Dopo tre giorni di manifestazioni e
di violentissimi scontri a Siliana, nell’ovest della Tunisia, le
proteste si sono estese in numerose altre città del Paese. Anche oggi ci
sono state manifestazioni in tutto il paese nelle città di Kassarine,
El Kef dove ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia. Nella
capitale ieri ed oggi manifestazioni di protesta. Mentre a Siliana
continua la protesta
Tunisi 30 novembre 2012
Oggi anche a Tunisi si è svolta una
manifestazione di solidarietà agli abitanti di Siliana che
richiedono più diritti, lavoro e libertà, oltre che le dimissioni
del Governatore locale, nipote del primo ministro Jebali, entrambi
esponenti del partito islamico Ennadha. Il Governatore di Siliana
viene considerato illegittimo dai manifestanti in quanto non eletto
dalla popolazione ma designato direttamente dal governo, dato che in
nessuna regione della Tunisia si sono svolte ancora elezioni
amministrative.
In tutte le delegazioni del
governatorato di Siliana negli ultimi tre giorni migliaia di persone
hanno partecipato allo sciopero generale indetto dal sindacato Ugtt.
Ieri nel corso della manifestazioni migliaia di giovani, studenti e
disoccupati sono stati dispersi dalle forze dell’ordine che hanno
sparato, oltre che lacrimogeni e proiettili di gomma, anche
proiettili di piombo con fucili da caccia(Rach) provocando oltre 200
feriti, anche gravi, di cui circa 20 rischiano di perdere la vista.
La manifestazione a Tunisi, indetta
dagli studenti,è partita dal centro della città e si è diretta di
fronte al Ministero dell’Interno, interamente circondato da mezzi
blindati e filo spinato, piazzato nel corso della notte dai militari.
Una
giovane donna spiega i motivi della protesta: "non si può accettare la
repressione contro chi protesta per i propri diritti come a Siliana. Noi
non torneremo indietro"
Dopo diverse ore di fronteggiamento tra le centinaia di poliziotti
che presidiavano il palazzo e i manifestanti, sono partite delle
violente cariche chesono sfociate in una vera e propria caccia
all’uomo nelle vie che costeggiano l’arteria principale del
centro di Tunisi, Avenue Bourghiba, in cui la polizia ha picchiato
selvaggiamentee indiscriminatamente i manifestanti e alcuni tra i
giornalisti presenti.
Nel corso della
manifestazione sono stati scanditi ininterrottamente i cori che
richiamano direttamente al periodo della rivoluzione, primo tra tutti
il celebre ”Dégage” che è stato il simbolo della cacciata del
dittatore Ben Ali, questa volta indirizzato al ministro dell’interno,
diretto responsabile della violenta repressione di Siliana.
Nelle prossime ore si attende a Tunisi
l’arrivo di una marcia degli abitanti di Siliana che porterà
davanti ai palazzi del potere della Capitale la richiesta delle
dimissioni del governo attuale, che ricalca medesime modalità del
precedente regime.
Le manifestazioni di questi giorni e le
drammatiche immagini dei feriti di Siliana hanno obbligato il Governo
a fare un passo indietro sull’uso delle cartucce da caccia Rach.
La Rivoluzione de Gelsomini, che è
stata un propulsore anche delle rivoluzioni in Egitto e in Medio
Oriente si configura sempre più come incompiuta, e la transizione
democratica appare ogni giorno più lontana. Ma se finora la
popolazione tunisina è stata in fiduciosa attesa di un cambiamento
che non c’è stato, d’ora in avanti sembra pronta a
riconquistarsi il proprio futuro.