Uccisi stamani altri tre palestinesi: due nella zona di Khan Yunis, il terzo, un ragazzo che andava a scuola, a Sudaniya. E' in corso una trattativa mediata dagli egiziani ma il cessate il fuoco e' ancora lontano
Sono ore decisive per il raggiungimento della tregua che gli egiziani stanno mediando tra Israele e i palestinesi. Quella del Cairo è una corsa contro il tempo per evitare una nuova operazione di terra dell’esercito israeliano contro Gaza. Il cessate il fuoco però appare ancora lontano. Stamani un nuovo attacco aereo ha ucciso due palestinesi nella zona di Khan Yunis. Poco fa un ragazzo di 15 anni e’ stato ucciso da un drone mentre andava a scuola a Sudaniya. Feriti cinque sui compagni.
Nella notte Gaza e’ stata colpita in sei punti, a nord e a sud. Pesante il raid sul campo profughi di Jabalia dove sono rimasti feriti 33 civili, tra i quali diversi bambini. Sono 20 i palestinesi uccisi da venerdì, in buona parte militanti del Jihad islami, ma i missili israeliani hanno ucciso anche civili, tra cui un bambino di 12 anni. Per il portavoce militare israeliano invece gli attacchi aerei prendono di mira depositi di armi e aree di lancio razzi. Negli ultimi tre giorni i palestinesi hanno sparato 140 razzi. A decine sono caduti in zone aperte, altri hanno colpito aree residenziali e, ieri a Bersheeva, anche una scuola chiusa in quel momento. Israele si protegge con il sistema «Iron Dome» che in tre giorni ha abbattuto una quarantina dei razzi. Oggi nel sud del paese 200mila studenti rimarranno a casa.Israele spiega che la sua offensiva aerea e’ scattata dopo il lancio di razzi da Gaza ma gli stessi giornali dello Stato ebraico scrivono che l’escalation e’ cominciata con l’uccisione venerdi’ scorso di Zuheir Qaisi, segretario generale dei Comitati di resistenza popolare (Crp). Qaisi si trovava a Tel al-Hawa in automobile con un altro palestinese, Ahmed Hanani, quando un caccia israeliano ha sganciato un razzo che li ha centrati in pieno uccidendoli. Un «omicidio mirato», visto che un portavoce militare ha prontamente comunicato che Qaisi aveva «progettato, finanziato e diretto», l’attacco dello scorso agosto lanciato dal Sinai egiziano in territorio israeliano e nel quale rimasero uccise otto persone, in maggioranza soldati.
Tratto da: