Lo spettro della frode elettorale sull’elezione del nuovo presidente messicano.
Il Priista ricco, bello e telegenico Enrique Peña Nieto a poche ore dalla chiusura dei seggi si è dichiarato nuovo presidente del Messico con il 37% dei voti, specificando la sua volontà di esercitare una presidenza democratica. Il risultato non è ancora definitivo, il reale conteggio dei voti si avrà mercoledì, ma, per come stanno le cose ora, purtroppo nonostante le belle parole non c’è nulla da festeggiare, dopo 12 anni di perdita della presidenza, il PRI, Partito della Rivoluzione Istituzionale, palesemente riconosciuto come corrotto, torna al potere in Messico, mentre corrono su internet, attraverso il blog del movimento YoSoy132, più di 500 denunce di chiare irregolarità in molti seggi del paese: furti di plichi contenenti le schede elettorali, presidenti di seggio che acconsentono a far votare persone in possesso della fotocopia della tessera elettorale e non del documento originale, minacce e intimidazioni nei confronti di elettori, schede elettorali bruciate o non presenti in numero sufficiente da coprire tutti gli elettori presenti, che quindi non hanno potuto votare, tassisti che offrono buoni per il trasporto fino ai seggi elettorali in cambio di promesse di voto per il PRI, funzionari di seggi sequestrati mentre alcuni soggetti armati riempivano le urne con schede elettorali compilate, presidenti di seggio che scompaiono portando con loro urne piene di migliaia di schede elettorali compilate, seggi chiusi con la forza con 10.000 persone rimaste senza la possibilità di esprimere il voto, fino ad arrivare a scontri armati con arresti, morti e feriti.
Anche se l’IFE, l’Istituto Federale Elettorale, organo incaricato al conteggio rapido dei voti, dà per certa la vittoria del Priista, il candidato progressista Andrés Manuel Lopez Obrador (AMLO) del PRD (Partito della Rivoluzione Democratica) non ha ancora ammesso la sconfitta, “no está dicha la última palabra”, non è ancora detta l’ultima parola, ha annunciato, riferendosi al fatto che, oltre a non esserci ancora un conteggio definitivo dei voti, è a conoscenza di tutti che durante la campagna elettorale e nella stessa giornata di voto non ci sia stata l’equità che stabilisce la Costituzione, denunciando anche le grandi quantità di denaro sborsato e la mancanza di equità dei mezzi di comunicazione nel presentare i diversi candidati.
Contemporaneamente si sono svolte anche le elezioni locali per il rinnovo dei parlamenti in alcune regioni messicane: secondo i primi risultati, il PRI avrebbe vinto in Chiapas, Jalisco e Yucatan.
In particolare in Chiapas, secondo le proiezioni dell'Instituto Electoral y de Participación Ciudadana (IEPC), il nuovo governatore sarebbe Manuel Velasco Coello, candidato dei partiti Verde Ecologista de México (PVEM), Revolucionario Institucional (PRI) y Nueva Alianza (panal). Qui la giornata elettorale ha visto incidenti che hanno provocato 3 morti.
La sua vittoria non è ancora stata confermata, ma se il giovane diventasse governatore, manterrebbe una relazione di rispetto con le Giunte del Buon Governo zapatiste e l'EZLN, ha promesso lui stesso durante la prima conferenza stampa.