevamento intensivo di bestiame e il modello produttivo dell'agrobusiness ­che si basa sull¹uso abusivo di macchine e veleni agricoli ­hanno aumentato lo squilibrio ambientale in ambiente rurale.

giovedì 10 dicembre 2009

Brasile, Parana - Coltivando semi per un futuro migliore

Al posto di sementi transgeniche un Centro di Agroecologia


Nello stesso terreno in cui la Syngenta sperimentava illegalmente sementi transgeniche, contaminando il vicino parco di Iguaçù, nasce oggi il primo Centro di Ricerca sull’Agroecologia, gestito da Via Campesina e dal Mst, in collaborazione con lo Stato del Paranà. Verranno create qui le nuove soluzioni per i contadini di tutto il Paese che vogliono liberarsi dalle catene dell’agronegozio e praticare una agricoltura sostenibile.

di Carolina Bonelli, da Cascavel, Paranà, Brasile

«Dopo 30 anni di lotta, il Movimento Sem Terra costruisce oggi una tappa fondamentale che sarà ricordata nella storia» così João Pedro Stédile, membro della Direzione nazionale e fondatore del Mst, commenta emozionato l’inaugurazione, avvenuta sabato scorso, 5 dicembre, a S.ta Tereza do Oeste, nell’estremo ovest del Paranà (Sud del Brasile), del Centro di Ricerca in Agroecologia Valdir Mota de Oliveira e del monumento Keno Vive, in omaggio al militante Sem Terra e di Via Campesina ucciso nel 2007 dalle milizie private della multinazionale svizzera Syngenta.

Presenti all’inaugurazione, oltre a Stédile, il Governatore dello Stato del Paranà, Roberto Requião, il Segretario Statale dell’Agricultura, Walter Bianchini, deputati statali e tecnici dell’Istituto de Agronomia del Paranà (Iapar), e ovviamente migliaia di contadini, accampati e assentati dei movimenti sociali Via Campesina e Sem Terra, numerosi giovani studenti delle scuole e degli istituti tecnici agricoli della regione, studenti, ricercatori e professori dell’Unioeste (Università Statale della regione Ovest del Paranà), impegnata con numerosi progetti di ricerca e cooperazione a fianco dei movimenti contadini.

Presenti anche numerosi soldati della Policia Militar, per proteggere la cerimonia dalle proteste dei “ruralisti”, latifondisti, grandi proprietari e difensori del transgenico, che a poca distanza dall’evento hanno organizzato picchetti e striscioni contro l’Mst e contro un governo “amico di un movimento criminale”.

Da luogo di morte a luogo di vita

«Ricordiamoci che questo era un luogo di morte, pieno di veleno e di transgenico. Oggi si trasforma in uno spazio di vita, di agricoltura ecologica – esclama dal palco il Reverendo Carlos Alberto Tomé da Silva, aprendo la cerimonia ufficiale di inaugurazione – È una conquista di tutti, dei movimenti sociali, di Via Campesina, del Mst, degli abitanti di questa regione e dello Stato intero».

Il 21 ottobre del 2007, Valdir Mota de Oliveira, detto Keno, viene ucciso dalla sicurezza privata della Syngenta, durante un’azione di protesta del movimento all’interno del Centro Sperimentale della multinazionale, occupato e ribattezzato dall’Mst “Accampamento Terra Livre”. Il movimento denunciava la realizzazione di esperimenti con sementi di mais transgenico in una zona definita di “amortecimento”, una fascia di territorio in protezione del Parco Nazionale di Iguaçu, esperimenti illegali e vietati dalla Legge nazionale di Biosicurezza. Negli scontri, oltre al militante, rimane ucciso anche un vigilante della Syngenta.

La grande ripercussione di questi fatti sull’opinione pubblica e la sistematica lotta e pressione dei movimenti, fa sì che nell’ottobre del 2008 la Syngenta ceda 127 ettari della proprietà al Governo dello Stato del Paranà, che a sua volta lo cede in uso allo Iapar.

Dalla collaborazione tra questo istituto e i movimenti sociali, nasce il Centro de Ensino e Pesquisa em Agroecologia Valdir Mota de Oliveira: «insieme al Mst, alle Università della regione, faremo un lavoro di ricerca molto importante per l’agricoltura e per i piccoli contadini di tutto il Brasile», dichiara un rappresentante dello Iapar, a cui fa coro Bianchini, segretario dell’Agricultura: «è importante capire che le alternative tecnologiche e i saperi ecologici che verranno costruiti all’interno di questo Centro, creeranno le condizioni per gli agricoltori brasiliani di essere indipendenti dall’agronegozio e dalle grandi multinazionali che vendono fertilizzanti chimici e sementi geneticamente modificate. Le risoluzioni create qui con una metodologia orizzontale e partecipata verranno distribuite per tutto il Brasile e in particolare negli assentamenti dei Sem Terra». Esperimenti, quindi, non solo diretti verso un’agricoltura in tutela dell’ambiente e che produca alimenti sani, ma anche verso un’agricoltura socialmente sostenibile, che appoggi i piccoli proprietari di terra e gli assentati della Riforma Agraria, nel processo di rivalorizzazione del proprio ruolo cruciale di produttori di sovranità alimentare e di riscatto culturale dei propri saperi indeboliti e marginalizzati dalla crociata della Rivoluzione Verde degli anni 60 e 70.

Agroecologia VS Agronegozio

I dati del Censo Agropecuario del 2006 dell’Istituto brasiliano di Geografia e Statistica (Ibge) parlano chiaro: l’agricultura familiare brasiliana, occupando appena il 24,3% dei terreni agricoli del paese, è responsabile per la produzione del 87% di mandioca, 70% di fagioli, 46% di mais, 38% di caffè, 34% di riso, 21% di grano, 58% di latte, per il 59% di allevamento suino, 30% bovino e 50% di pollame, impiegando il 75% della manodopera rurale. Chi produce la ricchezza agricola e il sostentamento alimentare del paese?

Ma questa agricoltura familiare nella maggior parte dei casi è solo un ingranaggio integrato nelle logiche delle grandi multinazionali produttrici di fertilizzanti chimici e sementi migliorate e transgeniche, come la Bayer, la Pioneer, la Monsanto. Sempre dai dati dell’Ibge del 2006 risulta che in Brasile solo l’1,75% degli stabilimenti agricoli coltivano prodotti organici.

Negli stessi assentamenti del Mst, le famiglie che producono senza l’impiego di veleno e di sementi migliorate costituiscono una percentuale scarsissima. «Non si sa più coltivare, nella maggioranza dei casi negli assentamenti troviamo cittadini delle favelas e non contadini – dichiara Eugenio Neto Guerreiro dos Santos, tecnico dell’Emater (Istituto Paranaense di assistenza tecnica e cooperazione rurale) di Quedas de Iguaçù e responsabile dell’assistenza tecnica alle 30 famiglie di produttori agroecologici dell’assentamento dell’Mst di Palmital, dove vivono oltre mille famiglie – Troviamo persone imperniate dei valori della Rivoluzione Verde: produttività, immediatismo, guadagno economico. Vogliono estrarre il più possibile dalla terra, senza prendersi cura di lei».

«La nostra lotta oggi non è più solo contro il latifondo, ma contro la dittatura dell’agronegozio, che ordina di piantare senza rispetto per l’ambiente e per i lavoratori rurali – dichiara Stédile – È un modello irresponsabile, fondato su una tecnologia straniera che si basa sulla monocultura, resa possibile solo da un alto indice di meccanizzazione e dal massiccio uso di agrotossici, con la conseguente espulsione dei contadini dal campo, e il loro ammassamento nelle favelas delle grandi città, dove dimenticano i loro saperi e generano figli che non ricordano più cosa sia un campo».

Questo modello di produzione agricola ha fatto sì che il Brasile risultasse campione al mondo per presenza di veleno da agro tossico negli alimenti, con conseguenze pericolose in termini di salute dei propri cittadini.

«Pochi governatori nel mondo stanno assumendo concretamente la responsabilità di creare un terreno fertile per la diffusione di un’agricoltura sostenibile, come si erano impegnati con la firma dell’Agenda 21 – afferma Felipe Farà, del Centro Paranaense di Riferimento in Agroecologia (Cpra) di Curitiba – Sono orgoglioso di poter dire che vivo in uno dei pochi Stati che lo stanno facendo, il Paranà, e la creazione di questo Centro lo dimostra».

Roberto Requião, giunto direttamente dentro al Centro della Via Campesina in elicottero, esordisce all’inaugurazione con un invito ufficiale: «I ruralisti che si stanno ammassando qui fuori per protestare contro l’apertura di questo spazio di ricerca, mandino qui, insieme ai figli dei sem terra, agli studenti delle scuole rurali, delle Università, mandino qui i propri figli per imparare che cos’è l’agricoltura! Oggi è un giorno senza rancore, è un giorno di pace e di vittoria dell’agricoltura sostenibile!». Il governatore ha ricordato come sia stata necessaria la morte di Keno e di Fabio per creare questo spazio di agroecologia al servizio dei figli dei produttori rurali di oggi, per insegnare loro a ritrovare “la strada contro la schiavitù e la dipendenza dalle multinazionali”, persa dai propri genitori.

Requião ha condannato l’asservimento al capitale finanziario e al blocco ruralista avvenuto principalmente nel secondo mandato di Lula, concretizzatosi nella liberalizzazione del transgenico (soia, miglio e riso) nel Paese e ha invitato il suo “amico presidente” a prendere in considerazione la posizione di migliaia di contadini impegnati quotidianamente nella costruzione di un’agricoltura sostenibile.

Nuovi cammini

Il Centro de Ensino e Pesquisa Valmir Motta de Oliveira sarà anche un Centro di produzione di sementi agroecologiche, che verranno distribuite senza royalties agli agricoltori che ne faranno richiesta.

Questa funzione sociale del centro è stata inaugurata sempre il 5 dicembre, attraverso la distribuzione gratuita di centinaia di sacchi di semi di mais bio ai contadini presenti.

Il contrabbando di sementi transgeniche e di fertilizzanti tossici è un altro aspetto legato all’agronegozio che è stato ricordato durante l’inaugurazione del Centro.

«La proposta della Via Campesina è di chiedere alle Nazioni Unite la creazione presso la Corte d’Appello de L’Aia di una Camera per giudicare le imprese che compiono atti contro l’ambiente – ha dichiarato Stédile – e Via Campesina insieme a Mst già porteranno presso questa Camera il primo caso di crimine ambientale, denunciando la Syngenta!»

mercoledì 4 novembre 2009

PESTICIDI NEL VOSTRO STOMACO

I RICCHI SANNO DI COSA STIAMO PARLANDO E
CONSUMANO PRODOTTI BIOLOGICI.
VOI DOVETE DECIDERE. DA CHE LATO STATE?



di João Pedro Stedile*

I portavoce della grande proprietà e delle imprese transnazionali sono pagati molto bene per sostenere, parlare e scrivere tutti i giorni che in Brasile non ci sono più problemi agrari. Alla fine, la grande proprietà è diventata molto più produttiva. Quindi il latifondo non è più un problema per la società brasiliana. Sarà vero?

Nonostante questo, voglio affrontare il tema dell'ingiustizia sociale della concentrazione della proprietà della terra che fa sì che il solo 2% dei proprietari, ossia 50.000 latifondisti, siano padroni della metà di tutte le nostre terre, mentre abbiamo 4 milioni di famiglie senza diritto alla terra.

Parlerò delle conseguenze, per voi che abitate in città, del modello agricolo dell'agrobusiness. L'agrobusiness è la produzione su larga scala, con monoculture, con l'uso di pesticidi e macchinari. Usano veleni per eliminare altre piante e non assumere manodopera. In questo modo distruggono la biodiversità, alterano il clima e espellono sempre più famiglie di lavoratori rurali dalle loro terre.

Al momento dell'ultimo raccolto, le imprese transnazionali, e sono poche (Basf, Bayer, Monsanto, DuPont. Sygenta, Bunge, Shell chimica...), hanno festeggiato perché il Brasile è diventato il maggior consumatore mondiale di veleni agricoli. Sono stati utilizzati 173 milioni di tonnellate. Una media di 3700 chili per ogni brasiliano. Questi veleni sono di origine chimica e restano nell'ambiente. Inquinano il suolo. Contaminano le acque. E, soprattutto, si accumulano negli alimenti. Le coltivazioni che più utilizzano i veleni sono: la canna da zucchero, la soia, il riso, il mais, il tabacco, il pomodoro, la patata, l'uva, le ciliegie e gli ortaggi. Tutto questo lascerà residui nei vostri stomaci. Nel vostro organismo le cellule si ammalano e, un giorno, potranno trasformarsi in cancro.

Domandate agli scienziati del nostro Istituto Nazionale del Cancro, centro di riferimento della ricerca nazionale, qual è la principale origine del cancro, dopo il tabacco?

La Anvisa (Agenzia Nazionale di Vigilanza Sanitaria) ha denunciato che esistono nel mercato più di venti prodotti agricoli non raccomandabili per la salute umana. Tuttavia, nessuno inserisce informazioni sulle etichette degli alimenti, né li ritira dagli scaffali. In passato era permesso che la soia e l'olio di soia avessero solo 0,2 mg/kg di residui del veleno glifosato per non causare problemi di salute. Improvvisamente, la Anvisa ha autorizzato che i prodotti derivati dalla soia potessero contenere fino a 10,0 mg/kg di glifosato: 50 volte di più. Questo è avvenuto certamente per pressione della Monsanto, poiché il residuo di glisofato è aumentato nella soia transgenica di sua proprietà.

La stessa cosa sta succedendo ora con i derivati del mais. Dopo che è stata approvata la coltivazione di mais transgenico, il che ha aumentato l'uso di veleni, vogliono ampliare la possibilità di residui da 0,1 mg/kg (attualmente permesso), a 1,0 mg/kg.

Esistono molti altri esempi delle conseguenze dei pesticidi. Il dottor Vanderley Pignati, ricercatore della UFMT (Universidade Federal do mato Grosso), ha rivelato nelle sue ricerche che nei comuni dove c'è grande produzione di soia, in seguito a un uso intensivo dei pesticidi, gli indici di aborti e malformazioni di feti sono un quarto di più della media dello Stato.

Noi abbiamo sostenuto che è necessario valorizzare l'agricoltura familiare contadina, che è l'unica che può produrre senza veleni e in modo diversificato. L'agrobusiness, per ottenere vantaggi di scala e grandi guadagni, riesce a produrre solo con veleni e espellendo i lavoratori verso le città.

E voi pagate il conto con l'aumento dell'esodo rurale, delle favelas e con l'aumento dell'incidenza del veleno nei vostri alimenti.

Per questo, sostenere l'agricoltura familiare e la riforma agraria, che è una forma di produrre alimenti sani, è una questione nazionale, di tutta la società. Non è più un problema dei senza terra. E è per questo che sempre più il MST e Via Campesina si mobilitano contro l'agrobusiness e contro le imprese transnazionali; è per questo che i loro mezzi di comunicazione e i loro deputati e senatori ci attaccano tanto. Perché sono in conflitto due modelli di produzione. E' in discussione a quali interessi la produzione agricola deve rispondere: solo il profitto o la salute e il benessere della popolazione?

I ricchi sanno di cosa stiamo parlando e consumano solo prodotti biologici.
E voi dovete decidere. Da che parte state?


* Membro da coordenação nacional do MST e da Via campesina Brasil

lunedì 2 novembre 2009

Cosa sono gli agro(bio)combustibili?

Il caso del Brasile

Le conseguenze delle monocoltivazioni per la produzione di etanolo.

“I movimenti contadini sostengono in primo luogo che non va impiegato il termine biocombustibile, perché mettere genericamente in relazione energia e vita (bio) è manipolare un concetto che non esiste. Il termine va rimpiazzato con agrocombustibile. Secondo, ammettiamo che l’agrocombustibile è più adeguato all’ambiente del petrolio. Ma ciò non modifica l’essenza della scelta a cui è chiamata l’umanità: il modello attuale di spreco di energia e di trasporto individuale, che deve essere sostituito da un modello basato sul trasporto collettivo (treno, metropolitana eccetera). Terzo, siamo contrari all’impiego di beni destinati all’alimentazione umana per produrre combustibili. Quarto, nonostante la produzione di agrocombustibili sia considerata necessaria, deve essere fatta in modo sostenibile.“ (Joao Pedro Stedile - MST)

Cosa sono gli agrocombustibili?

I biocombustibili sono combustibili vegetali, rinnovabili e puliti dal punto di vista ambientale, che sostituiscono i combustibili derivati dal petrolio, non influiscono sull’effetto-serra e possono essere ottenuti grazie all’energia solare per mezzo della fotosintesi delle piante.

Sono combustibili vegetali:
l’alcool etilico, ottenuto per fermentazione degli zuccheri o amidi
gli oli vegetali e la cellulosa, e i suoi numerosi derivati.

Poiché le piante da cui vengono estratti (canna da zucchero, palme, mais e grano, mamona,..) necessitano di molto sole, possono essere prodotti in grande scala nelle regioni tropicali che dispongano di acqua abbondante.

Il Brasile ha la maggior quantità di acqua dolce del mondo, una grande abbondanza di manodopera a basso costo ed è uno Stato strategico dal punto di vista biopolitico, nel panorama latino americano.

Le conseguenze delle monocoltivazioni per la produzione di etanolo

La monocoltivazione della canna sta sostituendo in molti stati la produzione di alimenti di base -il che minaccia la sovranità alimentare-, oltre al fatto che danneggia gravemente l’ambiente a causa dell’uso massiccio di pesticidi tossici, provoca malattie respiratorie e inquinamento atmosferico perché viene bruciata e sfrutta il lavoro dei tagliatori di canna, costretti a raccogliere ogni giorno 12-15 tonnellate a testa.

Altra conseguenza negativa della monocoltivazione delle piante che producono biocombustibili è che si innescherà un meccanismo di competizione per gli alimenti tra le macchine e le persone. Sta già succedendo. Dall’inizio dell’anno scorso, il prezzo del mais è duplicato, anche quello del grano è salito: secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per alimenti e agricoltura, la ragione di questo aumento è la domanda di etanolo: l’alcool usato come combustibile per motori è fatto anche di mais e grano.

Numerosi studi stanno dimostrando che i biocombustibili sono peggiori del petrolio per il pianeta: innanzitutto perché verranno distrutti migliaia di ettari di foreste in tutto il mondo per impiantare le monoculture, in secondo luogo perché le foreste bruciate per i disboscamento producono diossido di carbonio in quantità estremamente elevate, tant’è che sarebbe meno dannoso continuare ad usare il petrolio.

Il biodiesel dalle piante non conviene. Si usa più energia di quella poi generata

La trasformazione di piante quali il mais, la soia o il girasole in carburante richiede molta più energia di quella generata dall’etanolo o dal biodiesel risultante. Lo sostiene uno studio di ricercatori della Cornell University e dell’Università della California di Berkeley pubblicato sulla rivista "Natural Resources Research" (Vol. 14, No. 1, pp. 65-76).

"Non ci sono benefici energetici nell’uso di biomasse vegetali come combustibili liquidi", afferma l’ecologo David Pimentel. "Si tratta di strategie non sostenibili".

Pimentel e l’ingegnere ambientale Tad W. Patzek hanno analizzato in dettaglio il rapporto fra energia in ingresso e in uscita nella produzione di etanolo da mais, legno ed erba, e nella produzione di biodiesel dalla soia e dalle piante di girasole.

Nel caso della produzione di etanolo, gli autori hanno scoperto che l’utilizzo di mais richiede il 29 per cento di energia fossile più rispetto al carburante prodotto. Questi valori salgono al 45 per cento per l’erba e al 57 per cento per la biomassa di legno.

Nel caso del biodiesel, le piante di soia richiedono il 27 per cento di energia in più di quella fornita dal carburante, e i girasoli addirittura il 118 per cento in più.

Per stimare l’energia in ingresso, i ricercatori hanno considerato fattori quali l’energia usata per far crescere le piante (compresa la produzione di pesticidi e fertilizzanti, l’alimentazione delle macchine agricole e dei sistemi di irrigazione, e il trasporto) e per fermentare e distillare l’etanolo. Nell’analisi non sono stati inseriti costi aggiuntivi come quelli associati con tasse e sussidi statali e quelli relativi all’inquinamento e al degrado ambientale.

"In futuro avremo bisogno di un sostituto del petrolio, - spiega Pimentel - ma la produzione di etanolo o di biodiesel dalle biomasse vegetali non sembra essere la strada giusta".

giovedì 24 settembre 2009

Brasile - Nuovo attacco della destra al Movimento Sem Terra

Il MST divulga un “Manifesto in difesa della Democrazia e del MST”

Firma anche tu : oltre 2mila sottoscrizioni raccolte in difesa del Movimento


“ E’ bastato realizzare alcune giornate di lotta – chiedendo la realizzazione di alcune richieste presentate al Governo Lula nel 2005 – ed esigere l’attualizzazione degli indici di produttività agricola - come stabilisce la Costituzione - , perché si scatenasse la reazione. I settori più conservatori del Congresso e della società, guidati dalla senatrice Kata Abreu (DEM/TO) e i deputati federali Ronaldo Caido (DEM-GO) e Onyx Lorenzoni (DEM-RS), hanno cominciato ad orchestrare una nuova offensiva contro il MST”.

Così la Segreteria Nazionale del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST) inizia la sua lettera di denuncia della nuova offensiva della “Bancada Ruralista” che vuole creare una Commissione Parlamentare di Inchiesta (CPI) che indaghi sui fondi pubblici destinati alla Riforma Agraria.

“ Perché allora non viene fatta una CPI per investigare anche sui fondi pubblici destinati alla classe ruralista? Nonostante si sappia che la Confederazione Nazionale dell’Agricoltura (CNA), di cui la senatrice Katia Abreu è presidente, ha finanziato la sua campagna elettorale, fino ad oggi non ci sono state inchieste.” Replica la Segreteria Nazionale, che sottolinea come questo attacco abbia come fine la criminalizzazione del Movimento che, da due anni, vede la ripresa di una forte ondata repressiva, soprattutto negli stati a sud del Paese.

La richiesta di revisione degli indici di produttività rappresenta infatti una grande minaccia per i grandi latifondisti e le multinazionali, proprietari di migliaia di ettari incoltivati.
L’unico strumento di difesa e di tutela, sperimentato come efficace nei precedenti attacchi, è stato quello di attivare la rete nazionale e internazionale di appoggio al Movimento.
Per questo alcuni compagni hanno scritto un “Manifesto in difesa della Democrazia e del MST” che ha già raccolto oltre 2mila firme, tra le quali quella di Noam Chosky, Sebastião Salgado, Eduardo Galeano, Frei Betto, Leonard Boff, ma anche quelle di enti ed associazioni da tutto il mondo.

Per sottoscrivere il Manifesto basta collegarsi a Manifesto MST

sabato 27 giugno 2009

Lula regala l’Amazzonia ai latifondisti


Approvata la Misura Provvisoria (MP), la Legge del grilagem, che regala il 72% dell’Amazzonia ai latifondisti.


Il presidente Lula ha approvato la Misura Provvisoria (MP) 458, rifiutando solo l’articolo sette che riguarda persone che non abitano nella regione e imprese che sfruttano indirettamente l’area.
Anche se i parlamentari, i ministri e lo stesso Lula dicono che questa legge favorisce i piccoli e medi agricoltori della regione , il 72% di tutta l’area regolarizzata dalla legge é composta da latifondisti.
Per il presidente dell’Associazione Brasiliana della Riforma Agrária (ABRA), Plínio de Arruda Sampaio, la MP 458 ha favorito solo l’agronegozio
"Questa legge è stata fatta per legalizzare le terre rubate in Amazzonia. Chi ha falsificato gli atti di proprietà , i grileiros , ora con titoli regolari venderanno queste terre alle grandi imprese nazionali e straniere, che produrranno soia, canna da zucchero, allevamenti di bestiame e sfruttamento di legname . I piccoli proprietari non riusciranno a restare in una regione dominata dall’agronegozio."
67 milioni di ettari di terra in Amazzonia saranno trasferiti dallo Stato a privati.
Le Aree fino a 1,5 mila ettari, occupate entro il 1 Dicembre 2004, non devono pagare o pagheranno un valore simbolico per l’immobile . Questo rappresenta. il 28% dell’area totale e comprende più del 90% degli immobili.
Chi occupa aree più grandi dovrà pagare il valore di mercato allo Stato.


Aline Scarso, Da Brasil de Fato
Traduzione di Antonio Lupo (comitato MST/Italia)

giovedì 18 giugno 2009

Brasile - Il crimine di studiare



I Sem terra si mobilitano in difesa dei fondi educativi per la campagna


Dalla sua origine l'educazione è stato un tema centrale per il Movimiento de Trabajadores Rurales Sin Tierra (MST) del Brasile.
Una mobilitazione costante su questo tema è sempre stata al centro dell'azione del Movimento.
Nello Stato del Rio Grande do Sul, negli ultimi giorni i Sem Terra sono scesi in piazza contro il taglio dei fondi del Programa Nacional de Educación en Áreas de Reforma Agraria (Pronera), una conquista storica dei gruppi che lottano per la terra in Brasile.
La mancanza di fondi colpisce in maggioranza gli studenti figli di contadini ed esclude molti giovani dall'accesso al servizio scolastico.
Per questo centinaia di contadini sono scesi in piazza e si sono mobilitati di fronte all'Instituto Nacional de Colonización y Reforma Agraria (INCRA) in tutto il paese per chiedere il blocco dei tagli ai fondi scolastici.
Inoltre nello stato del Rio Grande do Sul, l'MST è vittima di un vero e proprio attacco dei settori più reazionari che da due anni cercano di criminalizzare le scuole itineranti del Movimento per attaccare tutto il Movimento.
I grandi proprietari terrieri le multinazionali hanno trovato sponda nei rappresentanti del governo "statale" e "centrale" nel definire le scuole di base dei Sem Terra come "formazione di guerriglieri" e "luoghi in cui si fa il lavaggio del cervello".
"Il problema non è chiudere le nostre scuole, ma aprirle" ha sintetizzato Janaina Stronzake, del MST del Rio Grande do Sul, in una intervista a Radio Mundo Real.
Lo sfondo di questo conflitto è uno scontro tra modelli antagonistici e non conciliabili sul modello di sviluppo. Da un lato le imprese del settore - Aracruz, Votorantim e Stora Enso - che vogliono imporre le monocolture di eucalipto e dall'altro chi lotta per la terra e un fututo diverso.

venerdì 15 maggio 2009

Agroindustria e biocombustibili, l’impatto nelle campagne brasiliane è duro ma cresce la resistenza

di Gennaro Carotenuto
La Pastorale della terra della conferenza episcopale brasiliana è molto preoccupata. Aumenta ogni anno dal 2006 la risoluzione violenta dei conflitti per la terra in Brasile e i tre quarti di quelli che si concludono con morti si concentrano in Amazzonia, nel Pará e nel Maranhão. L’aumento dei conflitti vuol dire che aumenta l’ingiustizia ma anche che aumenta la resistenza. Si perseguitano i difensori dei diritti umani ma mai come ora si sono liberati schiavi: oltre 11.000 persone tra 2007 e 2008 sono uscite dallo stato di schiavitù. La maggior parte di questi erano sfruttati nel più moderno dei settori agroindustriali, quello dei biocombustibili. Tra i cambiamenti più significativi, se fino a metà decennio la maggior parte dei conflitti aveva tra i protagonisti il movimento dei lavoratori senza terra (MST), negli ultimi anni al centro del maggior numero delle dispute sono venute a trovarsi le popolazioni native. In entrambi i casi il dato è significativo. I Sem Terra sono il movimento sociale più radicato e combattivo del paese e in grado di opporsi in maniera rapida ai soprusi dei latifondisti e delle multinazionali e contrattaccare occupando terre. I popoli nativi invece, sulla difensiva dagli anni ’70 e vittime di un genocidio silenzioso durante la dittatura militare, stanno recuperando protagonismo, iniziativa e capacità di contrattaccare e far valere i propri diritti ancestrali utilizzando leggi e sistema giudiziario che fino a pochi anni fa non erano alla loro portata. Oltre alla Pastorale della Terra interviene nel dibattito la ONG “Reporter Brasil”. L’organizzazione non governativa sostiene come sia risultato fallimentare il tentativo del governo di centro sinistra presieduto da Lula di fomentare una produzione dei biocombustibili con funzioni sociali e che oltre a produrre utili e rappresentare un tassello importante dell’indipendenza energetica del paese doveva anche produrre lavoro. “Il governo – secondo Marcel Gomes, coordinatore del programma di monitoraggio sui biocombustibili- pensava di sviluppare la piccola produzione dei biocombustibili fino a coinvolgere 200.000 famiglie contadine”. Non è andata così, ad oggi sono appena 30.000 le famiglie coinvolte nei programmi governativi di un paese che oramai –soprattutto con l’agroindustria- produce un miliardo di litri di biodiesel all’anno. “Sono mancati quasi del tutto gli incentivi, l’assistenza e la grande distribuzione non aveva interesse a favorire i piccoli produttori. Inoltre la soia [come avviene in altri casi come in Argentina] si è dimostrata una tipica monocoltura poco adatta alle famiglie contadine che hanno bisogno di differenziare la loro produzione per vivere. Tutto ciò rende il nostro bilancio di questa esperienza particolarmente negativo”. È senz’altro d’accordo con Gomes “Via Campesina”, il grande movimento mondiale che raccoglie 300 milioni di piccoli agricoltori di 80 paesi: “negli ultimi anni più va avanti la tecnologia agroindustriale e più cresce la fame e l’ingiustizia. Il modello agroindustriale ha aumentato la produzione agricola ma ha ridotto alla miseria gli agricoltori, aumentato l’inquinamento. L’agricoltura deve dar da mangiare a chi lavora la terra non garantire lucro agli industriali”.

giovedì 16 aprile 2009

Invitato del MST diretto in Italia, bloccato a Madrid e poi espulso

Ieri, mercoledì 15 aprile 2009, Francinaldo Correia, esponente del Movimento dei Sem Terra del Brasile era in viaggio verso l’Italia. Francinaldo, ufficialmente invitato dal Comune di Venezia, avrebbe dovuto partecipare al Festival "Questa terra è la nostra terra" in corso dal 15 al 19 aprile tra Montebelluna e Treviso, promosso dall’Associazione Ya Basta e da un ampio gruppo di associazioni e gruppi del territorio, in occasione del vertice “G8” dei ministri dell’agricoltura a Cison di Valmarino (TV). Dopo il Festival il suo viaggio sarebbe proseguito in varie città italiane per portare la testimonianza del movimento dei sem-terra e per conoscere realtà e organizzazioni impegnate sui temi di un’agricoltura sostenibile, giusta e degna. Francinaldo, in transito all’aereoporto Barajas di Madrid, è stato bloccato dalla Polizia spagnola, trattenuto per diverse ore e rimpatriato in Brasile con foglio di espulsione senza giustificati motivi. Pur avendo tutta la documentazione in regola e una lettera di invito in cui si affermava che tutte le spese sarebbero state sostenute dagli organi invitanti, Francinaldo non ha potuto proseguire il suo viaggio e non potrà mai più rientrare in territorio Europeo. Ciò che è avvenuto è grave. In questo momento un avvocato del MST si sta recando all’ambasciata spagnola, in Brasile per ottenere chiarimenti sulla situazione e chiedere l’annullamento del decreto di espulsione. Chiediamo l’immediato ritiro del decreto di espulsione e la possibilità di ripartire per l’Italia.

mercoledì 1 aprile 2009

Brasile:la giornata mondiale contro la crisi

Tra i giorni 28 di marzo e 4 aprile, movimenti sociali popolari, sindacali e degli studenti di tutto il mondo sono scesi in strada per protestare contro il capitalismo, la guerra e per gridare che i lavoratori e le lavoratrici non sono disposti a pagare l’attuale crisi mondiale.
La settimana di mobilitazione è stata convocata dall’Assemblea dei Movimenti Sociali, avvenuta a Belém (Brasil) durante il Forum Sociale Mondiale 2009, ed è caratterizata da tre grandi momenti.
Il giorno 28 marzo le mobilitazioni sono avvenute contro il gruppo del G20;
il giorno 30 marzo è stato caratterizzato da manifestazioni contro la crisi le guerre e in solidarietà al popolo Palestinese;
il giorno 4 aprile le proteste si concentreranno contro la NATO.
Anche in America Latina si sono organizzate numerose proteste e manifestazioni.

In Brasile
I sindacati e i movimenti sociali che hanno organizzato la manifestazione nazionale di lunedì 30 marzo, in difesa della classe lavoratrice e contro la crisi economica, vogliono essere uniti contro la disoccupazione, per conservare i diritti, per la riforma agraria e per cambiare la política economica.
Per João Paulo Rodrigues, del cordinamento nazionale del MST, la mobilizzazione dovrà continuare dopo la manifestazione "Sognamo che il 1º Maggio diventi un giorno di lotta di tutti i lavoratori", ha dichiarato.
Nivaldo Santana, vice-presidente di CTB (Centrale dei Lavoratori del Brasil), conferma che nel contesto della crisi "é strategica l’unità dei sindacati e dei movimenti sociali". "Le manifestazioni del 30 possono essere il punto di partenza per paralizzare il paese nel prossimo período", sostiene Luiz Carlos Prates, di Conlutas.
"Siamo riusciti in una cosa inedita: unire tutti i sindacati, movimenti sociali e partiti legati ai lavoratori in questa manifestazione contro la disoccupazione e la crisi", ha dichiarato il presidente di Forza Sindacale, il deputato federale Paulo Pereira da Silva (PDT). Per Pedro Paulo del cordinamento nazionale dell’ Intersindicale: "Non accetteremo la pressione per ridurre i salari in cambio del posto di lavoro".
Ubiraci Dantas de Oliveira, della CGTB (Centrale Generale dei lavoratori del Brasile), ha sottolineato che la manifestazione nazionale prevede iniziative di lotta in tutte le capitali del paese, dichiarando che "stiamo facendo una lotta per la riduzione dei tassi di interesse, che colpisce il nostro sviluppo".
Sono già stati chiusi 730 mila posti di lavoro tra ottobre 2008 e febbraio 2009, secondo i dati della Caged (Registro generale degli Impiegati e Disoccupati). In totale la popolazione disoccupata ha raggiunto 2,62 milioni di lavoratori.
João Paulo Mancha, dirigente del MST, ha difeso la statalizzazione delle imprese agroalimentari che hanno ricevuto finanziamenti statali e stanno licenziando. "Vogliamo alzare la bandiera della ristatalizzazione di Embraer per le imprese che stanno fallendo". Antonio Carlos Spis, del direttivo della CUT (Central Única dos Trabalhadores), ha criticato i licenziamenti in massa da parte di imprese che ricevono aiuti dal governo e hanno avuto alti guadagni negli ultimi anni, come Embraer, Vale do Rio Doce e CSN.
Per impedire l’aumento della disoccupazione, difende l’adesione del Brasile alla Convenzione 158 dell’ OIT (Organizzazione Internazionale del Lavoro), che garantisce il posto di lavoro contro i licenziamenti immotivati. "Il reintegro dei lavoratori all’ Embraer fa parte di questa lotta", affema Mancha. L’impresa che fabbrica aerei ha licenziato più di 4.200 persone a febbraio, il 20% degli impiegati.
La Giustizia del Lavoro ha considerato abusivi questi licenziamenti condannando l’impresa a indennizzare i lavoratori e i licenziamenti sono stati sospesi dal Tribunale Regionale della 15ª Regione.

Riforma Agraria
Una delle parole d’ordine della manifestazione brasiliana del 30 è stata "Riforma Agraria Ora", che appare come una forte alternativa alla crisi economica, per garantire la produzione di alimenti e materie prime per l’industria, rinforzando il mercato interno e promuovendo la giustizia sociale.
"La Riforma Agraria é una alternativa per la crisi perchè garantisce lavoro, educazione e abitazioni ai contadini. Dobbiamo insediare le famiglie accampate e fare un programma di industrie agricole per rinforzare la produzione e garantire rendita alle famiglie", afferma João Paulo.
"Non c’è soluzione per il nostro paese senza Riforma Agraria. É stato un grande errore del governo Lula non averla messa tra i suoi obiettivi concreti. La democratizzazione della Terra garantisce una vera inclusione sociale, garantendo lavoro e produzione", continua.
Vedi anche: 15mila lavoratori protestano a San Paolo (Brasile)

PETIZIONE A FAVORE DELLE SCUOLE ITINERANTI DEL MST

La governatrice del Rio Grande do Sul Yeda Crucius, e la parte di destra del Pubblico Ministero dello stato stanno colpendo le Scuole Itineranti delMST nel Rio Grande del Sud decretando la chiusura di queste istituzioni educative. Questa azione fa parte della criminalizzaione e del tentativo di espulsione del MST dallo stato. Per proteggere i latifondi e le corporazioni, specialmente quelle della cellulosa, Yeda e i suoi alleati vogliono tagliare quel che giudicano essere il male alla radice: l'educazione dei bambini, dei giovani e degli adulti che sono accampati da anni visto che niente viene fatto a favore della riforma agraria. Le scuole Itineranti del MST sono spazi di conoscenza, crescita, socializzazione che si basano sui valori etico-politici libertari e democratici. Sono spazi pubblici di formazione umana, di critica e di rinnovamento del pensiero pedagogico brasiliano e latino-americano. Studiosi di diversi paesi le analizzano e ne diffondono le idee in tesi, articoli, esperienze di educazione popolare propagando le idee pedagogiche originalmente sistematizzate da Paulo Freire. Le scuole itineranti sono luoghi che stanno favorendo riflessioni che permettono di costruire un migliore futuro per l'educazione pubblica, gratuita, laica e autonoma di fronte agli interessi particolaristici e meschini come quelli professati dall'attuale governo statale. Esigiamo l'immediata riapertura delle Scuole Itineranti organizzate dal MST e la garanzia che il potere pubblico assicurerà le infrastrutture necessarie al loro pieno funzionamento. I firmatari di questo manifesto seguiranno le azioni del governo dello stato nei sindacati, nelle scuole, nelle università, nelle lotte sociali, promuovendo denunce e atti politici fino a che le scuole saranno restituite ai bambini, ai giovani e agli adulti che in esse operano.

Assinam:
Carlos Walter Porto-Gonçalves ­ UFF
Eduardo Galeano ­ Escritor (Uruguai)
Emir Sader ­ UERJ, Secretario Executivo do CLACSO
Gaudêncio Frigotto ­ UERJ
Ivana Jinkings ­Editora Boitempo
Marcelo Badaró - UFF
Roberto Leher ­ UFRJ
Virgínia Fontes - UFF e Fiocruz

FIRMATE ANCHE VOI

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!