Urne aperte in Grecia oggi per le elezioni. In serata ci saranno i primi risultati.
Sono elezioni che interessano non solo tutta l'Europa ma anche il resto del mondo. Al centro di tutti i commenti i legami tra la vicenda greca e la crisi dell'Eurozona con le sue ripercussioni mondiali. Le diverse posizioni sull'accettazione o meno della politica di austerità imposta dalla Troika alla Grecia riguardano non solo il paese ellenico ma la visione complessiva della crisi e dei suoi sviluppi.
Abbiamo scelto perciò di vedere come vengono presentate le elezioni nel resto d'Europa e del mondo (trovate i link internazionali a fondo pagina) oltre a segnalare un estratto dall'intervista a Alexis Tsipras di Syriza fatta dal quotidiano messicano La Jornada.
Da La Jornada
A poche ore dalle elezioni Rodrigo Hernández per La Jornada e Telesur ha intervistato Alexis Tsipras, leader di Syriza.
Come si inseriscono le elezioni greche nel contesto della crisi europea?
E' interessante perchè il cuore del problema che viviamo esiste nel cuore dell'Europa. Se una banca d'Europa colassa questo ricade sull'intero sistema visto i legami che ci sono. Dunque se una banca greca colassa porta con sè banche italiane e altre in Olanda o Bruxelles. La Francia stessa è nel cuore del problema e credo che anche la Germania non può restare fuori da questa crisi.
Il cerchio si chiude. Noi vogliamo restare nella zona euro. In questo contesto le opzioni per la Germania sono due.
O rendersi conto che l'insistenza è catastrofica e deve lasciare da parte le sue scelte per cambiare politica oppure uscire per prima dalla zona euro.
Incominciate a sentirvi isolati nel continente?
"La Grecia in realtà rappresenta solo il 3% del prodotto interno lordo europeo, il nostro debito rappresenta il 2.85 per cento del debito europeo. E' come una goccia nell'oceano. Il problema più grande della zona euro sono la Spagna e l'Italia che ha un debito ben più grande del nostro. Dunque quello che è nello stesso tempo un problema è anche una nostra arma nel rivendicare una soluzione per tutta Europa.
Ma come si è creato il debito greco?
Si è formato nel corso del tempo, in base ad un modello di sviluppo e produzione basato sul denaro facile, nel eccesso del prestito. La Grecia non era pronta ad entrare nell'euro quando questo è successo.
Abbiamo creato un consumo estremo, abbiamo organizzato i Giochi Olimpici facendo debiti che ancora abbiamo e soprattutto lo sviluppo di anni è rimasto nelle tasche di impresari e banchieri.
Hanno funzionato le misure di austerità?
Sono le stesse applicate in America Latina e non solo non hanno salvato il paziente ma lo hanno fatto peggiorare. La cura è stata peggio della malattia. Ora con il pretesto della crisi e l'applicazione delle misure di austerità si sono cercate le opportunità per smantellare le leggi sul lavoro, ridurre i salari, abbassara il costo del lavoro e continuare a speculare.
Syriza è passato dal 4% a candidarsi ad essere il primo partito.
Due anni fa nessuno in Grecia avrebbe potuto immaginare quello che sarebbe successo. Dunque è nornale che ci sia stato un cambiamento politico. Il paradosso sarebbe che la gente continuasse ad appoggiare i suoi assasini. Sarebbe illogico. La cosa più normale è che la gente cerchi di trasformare la sua rabbia in una proposta politica alternativa.
Secondo i sondaggi sarà necessaria una alleanza per governare
Noi vogliano formare il 18 giugno un governo di sinistra. Ed in questo momento questo è molto importante, storico per la sinistra in generale. Sappiamo che sarà difficile però non abbiamo altra scelta che prendere questa opportunità.
Quale sarà la vostra politica interna?
Abbiamo annunciato un piano nazionale di ricostruzione che serva al posto del memorandum. In questo piano si parla della nazionalizzazione del sistema bancario e come passo successivo la sua socializzazione attraverso il controllo pubblico e sociale fatto con trasparenza. Eliminare il debito delle famiglie e delle attività superindebitate, tenendo conto delle perdite di guadagni dal momento dell'inizio del prestito. Appoggiare principalmente i gruppi sociali più deboli.
Che soluzioni per il debito e la crisi?
La soluzione al problema della Grecia e dell'Europa incomincia capendo la sconfitta del dogma neoliberista della signora Merkell e dei leader dell'Europa e la loro ossessione nelle misure di austerità. Il debito si potrà trattare con un nuovo ruolo della BCE attraverso gli eurobond ed una riunione multilaterale sul debito.
Parte del debito si può eliminare perchè illegale, un'altra parte si può mettere sotto il controllo della BCE o del Fondo monetario di stabilità finanziaria.
Solo così i mercati capiranno che non sono loro che tengono sotto controllo questa situazione ma è la politica che ha il controllo del mercato. Qualsiasi altra opzione a breve scadenza, porta allo smantellamento dell'eurozona e questo riguarda tutto il mondo. L'euro è la seconda moneta della riserva mondiale per cui non parliamo della bancarotta di una piccola economia ma della distruzione della seconda moneta mondiale.
Questo porterebbe ad una crisi di tutta l'economia mondiale.
Syriza ha alleati in Europa?
In europa ha cominciato a sogfiiare un vento di cambiamento soprattutto attrverso i movimenti e la resistena dei cittadini.
In alcuni governi ci sono poszioni scomode in altri si conta a perseguire gli stesi errori, in francia sdopo la fine di Sarkosy e al'arrivo di hoolande c'è un costante movimento che però non è capace di realizzare grandi cambiamenti.
A quali relazioni internazionale guardate?
Grecia può essere un paese piccolo dell'Europa però allo stesso tempo è una via di passaggioa tra tre continento. E ' un passaggio anche energetico. Abbiamo relazioni tradizionali con la Russia e pretendiamo di avvicinarci a tutto il mondo arabo e anche all'America Latina.
Siete inesperti del potere come pensate di muovervi?
Non abbiamo esperienza, non sappiamo rubare nè malgestire il denaro pubblico però abbiamo un vantaggio importante è cioè la ragione è dalla nostra parte ed anche il popolo.
Sappiamo che qui si affronta un passato oscuro con un futuro di speranza. Sappiamo che ci scontreremo con forze enormi. I nostri oppositori più grandi non sono i partiti tradizionali greci ma le forze del potere finanziario del capitale bancario.