Dopo il Portogallo, la Spagna si ferma per un giorno: lo sciopero generale diventa espressione della protesta sociale
La settimana scorsa si è fermato il Portogallo con uno sciopero generale che ha coinvolto non solo i lavoratori domani tocca alla Spagna. Negli scioperi generali la possibilità di esprimere una protesta sociale ampia contro le misure di attacco ai diritti che vengono prese in nome della crisi. Un dibattito che ci riguarda anche in Italia.
Lo sciopero è stato convocato il 10 marzo dai segretari generali dei sindacati CC OO y UGT. La rapida convocazione dello sciopero nasce dalla volontà di farlo coincidere con il dibattito parlamentare intorno alla Riforma del mercato del lavoro che abbassa il costo dei licenziamenti, permette alle imprese di ridurre i salari in forma unilaterale e cambia la negoziazione collettiva.
In un intervista oggi El Pais i leader sindacali Fernandez Toxo e Candid spiegano i motivi dello sciopero dicendo che nella riforma c'è una volontà molto chiara di abbassare i salari, di favorire le imprese insieme ai tagli sociali creando uno scenario di regressione sociale. L' assenza di riunione di negozazione con il governo Rajoy – secondo i sindacalisti – dimostra la volontà di gettare via tre decenni di dialogo sociale nel paese.
La giornata del 29 marzo vedrà scendere in piazza molto più dei sindacati ufficiali. Corrono in rete appelli e convocazioni che danno la misura dell'ampia partecipazione sociale allo sciopero. Con lo slogan "tomalahuelga" assemblee popolari, collettivi, associazioni, centri sociali si sono messi in comune, in particolare a Madrid ma non solo, per costruire uno sciopero collettivo, allegro, includente. Uno sciopero che serva a chi non ha lavoro o ha un lavoro precario o “flexi-inseguro”, a chi studia o è “senza permesso”. Nella convocazione si dice che il 29 marzo non è solo uno sciopero contro una legge, che lo merita, ma la continuazione di un mese di mobilitazioni verso le giornate del 12 e 15 maggio.
Vedi le mobilitazioni in tomalahuelga.net
Nel sito di Juventud sin futuro si afferma che lo sciopero generale non è solo per il diritto a relazioni di lavoro più giuste, che non riportino al MedioEvo il mercato del lavoro, ma in gioco c'è il diritto ad avere diritti. Per questo si fa appello alla mobilitazione di tutti non solo i lavoratori “stabili” per difendere i diritti del lavoro, i servizi pubblici, il diritto alla casa e denunciare che quando i rappresentanti non ascoltano i rappresentati questa farsa non si può chiamare democrazia. "Approfittiamo della convocazione dei sindacati per prendere lo sciopero e recuperare il futuro, per dire che non abbiamo paura e non vogliamo pagare la loro crisi".
Lo sciopero generale è fatto proprio anche dalla CGT che ricorda i tagli e gli attacchi ai diritti lavorativi, sociali, ambientali effettuati in questi anni insieme allo smantellamento e privatizzazione dei servizi pubblici. Scelte che hanno portato a sei milioni di persone espulse dal lavoro, all'aumento della povertà e dell'esclusione sociale, alla repressione di chi protesta, all'aumento della diseguaglianza sociale attraverso misure di aggiustamento con tagli sociale per ridurre il deficit, riduzione dei salari, riforme che permettono più licenziamenti, riduzione delle pensioni .. fino ad arrivare alla nuova riforma che elimina tutti i diritti dei lavoratori e lascia tutto il potere alle imprese. "Bisogna occupare spazi pubblici e dimostrare con forza che il presente e il futuro sono nostri per difendere dignità e diritti."