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mercoledì 30 giugno 2010

La metà dei bambini di Gaza soffre di anemia.


Uno studio aggiornato della Palestinian Medical Relief Society sullo stato di salute dei bambini di Gaza è stato reso pubblico ieri, 29 giugno, nell'ambito di un workshop parte di un progetto per il sostegno psicologico all'infanzia, in cooperazione con un'organizzazione non governativa internazionale.

Dal rapporto finale è emerso che il 52% dei bambini della Striscia di Gaza sono anemici, e soffrono di una grave carenza di elementi quali fosforo, calcio e zinco. Anche il dato sulle malattie respiratorie è alto e preoccupante.

martedì 22 giugno 2010

Gaza, l'altra flottiglia

Dodici navi da guerra americane e israeliane varcano il Canale di Suez: affronteranno le navi umanitarie iraniane?
di Luca Galassi
Una portaerei e undici navi da guerra statunitensi, accompagnate da un'unita' israeliana, hanno attraversato venerdi' scorso il canale di Suez, passando dal Mediterraneo al Mar Rosso.
Lo riferisce la stampa israeliana citando il quotidiano arabo pubblicato a Londra, 'Al Quds Al Arabi'. Secondo il giornale, la flotta potrebbe limitarsi ad controllare il carico della flottiglia iraniana diretta verso Gaza o, nella peggiore delle ipotesi, essere parte di un eventuale piano di attacco contro i siti nucleari iraniani. Al Quds al Arabi, citando i pescatori locali, ha sottolineato che l'Egitto - gestore del canale - ha bloccato tutto il traffico commerciale per ore per consentire il passaggio della flotta.

giovedì 17 giugno 2010

Gaza: vivere e morire sul confine

La zona-cuscinetto imposta da Israele, ruba oltre il 30% della terra agricola palestinese

di Barbara Antonelli
Quella che prima era un’area agricola ricca di ulivi, limoni e melograni  si e’ oggi trasformata in un desolato scenario, un campo di morte, con torrette di avvistamento, filo spinato, artiglieria militare, soldati israeliani pronti a sparare. In inglese e’ chiamata “seam zone” o “buffer zone”, zona cuscinetto. Nata dagli Accordi di Oslo, al confine tra Gaza e Israele, si estendeva su terra palestinese per una distanza di circa 50 metri. Nel 2000, con  la seconda Intifada, Israele ha deciso di espandere l’area fino a 150 metri: tagliando tutti gli alberi alti oltre un metro e trasformando – anche prima del piano di ritiro delle colonie israeliane-  un’area di terra fertile in una enclave arida e abbandonata.
Dopo Operazione Piombo Fuso, sul confine da nord a sud, la zona off- limits e’ stata ulteriormente estesa, fino a 300 metri. Cosi dicono le autorita’ israeliane, ma la realta’ dei fatti e’ diversa. Le incursioni militari di terra, carri armati e bulldozer hanno sradicato altri alberi, arbusti, distrutto le serre e divorata altra terra.

mercoledì 16 giugno 2010

Gaza: dal Libano nave di donne contro il blocco

Israele ha chiesto ai governi occidentali di attivarsi per impedire nuove spedizioni marittime

Si chiamano Naji el Ali e Maryam le due navi libanesi, organizzate dal Free Palestine Movement e da Giornalisti senza Catene, che tra qualche giorno salperanno per Gaza, con l’intento di rompere l’assedio navale israeliano. A bordo della prima ci saranno 25 attivisti e parlamentari europei e una cinquantina di giornalisti. Ma a far notizia è soprattutto la seconda, la Maryam, sulla quale saliranno una cinquantina di donne, di cui trenta libanesi.

venerdì 11 giugno 2010

Flotilla: “Sangue " nelle fontane di Tel Aviv

Azione di attivisti contro assedio Gaza, oggi salpa nave iraniana

 
Sgorga acqua rossa oggi dalle fontane pubbliche di Tel Aviv, come il colore del sangue versato da nove attivisti turchi contro il blocco di Gaza, uccisi lo scorso 31 maggio dai soldati israeliani lanciati all’arrembaggio delle navi della Freedom Flotilla. La clamorosa protesta è stata attuata nelle fontane delle centrali via Dizengoff, Yigal Alon e dal  Masaryk dal «Comitato contro il blocco di Gaza» per ricordare agli israeliani la brutalità dell’assedio contro il territorio palestinese e le recenti uccisioni dei pacifisti stranieri.
La protesta ha fatto ancora più effetto perché attuata nella celebre fontana realizzata dallo scultore Yaakov Agam, in Piazza Dizengoff.  Tuttavia difficilmente l’azione scuoterà gli israeliani convinti in maggioranza della correttezza dell’assedio di Gaza e sostenitori dell’uso della forza anche contro i pacifisti internazionali che via mare provano a raggiungere la Striscia. Un sondaggio d’opinione pubblicato dal quotidiano Haaretz rivela che il 48% degli israeliani non ritiene necessaria la costituzione di alcuna commissione di inchiesta sull’arrembaggio della nave turca «Mavi Marmara», conclusosi con l’uccisione di nove passeggeri. Il 74% degli intervistati ritiene che i soldati abbiano agito «molto bene».
Oggi dovrebbe salpare per Gaza una nave iraniana carica di aiuti umanitari. La televisione al Alam ieri sera ha riferito che a bordo ci sono anche giornalisti e parlamentari.

tratto da Nena News

mercoledì 9 giugno 2010

Gaza, Israele autorizza il passaggio di marmellata e schiuma da barba

Dopo la decisione presa dal governo israeliano di allentare il blocco sulla Striscia di Gaza, i primi prodotti ad entrare sono stati: succhi di frutta, marmellata, dolci, biscotti, spezie, patatine, ma anche soda e schiuma da barba.
A confermare la notizia è stato il funzionario palestinese Raed Fattouh, precisando che lo Stato ebraico ha deciso di allentare le misure restrittive in vigore da tre anni nei confronti del passaggio di beni verso la popolazione palestinese. La decisione di Israele di imporre l'embargo su Gaza segue la presa del potere di Hamas nella Striscia nel 2007.

martedì 8 giugno 2010

Rompete l'assedio di Israele


Mustafa Barghouti, fondadore del Palestinian Medical Relief e del partito al-Mubadara, scrive a colui che si ostina a non ritenere nemico

Ho aspettato tre giorni per scrivere, perché è questo che Israele cerca da me: l'istinto e il rancore. Mi hanno confiscato la casa, e la storia la terra, metro a metro, la libertà, intrappolato in labirinti di arbitrarietà e divieti, mi hanno confiscato la sicurezza, questa notte che come ogni notte, forse travolgeranno improvvisi questa porta per arrestarci senza ragione, e fino all'ultimo dei nostri diritti - perché possono confiscarci tutto, e lasciarci consumare di cancro a un checkpoint: ma non possono confiscarci la nostra umanità. La nostra immunità.
Ho aspettato tre giorni perché è questo, e solo questo che Israele cerca da noi: la violenza e la reazione. Cerca la guerra, perché in guerra vince chi è più forte, e non chi ha ragione. So che diciamo resistenza, qui, e voi sentite terrorismo. Ma abbiamo imparato a opporre a Israele non la nostra disperazione, ma la nostra bellezza e tutta Hannah Arendt, quando la politica diceva, è spirito di iniziativa e insieme una dote quasi poetica, l'immaginazione - e contro il loro nucleare allora, non razzi di latta ma dignità, e la fermezza e l'ostinazione: e contro i loro insediamenti, i nostri studenti che nonostante tutto studiano, contro i loro bombardamenti la nostra vita che nonostante tutto vive.

domenica 6 giugno 2010

Abbordata e dirottata in Israele la nave "Rachel Corrie" ultima della Freedom Flottilla


Le forze armate israeliane sono salite questa mattina all'alba a bordo della nave irlandese Rachel Corrie diretta a Gaza.Lo ha comunicato direttamente l'esercito israeliano. Dopo che la nave non aveva risposto alle intimazioni di blocco ordinate via radio dalla marina israeliana, è scattato l'abbordaggio.  E' avvenuto senza incontrare resistenza. Secondo quanto intimato dalle autorità militari, gli attivisti si sono concentrati sul ponte, inginocchiati. Le truppe d'assalto, dopo aver preso il controllo dell'imbarcazione, hanno dirottato la nave della Freedom Flotilla verso il porto israeliano di Ashdod, impedendole di raggiungere direttamente la Striscia di Gaza, dove gli attivisti volevano scaricare gli aiuti umanitari. La Rachel Corrie è stata circondata da tre navi da guerra.

"The Guardian": Attivisti turchi uccisi a distanza ravvicinata

I risultati dell'autopsia rivelano particolari inquietanti

 I nove attivisti turchi uccisi dagli israeliani a bordo della nave turca Mavi Marmara sono stati raggiunti da un totale di 30 colpi d'arma da fuoco e cinque sono stati uccisi da colpi alla testa, sparati anche da distanza ravvicinata. È quanto scrive oggi il quotidiano britannico Guardian, citando i risultati dell'autopsia condotta in Turchia. Yalcin Buyuk, vice presidente del consiglio turco di medicina forense ha riferito al giornale che un uomo di 60 anni, Ibrahim Bilgen, è stato colpito quattro volte, alla tempia, il petto, l'anca e la schiena. Il 19enne Fulkan Dogan, che ha anche la nazionalità americana, è stato colpito cinque volte, a meno di 45 centimetri di distanza, al volto, alla nuca, due volte alle gambe e una alla schiena.

venerdì 4 giugno 2010

Gaza, voci dalla Freedom flotilla

Un reportage racconta le testimonianze degli attivisti assaltati e arrestati senza accuse dall'esercito israeliano

di Vittorio Arrigoni
''Italia che si sveglia questa mattina sotto il governo Berlusconi e che si scopre a fiancheggiare i pirati e il terrorismo di stato israeliano, è un Paese ormai ridotto a sovranità limitata. Contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell'Onu che chiede lo svolgimento di una inchiesta sul massacro dello scorso lunedì contro la Freedom Flotilla, avvenuto in acque internazionali, hanno votato solo in tre: oltre l'Italia, gli Stati Uniti e l'Olanda.
Un'onta per una nazione che su quel Mediterraneo cremisi di sangue innocente ha il cortile di casa. Israele che rigetta violentemente la proposizione di  una inchiesta internazionale indipendente sotto l'egida dell'ONU dovrebbe convincere anche i più scettici sulla colpevolezza dei Commandos accusati da centinaia di attivisti di aver compiuto una strage deliberatamente.

giovedì 3 giugno 2010

Occupata a Trieste sede della Compagnia Israeliana ZIM

Time to stop! L'assedio di Gaza deve cessare!

"il mondo cominci a presentare il conto a Israele per i suoi crimini", questo l'appello della Coalizione delle Donne Per la Pace a Tel Aviv, manifestando di fronte ad una base militare. "Israele può fare quello che fa con impunità grazie al sostegno diplomatico ed economico di moltissimi paesi. It's time to stop this support!"

Oggi a Trieste una ventina di attivisti hanno occupato simbolicamente la sede del sub-agent locale della ZIM International, compagnia di bandiera di Israele che ha intense attività commerciali con l'Italia, con sedi a Trieste, Venezia e Genova.
Dopo aver bloccato le attività dell'agenzia per una mezz'ora esponendo uno striscione dalla sede e ricoprendo le vetrine con dei volantini, gli attivisti hanno anche incassato la solidarietà dei lavoratori, che hanno inviato alla sede centrale di Venezia il volantino dell'iniziativa e inviato a ZIM International una mail che esprime preoccupazione per il fatto che i rapporti dell'agenzia – che è solo sub-agente – con la compagnia possano in futuro determinare danni e incompatibilità con le normali attività della stessa.
Durante l'occupazione è stata fornita alla stampa una lista di prodotti e marchi di origine o partecipazione Israeliana, indicandoli come oggetto di boicotaggio.

Flotilla: attivisti italiani denunciano pestaggi

Dei cinque italiani arrivati la scorsa notte ad Istanbul, Manuel Zani rientrera' a Roma in mattinata, altri tre andranno a Milano, un quarto e' in partenza per il Belgio. Manolo Luppichini ancora a Tel Aviv partira' oggi per l'Italia.


Picchiati in carcere, maltrattati all’aeroporto di Tel Aviv, derubati delle loro attrezzature. Cinque dei sei italiani giunti la scorsa notte a Istanbul – il sesto, il giornalista free lance Manolo Luppichini, è ancora in Israele – hanno denunciato ai gironalisti al loro arrivo in Turchia di aver vissuto una esperienza terrificante prima con il sequestro in mare, lunedì scorso da parte dei commando israeliani, e poi in carcere e all’aeroporto di Tel Aviv. Il regista di documentari Manuel Zani, al quale gli israeliani hanno sottratto attrezzature per un valore di 10mila euro, ha riferito di un assalto israeliano alla «Apocalypse now» alla flottiglia pacifista. Il cantante lirico Giuseppe (Joe Fallisi) ha detto «Siamo stati aggrediti e picchiati, prima sulla nave dai soldati e poi ancorain carcere e all’aeroporto di Tel Aviv…Ci picchiavano se non ci sedevamo e dopo mandavano i medici a visitarci».

La nave irlandese "Rachel Corrie" determinata ad arrivare a Gaza

Fonti giornalistiche israeliane riferiscono che il governo di Tel Aviv è in contatto con quello irlandese per convincerlo a non far avanzare fino a Gaza la nave "Rachel Corrie", una di quelle che compongono la Freedom Flotilla e che è partita in ritardo. Apri il post per vedere i preparativi della partenza.


"Il governo israeliano sta cercando di convincere quello irlandese a far proseguire la 'Rachel Corrie' verso il porto di Ashdod, e non a Gaza, per evitare un'altra operazione militare in mare aperto". Così la radio israeliana, che ha aggiunto che comunicazioni sono in corso col capitano della nave stessa.

martedì 1 giugno 2010

Gerusalemme, aspettando l'alba

In piazza per chiedere una risposta dopo l'assalto alla flottiglia pacifista in viaggio per Gaza
''Bibi, Bibi al tidag od niré otkha beHaag''. "Bibi [Netanyahu] non ti preoccupare, ci vediamo alla [Corte Internazionale di Giustizia di] Hague". E ancora: "Democratia lo bonim al gufot shel peilim": "La democrazia non si costrusce sulla pelle degli attivisti".
Sono questi i due slogan più scanditi nella centralissima piazza Parigi, nel quartiere di Rekhavia, a pochi passi dalla residenza del primo ministro israeliano a Gerusalemme. Nel resto della città la vita prosegue con i ritmi di sempre. Qui, al contrario, alle sette di pomeriggio di ieri si sono dati appuntamento circa cinquecento dimostranti. Manifestano a supporto degli attivisti uccisi la notte scorsa. In gran parte sono giovani israeliani: "Per fermare la flottiglia - spiega Ada Pesim, studentessa all'Università Ebraica - bastava un cavo di acciaio da lanciare tra le eliche. In realtà il vero problema è quello di pensare di poter imporre la democrazia con la forza. A ciò va aggiunta la sconsiderata volontà, tanto israeliana quanto egiziana, di tenere sotto assedio un milione e mezzo di persone, per lo più profughi, all'interno di una minuscola striscia di terra.

Flotilla: uccisi 9 attivisti, 487 arrestati

48 internazionali verranno espulsi subito, sono 6 non 4 gli italiani detenuti in Israele

Sono nove gli attivisti internazionali uccisi nella notte tra domenica e lunedì dai soldati israeliani che hanno assaltato le sei navi della «Freedom Flotilla» dirette a Gaza con un carico di 10mila tonnellate di aiuti umanitari. I feriti sarebbero 45, in maggioranza turchi, alcuni dei quali in gravi condizioni (Israele parla anche di sei soldati feriti). Israele intanto, attraverso le dichiarazioni fatte stamani dal vice ministro della difesa Matan Vilnai, riafferma che non lascera’ passare altre navi con aiuti umanitari diretti a Gaza, facendo capire, nonostante la strage avvenuta, non esitera’ ad usare ancora la forza.

Napoli - Occupata Università Orientale in solidarietà con gli attivisti della Freedom Flotilla

Questa mattina, 1 Giugno 2010, Palazzo Giusso (Università Orientale) è stato occupato per denunciare i crimini commessi dallo Stato di Israele, il blocco imposto alla Striscia di Gaza e il barbaro attacco al convoglio umanitario, Freedom Flotilla, che ha causato almeno 9 morti e decine di feriti tra gli attivisti a bordo, nella notte tra il 30 e 31 Maggio.

Invitiamo tutti a partecipare al blocco dell'Università!

lunedì 31 maggio 2010

19 i morti nell'attacco israeliano alla Freedom Flotilla

Appuntamento alle 17 in Piazza Plebiscito a Napoli
Attacco nella notte di commandos israeliani alla Freedom Flotilla, che si stava dirigendo a Gaza per portare aiuti e rompere l'assedio.
Nell'attacco ci sono stati 16 morti, ma pare che il bilancio drammatico sia destinato ad aumentare.
La nave attaccata è la Mavi Marmara, nave turca che fa parte della Freedom Flotilla.
La Freedom Flottila è composta da 9 navi con a bordo circa 700 persone provenienti da 40 paesi con aiuti per la popolazione di Gaza, stretta nell'assedio.
Il giornalista di Al Jazeera a bordo della nave ha raccontato che la nave è stata attaccata nelle acque internazionali.
Gli isrealiani sono saliti a bordo ed hanno sparato sui civili che facevamo parte dell'equipaggio.
In tutto il mondo ci si sta mobilitando! Appuntamento alle 17 in Piazza Plebiscito a Napoli

LE INIZIATIVE
Napoli - ore 17.00 Piazza Plebiscito alla Prefettura
Padova - Associazione Ya Basta propone a tutti dalle 17.30 di trovarsi davanti alla Prefettura Piazza Antenore
Roma - ore 17.00 Piazza San Marco

Genova - ore 18.00 davanti alla Prefettura in Largo Lanfranco
Vicenza - Il Presidio No Dal Molin invita tutti alle 18.30 Prefettura Contra Gazzolle
Venezia - ore 17.30 Ponte di Rialto
Treviso - ore 18.00 davanti alla Prefettura in piazza dei Signori
Pesaro - ore 18.30 davanti al Comune
Bologna - ore 17.00 Piazza Nettuno
Segui gli aggiornamenti in Witnessgaza
Segui le notizie in Free Gaza Movement
Vedi la cronaca su Al Jazeera

giovedì 27 maggio 2010

La Freedom Flotilla verso le coste cipriote, prima della partenza di domani per Gaza


Questa mattina (27 maggio), le navi europee della Flotta contro l'embargo israeliano a Gaza partono da Rodi, dirette verso le coste cipriote. Da lì, nelle prossime 24 ore, la Flotta muoverà alla volta della Striscia di Gaza assediata.

La Campagna Europea contro l'embargo a Gaza - una delle sigle che compongono la coalizione della Freedom Flotilla - riferisce che con la partenza delle navi europee, una delle quali è stata denominata "Ottomila" in onore dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, e quella delle tre navi che si trovano nel porto di Antalya, nella serata di oggi, comincerà l'ultimo passo prima di quello finale, che vedrà l'intera Flotta dirigersi verso la Striscia di Gaza assediata.

mercoledì 26 maggio 2010

Diario dalla nave 8000 verso Gaza




Di Angela Lano
Siamo partiti ieri sera alle 21 (E' partita la nave '8000' della Freedom Flotilla.) , dopo ore, giorni di attesa per "motivi tecnici": la nave cargo "Mediterraneo Libero" doveva essere caricata di materiali destinati alla Striscia di Gaza assediata, e doveva prendere il mare prima di noi, in quanto molto più lenta della nostra barca, la "8000".
A bordo il clima è allegro, collaborativo e internazionale: 56 persone provenienti da decine di Paesi del mondo, in viaggio per solidarietà, impegno professionale, testimonianza e documentazione.
Siamo una trentina di giornalisti, un ex ambasciatore Usa in Iraq, un gruppo transnazionale di Ebrei contro l'Occupazione, due medici, altri attivisti, nonché alcuni responsabili della
European Campaign to end the siege on Gaza, una delle organizzazioni promotrici della missione umanitaria Freedom Flotilla.

martedì 25 maggio 2010

Pianificare l'oppressione - Omar Barghouti in Italia

Al centro degli incontri le ragioni del boicottaggio accademico verso Israele
Omar Barghouti in Italia
Si è appena concluso il tour italiano di Omar Barghouti, ricercatore indipendente, attivista dei diritti umani e tra i membri fondatori della Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (Pacbi) e della Campagna per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (Bds) su Israele.
Nell’ambito della tournée di Omar Barghouti in Italia, svoltasi dall'11 al 14 maggio toccando diverse città come Roma, Firenze, Siena, Torino, Milano, Bologna, Ravenna e Rimini, è stato presentato il libro "Pianificare l’oppressione. Le complicità dell’accademia israeliana" (Edizioni Seb, Torino 2010), un testo importante sulle complicità tra l'accademia israeliana e il complesso culturale-industriale-militare di oppressione dei palestinesi.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!