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lunedì 20 dicembre 2010

La Cina alla guerra di religione


Chiesa nel mondodi Francesco Sisci

RUBRICA SINICA. Un eventuale scisma nella Chiesa cattolica cinese, dopo che Pechino ha nominato dei vescovi senza consultare il Vaticano, non sembra un problema: solo l'1% della popolazione è cattolica. Ma le ripercussioni internazionali di questa scelta possono essere molto gravi.

Dopo molti rinvii, il 9 dicembre, mentre a Stoccolma veniva premiato in absentia il mortificato dissidente Liu Xiaobo, la controversa Associazione patriottica cattolica cinese (Cpa) rinnovava i propri vertici.
L'Associazione è appoggiata dal governo cinese, ma non è riconosciuta dal Vaticano, ed è stata per decenni al centro dei problemi fra Cina e Santa Sede.

domenica 10 ottobre 2010

Cina - Il Nobel a Liu Xiaobou: una benvenuta «oscenità»

di Angela Pascucci

Quel che i governanti cinesi hanno cercato fino all'ultimo di evitare è infine accaduto: il Nobel per la pace 2010 è stato assegnato a Liu Xiaobo, il dissidente condannato a 11 anni per «incitamento alla sovversione dei poteri dello stato». Sua massima colpa, oltre a una vita da spina nel fianco del regime, l'aver partecipato all'estensione di Charta 08, un lungo documento stilato nel dicembre del 2008 in occasione del 60esimo anniversario delle Dichiarazione dei diritti dell'uomo, considerato ormai il manifesto ufficiale del riformismo liberale cinese. A nulla sono valsi gli argomenti di Pechino che definisce la decisione di Oslo «un'oscenità» e sostiene che premiarlo è contrario ai principi del fondatore del Nobel, essendo Liu un criminale che non coltiva la pace, l'amicizia fra i popoli e il disarmo.

venerdì 23 luglio 2010

Petrolio, il Dragone energivoro e il disastro di Dalian

La Cina ha fatto incetta di energia fossile sfruttando la crisi globale. 
Ora si spera nella green technology
 Un vigile del fuoco è portato in salvo dopo essere stato sommerso dal petrolio durante i tentativi di tappare i due oleodotti esplosi il 13 luglio nel porto di Xingang a Dalian. 183Kmq di mare sono già coperti dal greggio. Foto Greenpeace
Una macchia nera che ormai ricopre 430 chilometri quadrati di mare, un disastro ecologico riconosciuto anche dai media cinesi che colpisce proprio una delle zone turistiche più famose della Cina, dove gente comune e funzionari di partito affollano spiagge che ricordano le più note località turistiche d'Occidente.
Pesca vietata fino alla fine di agosto, 15 chilometri di barriere antipetrolio calate in mare per evitare che la marea nera raggiunga anche le acque internazionali.

E' quanto sta accadendo a Dalian, capoluogo della provincia del Liaoning e porto più settentrionale del Celeste Impero, dove il 16 luglio due oleodotti e un silos-cisterna sono esplosi riversando in mare oltre 1500 tonnellate di greggio che arrivava dall'Arabia Saudita.

lunedì 19 luglio 2010

Lotta di classe nel Regno di mezzo

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

Per comprendere meglio le trasformazioni della Cina contemporanea e le lotte sul lavoro di una nuova generazione di operai e stagisti, una forza lavoro istruita, metropolitana, che occupa le fabbriche e organizza picchetti e scioperi selvaggi, come è recentemente accaduto negli impianti della Honda nel Guandong, vi presentiamo tre articoli per la prima volta tradotti in italiano. Un articolo della ricercatrice Pun Ngai, un articolo di Tian Lei e un abstract dello studio di alcune recenti proteste di fabbrica (tra il 2007 e 2008) a cura del centro di ricerca China Labour Bullettin di Hong Kong. Tre articoli che ci permettono di addentrarci meglio nella crisi della globalizzazione economica a partire dalle trasformazioni e dai conflitti del mercato del lavoro del Regno di Mezzo. In aggiunta una serie di link utili per ulteriori approfondimenti.

venerdì 16 luglio 2010

La Cina declassa gli Usa

La prima agenzia di rating cinese spezza il monopolio delle 'tre sorelle' e toglie agli Stati Uniti la 'tripla A'
di Enrico Piovesana
Molto si è scritto e discusso negli ultimi tempi sullo strapotere, l'affidabilità e la neutralità delle agenzie di rating statunitensi. Standard&Poors, Moody's e Fitch, detengono il monopolio del giudizio sullo stato di salute economica degli Stati. Sono loro a decidere quali economie sono forti e quali sono deboli, determinando di fatto i destini delle nazioni. Una 'A' in più o in meno nelle loro valutazioni (tutt'altro che oggettive e disinteressate) può significare la salvezza o la bancarotta di un Paese.
Ma ora le cose potrebbero cambiare. Nei giorni scorsi ha debuttato la prima agenzia di rating cinese, la Dagong, creata da Pechino proprio per rompere il monopolio Usa in questo settore e fornire un punto di vista alternativo rispetto a quello delle 'tre sorelle' americane.

giovedì 8 luglio 2010

Il marchio giallo

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

In questo ultimo mese, i commenti all'unisono sui recenti scioperi e le proteste dei lavoratori della Honda e Foxonn da parte di giornali come il Financial Times, il New York Times, Il Sole 24 Ore, hanno annunciato la fine della Cina come fabbrica del mondo caratterizzata da una manodopera pressoché infinita e a basso costo. Niente di più falso. La Cina rimarrà a essere non tanto la fabbrica del mondo, ma quella che può disporre ancora di una forza lavoro abbondante e soprattutto economica.
Il Dragone ha infatti scoperto gli stagisti, un esercito di riserva “interno”, di giovani non più contadini ma con la disciplina appresa nel college, che ora entra in fabbrica. È l’esplosione della formazione, formazione da manodopera, formazione estensiva, qualificata, formazione di linea, di montaggio, che guida e sta costruendo il nuovo bacino della forza lavoro a basso costo. Si stima che oggi la Cina abbia circa 15,000 scuole professionali per un totale di quasi 20 milioni di studenti l'anno. La popolazione complessiva degli studenti tra i 15 ed i 24 si aggirerà tra i 200 e i 225 milioni nei prossimi 20 anni.

lunedì 28 giugno 2010

La tempesta che viene dal Sud

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

AAA attore cercasi alle fabbriche Honda della regione del Guangdong, nel sud della Cina, la cosiddetta Manchester del Regno di Mezzo. Il management di questo impianto, sotto pressione per chiudere la contrattazione con i lavoratori che hanno incrociato le braccia reclamando un aumento salariale dell'80%, ha pensato bene di assumere un centinaio di comparse e metterle tutte in fila ad aspettare nell'ufficio reclutamento.
La minaccia di rimpiazzare i lavoratori che si ostinano a scioperare si scontra con la mancanza di forza-lavoro. E i padroni, incapaci di trovare nuovi giovani disposti ad entrare in fabbrica come vorrebbero, non riescono a reclutare altri se non comparse, attori pagati a giornata. La dura contrattazione per l'aumento del salario vede protagonista una nuova generazione di migranti, descritti da alcuni media locali come i nuovi “pionieri” dello sciopero.

giovedì 17 giugno 2010

Cina, lavoratori in sciopero anche nel Nord del Paese

Nella città portuale di Tianjin, a cento chilometri da Pechino, gli operai hanno occupato una fabbrica che fornisce componenti alla Toyota
Proseguono gli scioperi nella zona settentrionale della Cina. Il Quotidiano del Popolo, giornale ufficiale del Partito Comunista, pur non facendo alcun riferimento alle proteste in corso nelle diverse aree industriali, è intervenuto per chiedere un "miglioramento" delle condizioni dei lavoratori.

lunedì 14 giugno 2010

"Arricchirsi è glorioso!"

Le lotte vincenti della Honda contagiano la Cina


La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

La Cina è diventata, di recente, il più grande produttore di automobili al mondo e gli scioperi che ne stanno rallentando la sua produzione, come le occupazioni degli impianti Honda, sembra una sorta di battesimo di fuoco per questo nuovo primato.
Le proteste alla Honda, famose per aver ottenuto notevoli aumenti salariali, hanno in parte anche trasformato la percezione dei fatti tragici nella azienda Foxconn. Fino a qualche tempo fa, i suicidi alla Foxonn erano spiegati come questioni personali legate alla psicologia individuale di lavoratori troppo deboli per reggere alle particolari e brutali condizioni di lavoro. Altri analisti, con in mano inappuntabili statistiche, osservavano come, dopotutto, i numeri di tali fatti non era distanti dalla media, considerata la popolazione di oltre 300 mila lavoratori, di una cittadina di medie dimensioni. La Foxconn veniva trattata come una città...seppure una città molto particolare, dato che il suo appellativo è proprio quello di “città proibita”, poiché nessuno può entrare o uscire liberamente dai suoi cancelli.

giovedì 10 giugno 2010

In fabbrica a 20 anni e a 70 centesimi l’ora

I lavoratori dello stabilimento di un fornitore della Honda a Foshan, nel sud della Cina, hanno dato vita a una manifestazione di protesta per chiedere miglioramenti salariali. Il colosso giapponese aveva avuto due settimane di sciopero a singhiozzo nelle sue tre fabbriche per lo stesso motivo. In un’altra fabbrica di componenti per auto a Kunshan, sempre nel sud, gli operai si sono scontrati con la polizia e ci sono stati 50 feriti, secondo China Daily. Che sta succedendo nella zona più industrializzata del paese? La protesta, che ha toccato anche fabbriche di componenti per Apple e Sony, sta crescendo sulla base di due motivazioni. La prima è il livello dei salari, ormai troppo basso per vivere, oltre che per resistere a turni di lavoro massacranti. La seconda è l’età media degli operai, perlopiù ventenni, la seconda generazione arrivata nelle fabbriche. I salari degli operai nell’industria dell’auto, quella che sta battendo tutti i record di crescita mondiali (a fine 2010 si prevede un mercato con un clamoroso +20%), vanno dai 1000 ai 2000 yuan mensili, dai 146 ai 293 dollari. Si guadagna mediamente di più nelle fabbriche vicino alla costa che in quelle dell’interno, nelle fabbriche nate da joint venture con aziende straniere che in quelle locali (dove viene richiesta meno formazione). Gli operai sono giovanissimi, intorno ai 20 anni (lì chiamata generazione C), figli dei primi operai migrati circa vent’anni fa dall’interno e dalle campagne  nelle zone di nuova industrializzazione sulla costa. La differenza è che allora c’era chi poteva tornare a casa, mentre oggi le cose sono cambiate. Stando ai dati ufficiali,  la popolazione rurale è scesa dal 70 al 53%, insomma, in campagna spesso non c’è più nulla. E nelle nuove città nate intorno alle fabbriche del sud, una casa costa anche 1 dollaro a metro quadro, carissima rispetto ai bassi livelli di stipendio. Alla Honda, che pure quest’anno ha venduto nel primo quadrimestre il 36% di auto in più e punta ad aumentare la produzione da 650.000 unità all’anno a 830.000 e dunque a vendere più delle 580.000 macchine del 2009, un’ora di straordinario (diffusissimo e spesso obbligato) viene retribuito 70 centesimi di dollaro. E tutto il mondo è paese, come si dice: un direttore di fabbrica guadagna circa 50 volte un operaio, mentre non è un caso che il cinese più ricco del paese sia il capo della Byd, 5 miliardi di dollari di fortuna personale tirati su soprattutto costruendo automobili.

lunedì 7 giugno 2010

Prendere appunti in Cina

Gli scioperi dopo i suicidi

Lotta di classe nella fabbrica del mondo

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

Che cosa accomuna i suicidi dei lavoratori della Foxxon, il più grande fornitore high-tech al mondo, fornitore di aziende come Apple, Sony, HP, Dell, e quelli dei lavoratori della Telecom Francese? Forse bisognerebbe studiare la sofferenza di quei lavoratori che abitano non solo luoghi diversi, Cina ed Europa, ma anche temporalità differenti: il post-fordismo e la catena di montaggio, la “soggettività” messa in produzione e il lavoro “muto”, ripetitivo della fabbrica del mondo.
Una “fabbrica del mondo” che si scopre sempre meno docile allo sfruttamento barbaro, e sempre più abitata da una nuova generazione di migranti e forza lavoro, nati dopo gli anni Novanta, mediamente più istruiti dei loro padri, meno inclini a spezzarsi la schiena e fare lavori poco gratificanti, faticosi e rischiosi. Loro sono i nuovi protagonisti della ondata di scioperi che sta colpendo molte delle regioni produttive della Cina.

lunedì 17 maggio 2010

Attacco al cuore dell`Europa

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

Che l`ingresso della Cina, dieci anni fa, nel WTO abbia modificato profondamente questo paese, è innegabile. Allo stesso tempo, che tale entrata ed il nuovo protagonismo dell’Impero Celeste abbiano trasformato la stessa geografia della globalizzazione per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi, sembra fuor di dubbio.
Il ruolo del nazionalismo in Cina non e’ affatto diminuito con il suo ingresso sul piano globale ma bensì rafforzato.

lunedì 3 maggio 2010

La nuova governance della finanza globale

L'affermazione dello yuan e lo sprofondamento dell'euro

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

L`accordo stipulato domenica tra FMI e Grecia, più che confermare il fallimento della Europa, sorprende per il nuovo protagonismo che questa istituzione internazionale, data da molti per spacciata, ha nuovamente assunto. E questo grazie anche al grande contributo della Cina. Il Dragone è stato infatti il primo paese a comprare l`equivalente di 50 bilioni di dollari nell`acquisto dei primi bond a cadenza di 5 anni, emessi dal FMI nell`autunno dello scorso anno, per raccogliere 500 bilioni con cui finanziare quei paesi in difficoltà colpiti dallo tzunami dei subprime. Dopo aver rifiutato pubblicamente l`acquisto diretto di bond Greci sotto la mediazione della banca americana Goldman Sachs, Pechino ha preferito giocare un ruolo pubblico marginale nei salvataggi dei default sovrani, sfruttando semmai la sua partecipazione in qualità di maggior contribuente del FMI in questa circostanza.

lunedì 26 aprile 2010

A caccia di rendite globali

La finanziarizzazione del welfare state cinese come risposta all'invecchiamento della popolazione


La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

Il fondo National Social Security cinese, nato per gestire le risorse fiscali delle pensioni di moltissimi lavoratori, ha da poco deciso di espandere i propri investimenti all'estero, in particolare nei mercati finanziari di USA ed Europa. Finora i guadagni di tale fondo pensione sono giunti tramite la borsa di Shanghai e Hong Kong, ma recentemente il suo direttore generale ha affermato di essere particolarmente interessato in investimenti diretti in quelle multinazionali, quotate in borsa e non, di paesi come India o di economie emergenti.

lunedì 19 aprile 2010

Designed in China

Ricerca e innovazione nella sfida economica cinese

La rubrica dalla Cina di Paolo Do

Quali sono oggi le corporation più innovative a livello globale? Quelle cinesi e asiatiche, parola di Business Week. Secondo la classifica annuale stilata da questa importante rivista economica, spiccano in testa proprio l’Asia e la Cina. L'economia del dragone non è solo campione di sfruttamento brutale ed inquinamento, ma è anche protagonista dei nuovi processi innovativi del capitale globale.

Cina: bloccate le proteste per salvare l'East Lake a Wuhan

Bloccate, almeno per il momento, le manifestazioni pubbliche proposte -- grazie soprattutto agli strumenti online -- dagli studenti locali per tutelare quest'area turistica ecologica minacciata da un ampio progetto di sviluppo.

East Lake, Wuhan
L'East Lake, lago situato nei pressi della città di Wuhan [in], è un'area turistica ecologica. Occupa 82 Km quadrati, 6 volte tanto il lago West Lake di Hanzhou. In quanto area turistica nazionale, ogni progetto è soggetto a perizie ambientali e partecipazione pubblica. Tuttavia, nel maggio 2009, l'impresa immobiliare Overseas Chinese Town, OCT [in] ha firmato un accordo con il consiglio municipale per lo sviluppo dell'East Lake senza una consultazione pubblica. A dicembre 2009, l'OCT ha ottenuto il contratto di sviluppo di un ampio territorio (3167 mu, 1 mu = 666.67 metri quadrati) che include 1.000 mu della superficie del lago.

lunedì 22 marzo 2010

Lavoro zero nella pancia del Dragone

La rubrica dalla Cina di Paolo Do

Il fatto che quasi tutte le fabbriche delle zone speciali cinesi stiano soffrendo di una cronica carenza di manodopera migrante sembra ormai un dato assodato. I padroni delle fabbriche stanno facendo di tutto per attrarre una nuova generazione di lavoratori migranti che, rispetto ai loro padri, non e’ affatto interessata a spezzarsi la schiena nelle fabbriche dell`export, a migrare senza alcuna garanzia o lavorare nel massacrante settore edilizio.

lunedì 15 marzo 2010

Tempi di riforma per la Cina

Migrazioni e sfruttamento nel "Regno di mezzo"

La rubrica dalla Cina di Paolo Do

Il sistema di controllo e governance delle migrazioni interne del continente Cina, il sistema Hukou, non solo è stato largamente paragonato alla violenza della apartheid in Sud Africa: esso è quel dispositivo che ha permesso alla stessa Cina di diventare, in questi anni, la fabbrica del mondo.
Tale regolazione, che fissa i permessi di residenza e i diritti di cittadinanza come l’accesso alla educazione, fu introdotto negli anni Cinquanta per controllare i flussi di migranti dalle campagne alle città. Questi ultimi, infatti, senza il necessario documento di residenza valido per la località dove si spostano per lavorare, di fatto sono esclusi dagli aiuti al reddito, all'abitazione e ai loro figli è vietato frequentare le scuole locali.

venerdì 5 marzo 2010

La Crisi vista dalla Cina

L'economia del gigante asiatico in un mondo stretto dal debito

La rubrica dalla Cina di Paolo Do

L`importanza del ruolo della Cina sembra essere stato riconosciuto anche dal FMI che ha ufficializzato la decisione,  la scorsa settimana, di conferire a Zhu Min, ex vice governatore della banca centrale Cinese, la posizione di consigliere speciale di questa stessa istituzione. Un annuncio, questo, che non solo segna il protagonismo delle nuove economie e una nuova geografia della globalizzazione, ma fa dello stesso Zhu un possibile candidato alla guida del FMI in un prossimo futuro.

venerdì 26 febbraio 2010

Sentenza Google: la Cina è vicina

di Luca Casarini

Si vorrebbe che la condanna di Milano contro Google, non fosse ispirata o non conducesse agli stessi principi che attengono alle censure della rete e nella rete operate da Pechino, Istambul o Teheran.
Lo spettro di un occidente in declino e di una nuova egemonia, economica, geopolitica, culturale di giganti asiatici o regimi teocratico-nucleari, si rende più visibile ogni giorno che passa. E il timore di “apparire” subordinati rispetto all’opinione pubblica europea e americana, viaggia anche nei commenti globali a questa sentenza.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!